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La riforma della Chiesa e Cluny - La lotta per le investiture |
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XII- XIII sec. l'impero e la Chiesa L'espansionismo cristiano |
Le eresie
Religione
e società nell'età comunale |
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Agli inizi del secolo XI, la società cristiana è percorsa da
profondi fermenti
religiosi. Si moltiplicano le iniziative: riforma delle
strutture ecclesiastiche, fondazione di nuovi monasteri, ripresa della
tradizione eremitica, rinnovato interesse di vaste masse di fedeli per le
leggende dei santi. I
pellegrinaggi in Terra Santa sono la testimonianza
più impressionante di questo profondo rinnovamento spirituale della
Cristianità, che accompagna la ripresa demografica ed economica europea. La punizione di Simon mago.
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I Patari milanesi |
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Nel ricco e fiorente capoluogo lombardo, la protesta religiosa dei
Patari
(cioè degli
“straccioni”)
espresse esigenze di rinnovamento morale.
Il potere era detenuto in città dall’arcivescovo: l’autorità
arcivescovile si estendeva su ampie diocesi in tutta la Lombardia. Era
l’imperatore a dare l’”investitura” all’arcivescovo ed a
garantirne il potere. A
Milano il generale fermento di rinnovamento religioso che pervade la
cristianità occidentale si connette strettamente con la crescita politica
del comune cittadino. Le
tensioni milanesi riflettono implicitamente la prova di forza ormai in
corso tra Papato e Impero sul problema delle investiture. Il tipo di
obiettivi creano attorno ai riformatori un
vasto seguito
popolare, che si
trasforma in sommossa violenta in occasione della morte di Enrico III
(1056):
si confiscano i beni del clero indegno e simoniaco.
Di
fronte all’ostilità del clero locale molti gruppi di predicatori
accettano o di far parte degli ordini monastici esistenti, o di fondare
nuovi ordini religiosi. Per molti monaci è un’amara sconfitta. Essi
devono ritornare alla vite monacale, nell’isolamento da cui si erano
staccati per intraprendere la predicazione itinerante.
Ma
non bastano le condanne a soffocare un movimento di riforma che coinvolge
vasti strati sociali, fuori e dentro la Chiesa. Le iniziative riformatrici
incontrano il favore non solo delle nuove classi borghesi comunali in
ascesa: all’interno stesso dell’istituzione ecclesiastica esse sono
promosse da vaste zone del mondo religioso. IL
VALDISMO:
Intorno al 1170 il ricco mercante Pietro
Valdo abbandona
la famiglia e la sua lucrosa attività, distribuisce le sue ricchezze ai
poveri e si dà alla predicazione itinerante. Questa volta il movimento di
riforma religiosa non prende l’avvio dall’iniziativa di un monaco, ma
da un laico. Nella Francia meridionale e presto anche in Italia sorgono
numerose comunità “valdesi”. Nel
1184 papa Lucio III decreta unitamente a Federico I imperatore, la
condanna di tutte le eresie: Patarini, Valdesi, Umiliati, Catari. Viene
sancito che la predicazione non è autorizzata ed è in se stessa titolo
per essere scomunicato come eretico.
Tra
il XII e XIII secolo l’organizzazione ecclesiastica opera un grande
sforzo di contenimento delle tendenze riformatrici potenzialmente
eretiche: l’artefice di questa complessa strategia è l’energico papa
Innocenzo III. La sua strategia prevede la repressione violenta soltanto
delle tendenze eretiche che si dimostrino irrecuperabili.
GLI APOSTOLICI di Fra Dolcino. Agirono nell'area vercellese in lotta con la chiesa gerarchica di cui profetizzavano la fine per il 1305. Dopo la sconfitta nella crociata organizzata dal vescovo Raineri Avogadro, Dolcino fu arso come eretico a Vercelli nel giugno del 1307.
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L'elemento diabolico nella cultura medioevale. Il grottesco impaurente e didascalico. |
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Battistero di Firenze - Mosaico raffigurante Lucifero triteste che divora i dannati. In questa come in altre opere che ornano le cattedrali romaniche e gotiche si può rintracciare la cosiddetta estetica del grottesco medioevale. Esso consiste in un ribaltamento del divino - nel mostruoso diabolico - con effetti iperbolici e terrorizzanti, che derivano dalla consapevole deformazione del reale, dalle connotazioni forti di carattere simbolico dei mostri infernali ( voracità, pervasività, imponenza, brutalità cieca ...) . Questo
tipo di rappresentazione, che rasenta quasi la comicità per i suoi
caratteri iperbolici, assume invece una valenza tragica e didattica, in
quanto risponde ad una rigida codificazione di carattere morale. Il
peccato conduce alla punizione eterna, a sofferenze fisiche terribili,
inferte da creature infernali capaci di provocare eterne immani
sofferenze. Obiettivo
della pubblica raffigurazione è dunque quello di evidenziare i
pericoli del peccato e del male facendo pensare agli effetti edificanti
del bene
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Il giudizio e la responsabilità della scelta. | ||
Il giudizio divino sull'anima - capitello della Chiesa di Sanjon ( Francia ) . Il tema del giudizio finale, momento in cui si soppesano i meriti e le colpe di ciascuno , è nuovamente al centro di una raffigurazione all'interno di una costruzione romanica. Anche in questo capitello emerge la tensione verso il destino dell'aldilà. Il simbolismo, apparentemente rozzo ma visivamente del tutto evidente, riporta i fedeli alla costante meditazione sul senso dell'esperienza terrena ed al concetto di responsabilità nelle azioni .
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