Gravitazione di popoli | La Chiesa | L'impero | Il feudo | Il comune | Atlante storico | Relazioni di sistema Cronologia |
La riforma della Chiesa e Cluny - La lotta per le investiture |
|||
XII- XIII sec. l'impero e la Chiesa L'espansionismo cristiano |
Il cristianesimo sotto l'Impero romano.
Il cristianesimo e il culto imperiale |
|
La
politica religiosa dell’impero nei primi due secoli segue una linea
precisa: si concede da un lato la massima
libertà di
culto; dall’altro
si impone il
culto dell’imperatore
divinizzato, come nei casi di
Caligola,
Nerone
e
Domiziano. Il culto che si tributa all’imperatore è
anche un omaggio che si rende al potere dello stato romano; come
tale, esso viene accettato senza resistenza da tutti i popoli che ne
riconoscono la supremazia. Il problema dei rapporti tra impero e cristianesimo è dunque complesso ed è destinato a subire una netta evoluzione passando dal II secolo al IV. Sotto la spinta delle incursioni germaniche molte cose cambieranno. Le date del 313 ( editto di Milano dell'imperatore Costantino ) e del 383 ( editto di Tessalonica ) segneranno infatti una definitiva inversione di tendenza. Il cristianesimo, utile all'impero per la difesa contro i barbari, ed ormai integrato nell'aristocrazia latina diventerà religione ufficiale dell'impero.
|
|
La separazione tra ebraismo e cristianesimo |
|
Il
conflitto religioso si accompagnava all’irriducibile spinta ebraica
all’indipendenza nazionale. La sinagoga sconfitta è testimone del trionfo cristiano. Benedetto Antelami, Deposizione della croce, rilievo in calcare, Duomo di Parma ( 1176 ) Nell'altorilievo di B. Antelami in cui è raffigurata la deposizione di Cristo, la figura femminile a sinistra della croce rappresenta la Chiesa che stringe in una mano un vessillo dispiegato con il simbolo cristiano, mentre con l'altra tiene il calice dove si raccoglie il sangue del redentore, segno del nuovo patto tra Dio e gli uomini. La figura a destra è invece quella della sinagoga ( il tempio degli ebrei ): il suo vessillo è spezzato, un soldato le sta vicino con gesto minaccioso, mentre l'arcangelo Raffaele le preme la testa verso il basso imponendole di inchinarsi davanti alla croce. Mentre per la maggior parte dei cristiani la presenza del giudaismo costituisce un motivo di grave preoccupazione, Agostino, con la teoria del popolo testimone dà un significato positivo a quella presenza. Gli ebrei testimoniano con le loro scritture che noi non abbiamo inventato le profezie relative a Cristo....Paolo ha detto che è grazie alla caduta degli ebrei che la salvezza è giunta ai gentili.....( da Fossati, Luppi, Zanette, Studiare storia, Bruno Mondadori ) Mentre cercavano di diffondere la nuova fede tra i pagani, i primi cristiani dovevano fronteggiare la predicazione ebraica e facevano ogni sforzo per presentarsi come differenti da loro. I comandamenti prescritti dalla legge ebraica e contenuti nell'Antico Testamento ( la Bibbia ) erano considerati superati dai Cristiani che facevano riferimento al Nuovo Testamento, un nuovo patto, i cui contenuti si trovano nei Vangeli. Inoltre i cristiani accusarono di deicidio gli ebrei che parteciparono alla condanna di Cristo, e con loro tutti i loro discendenti che sarebbero stati accompagnati dal disprezzo e dall'odio dei cristiani ( antiguidaismo ). Dopo la distruzione del tempio di Gerusalemme nel 70 d.C. gli ebrei furono cacciati definitivamente da quella città. Iniziò così la diaspora ( dispersione ) del popolo ebraico che i cristiani interpretarono come giusta punizione nei loro confronti. Dopo la legittimazione del cristianesimo all'interno dell'impero la condizione degli ebrei in occidente cominciò ad essere quella di persone malamente tollerate dalla popolazione circostante: i loro diritti furono limitati per legge. L'ostilità da cui erano circondate contribuì a consolidare l'isolamento delle comunità ebraiche e alla fine del Medioevo si arrivò ad imporre loro l'obbligo di risiedere in zone definite e chiuse all'interno delle città ( ghetti ).
Comunità
cristiane si formarono rapidamente nei
maggiori centri dell’impero; esse erano composte in prevalenza da
liberti, artigiani, mercanti, ma presto anche da funzionari
dell’amministrazione imperiali e da qualche membro dell’aristocrazia
romana.
|
|
Cristianesimo religione dell'impero |
|
Ad
essa si oppose l’organizzazione della Chiesa, con i sui teorici come
Giustino
e
Clemente. Secondo questa posizione, non solo la Chiesa può
convivere con lo Stato imperiale a patto di una spartizione di competenze
fra dominio spirituale e
dominio temporale;
la stessa tradizione culturale pagana è pienamente
compatibile con la dottrina cristiana. La ricchezza non è in se stessa un
male di cui ci si debba spogliare con la carità. Le
comunità fondavano scuole, mantenevano legami internazionali,
organizzavano opere di beneficenza per i poveri; il vasto consenso sociale
di cui disponevano le metteva in grado di resistere anche alle
persecuzioni più dure. Nonostante che i primi teorici dell’accordo fra
Chiesa e Impero, come
Giustino
e
Clemente, cadessero vittime della
repressione statale, poco più di un secolo dopo la loro morte questa
posizione avrebbe trionfato, con la trasformazione del
cristianesimo
in religione ufficiale dell’impero.
( 313
Editto di Milano
di
Costantino
e 383
Editto di Tessalonica
)
|