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Il regno di Federico II di Svevia e la riduzione dei poteri feudali.
La dinastia svevo-normanna
Ultimo
tentativo da parte degli imperatori Svevi di controllare parti del
territorio italiano ( ricco e strategicamente importante per la sua
posizione nel Mediterraneo ) è il matrimonio di Enrico
VI, figlio di
Federico Barbarossa e Costanza
d'Altavilla.Tale matrimonio unendo i
possessi normanni del sud dell'Italia con quelli svevi porta Enrico VI e
poi suo figlio Federico II
ad avere il
possesso del Meridione e della
Sicilia ( 1215-1250 ).
l pontefice pensava tuttavia di approfittare della momentanea debolezza dell'impero ( conteso dai due figli di Federico ) per sottrarre il sud dell'Italia agli Svevi, assegnandolo ad un principe inglese. Il
problema dell'antagonismo con il papato si ripresenterà con Federico
II il nipote di
Federico Barbarossa, figlio di Enrico VI e Costanza d'Altavilla.
Federico
nella sua minore età è sotto la tutela di papa
Innocenzo
III, che ne fa
il suo pupillo , anche per dirigerne la linea politica italiana. A 4 anni
è nominato re di Sicilia. Dapprima
sostiene Federico II nella nomina imperiale contro Ottone
di Brunswick (
che voleva estromettere dal trono di Sicilia Federico e
riunificare la corona imperiale con quella d'Italia ), poi si fa
promettere da Federico la divisione delle due corone . Innocenzo
III nel 1216 muore ma Federico
II non vuole rinunciare al suo trono di
Sicilia. E molto legato ai domini ex normanni che pensa di organizzare
modernamente partendo dalla sua corte di Palermo. Promette
ad Onorio
III ( il Papa
che aveva riconosciuto la regola di S. Francesco ) di guidare una nuova spedizione in Terra Santa, in cambio del riconoscimento alla sua carica di
imperatore. Rinnova la sua promessa al nuovo papa
Gregorio XIV ,
ma lo scoppio
della peste lo convince a
ritornare prima di aver realizzato la liberazione di Gerusalemme. E' perciò
scomunicato dal papa. Si
delineano tre tipi di contrasto: -
con i comuni del nord Italia che rivendicano le solite autonomie Nel
1229 Federico va in Terra Santa, ma non si impegna in una vera riconquista
del territorio. Patteggia con il sultano di Egitto e ottiene la sovranità
di Gerusalemme ed il libero approdo per i mercanti ed i pellegrini
cristiani nella zona. -Riprende
la politica accentratrice dello stato normanno. -Limita
le autonomie comunali ed esercita un decisivo controllo sulla
feudalità in
tutto il territorio del
regno di Sicilia. -
Limita il potere della chiesa che con le sue proprietà poteva
considerarsi uno stato nello stato. -Esercita
un rigido fiscalismo attraverso i suoi funzionari, e la sua burocrazia ,
realizzando alcuni dei caratteri dello stato moderno accentrato e non più
dipendente dalla feudalità spesso insicura e infedele. Al fine di superare la mancanza di oro nella monetazione, Federico II fece circolare pezzetti di cuoio con il proprio timbro, dando loro un valore corrispondente agli aurei già coniati dalla sua zecca: una vera e propria anticipazione della nostra carta moneta. La miniatura mostra alcuni militi imperiali intenti a riscuotere la paga in monete di cuoio ( codice Chigi, Biblioteca Apostolica Vaticana )
-
Interviene in campo economico potenziando l'agricoltura dell'isola, dando
vita a colture arbo - frutticole e cerealicole e riducendo il peso dei
pascoli naturali. -
Sotto l'aspetto culturale è importante la nascita della
Scuola poetica
siciliana, dove confluiscono uomini di cultura, di varia estrazione.Dai
poeti legati alla cultura provenzale agli scienziati legati alla cultura
araba ( con l'introduzione dell'algebra e della geometria arabe ).I poeti
della Scuola siciliana , tra i quali lo steso Federico II e Pier delle
Vigne,saranno i primi a scrivere in volgare illustre siciliano. Lo
Studium di Napoli divenne importante per le scienze giuridiche e la
Scuola
di Salerno
per la medicina. Federico
protesse i francescani ,ma perseguitò le eresie. La sua personalità
politica e
culturale lo fece soprannominare "meraviglia del mondo ". -
Il progetto politico di FEDERICO II voleva creare un grande stato
mediterraneo , che partendo dalla Sicilia , unificasse tutte le terre
italiane , anche quelle pontificie e del nord Italia. L'ultima
fase della vita di Federico è impegnata nella lotta contro i comuni del
Nord Italia.Egli si fa sostenitore del ghibellinismo e convoca due diete,
destinate a revocare le concessioni della pace di Costanza. Il
Pontefice si irrita per il tradimento di alcune città come Pavia e per
quello di Ezzelino. Decide di scomunicare nuovamente Federico e prepara un
concilio di vescovi che dovrebbe a Roma arrivare a tale decisione. Ma i
prelati sono catturati dal figlio naturale di Federico, Enzo presso
l'isola del Giglio , dove vengono anche sconfitti i Genovesi, alleati
della lega comunale e del Papa. A
questo punto la sorte imperiale comincia a declinare.
PARMA, città
ghibellina, passa dalla parte della lega e del papa. Federico tenta di
riportare l'ordine in questa città, ma a
FOSSALTA
il figlio
Enzo viene
sconfitto in modo definitivo. Il figlio Enzo viene imprigionato e portato
a Bologna , come ci racconterà il poeta Carducci nella "Canzone di
re Enzo". Lì morirà nel 1248. L'opera di Federico II dimostra essenzialmente due linee di tendenza della
storia italiana e tedesca. 1)
In Italia il particolarismo ( comuni, stato pontificio ) regge e l'accordo
di queste due forze impedisce la riunificazione del territorio italiano in
un unico regno, seppur tenuto da un signore straniero. Soprattutto l'alta
Italia è una terra di autonomie locali destinate ad un sostanziale
frazionamento politico. 2) Anche in Germania vince il particolarismo dei vari principi, sempre in lotta gli uni contro gli altri, tanto, che dopo la morte di Federico, seguirà un periodo di 20 anni di disordini interni e di lotte ( il grande interregno). Solo con la Bolla d'oro, ben più tardi, si sancirà l'elettività dell'imperatore, ormai solo più un signore di terre tedesche.
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Castel del Monte, la costruzione forse più famoso dell'incastellamento operato dagli Svevi in Puglia. |