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La riforma della Chiesa e Cluny - La lotta per le investiture |
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XII- XIII sec. l'impero e la Chiesa L'espansionismo cristiano |
L'Impero e la Chiesa si fronteggiano a lungo dopo il Mille. Federico I e Federico II.
La politica degli Svevi in Italia ed il ruolo della Chiesa |
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Agli
inizi del XIII secolo, l’impero attraversò un periodo di crisi a causa
di un accanito scontro per il controllo del trono tedesco tra i guelfi,
partigiani della casa di Baviera, e i ghibellini, partigiani della casa di
Svevia. La crisi si concluse con il successo di Federico
I di Hohenstaufen
(1152-1190), che si dedicò subito al consolidamento del potere imperiale. Federico
I, che in Italia sarà detto Barbarossa, discese nella penisola nel 1154
con l’intento di farsi incoronare re d’Italia, ripristinare il
controllo delle città del nord e del centro e riaffermare
la supremazia dell’autorità imperiale su quella papale.
A
Roma il monaco agostiniano Arnaldo
da Brescia , seguace di
Abelardo,aveva tentato inutilmente di far nascere un libero comune. Quasi
subito nascono però dissensi tra il Papa e Federico, in quanto
quest'ultimo intende imporre nella città
un podestà imperiale , non riconoscendo di fatto l'autorità papale sul
territorio dello stato della Chiesa. Più
in generale si riaccende lo scontro tra concezione cesaropapista
e teocratica
del potere all'interno dello stato. -
CESAROPAPISMO
( Cesare /imperatore guida e controlla il papa ) è la concezione che vede
il potere temporale dell'imperatore superiore ad ogni altra autorità
anche religiosa, così da farne il capo politico e religioso dello stato ,
incontrastato con assoluta libertà di decisione anche riguardo alla
materia religiosa. -
TEOCRAZIA
( Teos-Divino e cratos-potere ) è la concezione del potere che ,
riassunta nel Dictatus
Papae di Gregorio
VII e riaffermata anche dal
cardinale Bandinelli, vede
l'assolutà superiorità del potere spirituale del Papa su quello
dell'imperatore, anche in materia di concessione di autorità politiche.
L'unico potere che deriva direttamente da Dio è quello papale. Nel 1158 Barbarossa scese in Italia e si dimostrò subito ostile nei confronti dei comuni centro-settentrionali; egli riaffermò la propria competenza sulle regalie (diritti di imporre tasse, battere moneta, stipulare trattati, ecc. che erano stati acquisiti o usurpati dai comuni ai tempi di Enrico IV) esercitate dai comuni e dispose che in ogni città si insediasse un governatore di nomina imperiale. Di
fronte a queste prese di posizione, la
Chiesa rispose schierandosi con i comuni ribelli e
il distacco tra papato e impero si approfondì quando fu eletto pontefice Alessandro
III. Nel 1183 fu conclusa la pace di Costanza in base alla quale i comuni ottennero il riconoscimento della loro autonomia in cambio di un formale atto di sottomissione all’imperatore, il quale aveva già riallacciato buoni rapporti con il papato.
Il problema dell'antagonismo con il papato si ripresenterà con Federico II il nipote di Federico Barbarossa, figlio di Enrico VI e Costanza d'Altavilla. Il matrimonio di Enrico VI e Costanza d'Altavilla
Federico
nella sua minore età è sotto la tutela di papa Innocenzo
III, che ne fa
il suo pupillo , anche per dirigerne la linea politica italiana. A 4 anni
è nominato re di Sicilia. Dapprima
sostiene Federico
II nella nomina imperiale contro
Ottone
di Brunswick (
che voleva estromettere dal trono di Sicilia Federico e
riunificare la corona imperiale con quella d'Italia ), poi si fa
promettere da Federico la divisione delle due corone . Innocenzo
III nel 1216 muore ma FEDERICO II non vuole rinunciare al suo trono di
Sicilia. E molto legato ai domini ex normanni che pensa di organizzare
modernamente partendo dalla sua corte di Palermo. Promette
ad Onorio
III ( il Papa
che aveva riconosciuto la regola di S.Francesco ) di guidare una
spedizione in Terra Santa, in cambio del riconoscimento alla sua carica di
imperatore. Rinnova la promessa al nuovo papa Gregorio XIV , ma lo scoppio
della peste lo convince a
ritornare prima di aver realizzato la liberazione di Gerusalemme. E' perciò
scomunicato dal papa. Si
delineano tre tipi di contrasto : -
con i comuni del nord Italia che rivendicano le solite autonomie Nel
1229 Federico va in Terra Santa, ma non si impegna in una vera riconquista
del territorio. Patteggia con il sultano di Egitto e ottiene la sovranità
di Gerusalemme ed il libero approdo per i mercanti ed i pellegrini
cristiani nella zona. -Riprende
la politica accentratrice delo stato normanno. -Limita
le autonomie comunali ed esercita un decisivo controllo sulla
feudalità in
tutto il territorio del
regno di Sicilia. -
Limita il potere della chiesa che con le sue proprietà poteva
considerarsi uno stato nello stato. -Esercita
un rigido fiscalismo attraverso i suoi funzionari, e la sua burocrazia ,
realizzando alcuni dei caratteri dello stato moderno accentrato e non più
dipendente dalla feudalità spesso insicura e infedele. -
Interviene in campo economico potenziando l'agricoltura dell'isola,dando
vita a colture arbofrutticole e cerealicole e riducendo il peso dei
pascoli naturali. -
Sotto l'aspetto culturale è importante la nascita della Scuola poetica
siciliana, dove confluiscono uomini di cultura, di varia estrazione.Dai
poeti legati alla cultura provenzale agli scienziati legati alla cultura
araba ( con l'introduzione dell'algebra e della geometria arabe ).I poeti
della Scuola siciliana , tra i quali lo steso Federico II e Pier delle
Vigne,saranno i primi a scrivere in volgare illustre siciliano. Lo
Studium di Napoli divenne importante per le scienze giuridiche e la
Scuola
di Salerno per la medicina. Castel del Monte, la residenza pugliese di Federico II Federico
protesse i francescani ,ma perseguitò le eresie. La sua personalità
politica e
culturale lo fece soprannominare "meraviglia del mondo ". -
Il progetto politico di FEDERICO II voleva creare un grande stato
mediterraneo , che partendo dalla Sicilia , unificasse tutte le terre
italiane ,anche quelle pontifice e del nord Italia. I comuni rinsaldano le loro leghe, ma vengono sconfitti a CORTENUOVA sull'Oglio.Federico è aiutato in questa occasione da Ezzelino III da Romano, signore della marca trevigiana.Si impadronisce in questa occasione del Carroccio, simbolo della libertà comunale.Lo fa a pezzi e lo manda agli esponenti dei c Il
Pontefice si irrita per il tradimento di alcune città come Pavia e per
quello di Ezzelino.Decide di scomunicare nuovamente Federico e prepara un
concilio di vescovi che dovrebbe a Roma arrivare a tale decisione. Ma i
prelati sono catturati dal figlio naturale di Federico, Enzo presso
l'isola del Giglio , dove vengono anche sconfitti i Genovesi, alleati
della lega comunale e del Papa. A
questo punto la sorte imperiale comincia a declinare. PARMA , città
ghibellina, passa dalla parte della lega e del papa. Federico tenta di
riportare l'ordine in questa città, ma a FOSSALTA il figlio Enzo viene
sconfitto in modo definitivo. Il figlio Enzo viene imprigionato e portato
a Bologna , come ci racconterà il poeta Carducci nella "Canzone di
re Enzo". Lì morirà.Siamo nel 1248. Conclusioni:
L'opera di Federico II dimostra essenzialmente due linee di tendenza della
storia italiana e tedesca. 1)
In Italia il particolarismo ( comuni, stato pontificio ) regge e l'accordo
di queste due forze impedisce la riunificazione del territorio italiano in
un unico regno, seppur tenuto da un signore straniero.Soprattutto l'alta
Italia è una terra di autonomie locali destinate ad un sostanziale
frazionamento politico.
2) Anche in Germania vince il particolarismo dei vari principi,
sempre in lotta gli uni contro gli altri, tanto, che dopo la morte di
Federico, seguirà un periodo
di 20 anni di disordini interni e di lotte
( il grande interregno). Solo con la Bolla d'oro, ben più tardi,
si sancirà l'elettività dell'imperatore, ormai solo più un
signore di terre tedesche.
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