Gravitazione di popoli | La Chiesa | L'impero | Il feudo | Il comune | Atlante storico | Relazioni di sistema Cronologia |
Varie tipologie urbanistiche e funzioni economiche del comune.
Le
città che popolano l’Europa dopo il Mille |
L'anno mille si inserisce in una fase di sviluppo generale dell'economia occidentale, soprattutto rurale ma già anche urbana. Questo sviluppo ha due conseguenze sociali rilevanti: la sparizione della schiavitù rurale e l'apparizione, ancora timida, di nuove categorie urbane dedite al commercio. In modo differente a seconda delle regioni sorgono nuovi insediamenti urbani, con funzioni commerciali e di scambio, oppure con finalità strategiche di controllo che integrano attorno ad un castello o ad una sede vescovile vecchi nuclei abitativi. Il nord, più agricolo, non ha l'antichissima tradizione urbana del mezzogiorno. Ecco dapprima, il pieno fiorire, intorno all'anno mille, delle città delle Fiandre e dei paesi della Mosa, situati spesso nei punti in cui le grandi strade tagliano i fiumi. Si tratta dei portus commerciali si sono sviluppati al riparo di una fortezza, come a Namur e a Valencienne, o in prossimità di un monastero, come ad Arras o a Saint-Omer. Ecco le città di Normandia, ancora più o meno rifornite dal saccheggio, con Rouen, la capitale, ma anche Caen, Dieppe e Falaise. Ecco Parigi, con la fiera di Saint Denis in pieno rinnovamento. Parigi, Fiera di St. Denis Vi
è poi la Champagne,
con Chalons, Lagny, Troyes, Provins, Reims, già frequentate dai mercanti,
anche se le famose fiere non esistono ancora. Tutte queste città si
espandono sulle campagne circostanti con i loro mercati, traggono il loro
dinamismo dalle eccedenze della produzione agricola, negoziate contro i
prodotti fabbricati in loco o importati, più spesso per fiume, talvolta
per strada. Più
lontane dalle vecchie terre carolinge, le città
tedesche sono di
tre tipi: in primo luogo città
antiche, nelle vallate
del Reno e del Danubio,
sedi tradizionali di vescovi come Colonia, Treviri o Ratisbona; poi città
di recente fondazione, particolarmente in Sassonia,
come Magdeburgo; infine le città
del mare del Nord,
come Amburgo e Brema, città attive
frequentate dai mercanti scandinavi, che approfittano soprattutto della
dilatazione nordica dello spazio europeo. Si
può dire lo stesso dell'Inghilterra,
le cui città sono vivacizzate dalla presenza dei Danesi. Londra
è già un centro attivo del commercio della lana, prodotta dalle pecore
allevate nelle campagne circostanti. La prosperità urbana della metà
nord dell'Europa nell'anno mille è quindi decisamente il frutto dello
sviluppo delle campagne e delle invasioni normanne! Le città della parte
meridionale dell'Europa
sono molto più numerose e molto più sviluppate.
Esse beneficiano dell'antichissima tradizione di scambi del
Mediterraneo. Come le città
del nord, si giovano anche dello sviluppo rurale.
Ma i rapporti con gli invasori, qui musulmani, rimangono molto
difficili. Nell'anno mille,
le città del sud
della Gallia
temono continuamente i colpi di mano, come quelli che raggiunsero Antibes
nel 1003 o Narbona nel 1020, tanto è vero che la funzione militare è
ancora più importante di quella commerciale, anche se Nimes, Béziers,
Narbona e Marsiglia appaiono città economicamente attive. Nella
Spagna
cristiana la popolazione è raggruppata nelle città, che sono altrettanti
punti d'appoggio per la difesa come per l'offensiva contro i musulmani,
che saccheggiano senza dubbio, ma che sono anche saccheggiati.
Anche lì le ricchezze circolano. Il villaggio di Almansa in Spagna dominato dal castello. Resta
l'Italia,
penisola avanzata dell'Occidente verso l'Oriente bizantino e islamico, con
il quale le relazioni non si sono mai interrotte.
Verso Costantinopoli partono le navi di Gaeta, Salerno, Bari,
Amalfi e soprattutto Venezia. Queste
due ultime città hanno anche relazioni continue con i paesi
|
Alcune tipologie di espansione urbana tra XII e XII secolo. Lucca . |
La piazza centrale di Lucca - La forma ellittica della caratteristica piazza nel centro storico di Lucca segue l'andamento dell'antico anfiteatro romano. Nel corso dell'XI e del XII la città riuscì ad affrancarsi dalla dominazione feudale ed a seguire una politica autonoma, finché nel 1162 venne formalmente riconosciuta come libero comune. dall'imperatore Federico I. I secoli XII e XIII segnarono l'apogeo della potenza politica ed economica. La città estende il suo dominio sulla Versilia, sulla Garfagnana e sulla Val di Nievole, mentre le merci che essa produce, le famose sete, raggiungono i mercati di tutta Europa e del vicino Oriente. In questo periodo si costruisce una nuova cinta di mura. Tutte le chiese del contado e della città ( S. Martino, S. Michele, S. Frediano ) vengono ricostruite o ampliate e si adornano di splendide facciate, di portali riccamente istoriati. Anche l'architettura civile è in pieno fervore. Stretta tra gli edifici che le si addossano, la casa lucchese tende a svilupparsi in altezza, fino a diventare una vera e propria casa-torre. E' in questo periodo che iniziano ad accendersi le lotte intestine, tra Guelfi e Ghibellini e poi tra Bianchi e Neri, che insanguinano la città fino a minare la saldezza dello stato e a comprometterne l'indipendenza. Lucca conosce ancora un periodo di splendore, seppure effimero con la conquista del potere da parte di Castruccio Castracani ( 1317 ) che estende il suo dominio sull'intera Lunigiana e su tutta la Toscana occidentale. Alla morte del condottiero la città ritorna in preda alle fazioni e soggiace alla dominazione pisana. La libertà viene recuperata solo nel 1369 per l'intervento dell'imperatore Carlo IV di Boemia. Nel 1400 ottiene l' investitura signorile Paolo Guinigi, di ricca e potente famiglia mercantile, che governa la città per trent'anni. Il XV secolo vede la nascita della Repubblica oligarchica che dovrà però subire la pressione di Firenze, verso cui si orienta la polarizzazione regionale.
|
Lubecca |
La città di Lubecca - Alle origini, intorno alla metà del secolo XII della nascita di Lubecca, vi è la scelta del conte di Holstein di ricostruire un castello e di cingerlo di mura. "Ma, essendo deserto il paese - così racconta una cronaca del tempo - il conte inviò messaggeri dappertutto, invitando tutti coloro che mancavano di terra a recarsi nei suoi domini. Avrebbero ricevuto buona terra. A questo invito una folla grandissima di uomini di diversi popoli si mise in viaggio ". Qualche decennio dopo Federico I Barbarossa ( 1152-1190 ) concede agli abitanti di Lubecca il pieno godimento delle foreste vicino alla città " di modo che possano tagliarvi ciò di cui abbisognano per il riscaldamento, la costruzione di battelli, di case e di altri edifici della città ". Nel 1226 Federico II ( imperatore dal 1220 al 1245 ) stabilisce che Lubecca sia libera in perpetuo e cioè sia città immediatamente dipendente dalla sovranità imperiale e non sottoposta al controllo della feudalità locale.
Lubecca: ricostruzione del quartiere del mercato L'esempio
di Lubecca insegna molte cose. La popolazione urbana è spesso composta di
immigrati attratti da vantaggi economici mentre i cittadini ottengono dei
privilegi ( delle libertà ). Col tempo la città si emancipa dal potere
dei signori e diviene un porto di primaria importanza soprattutto per il
traffico dei cereali. Lubecca appare ancor oggi come una vivace città hanseatica adagiata sul mar Baltico.
|