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Nuovi insediamenti dopo il Mille
Una
lenta crescita nell'alto medioevo. I cicli congiunturali. |
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Si
ritiene abitualmente che l’anno 1000 sia un termine divisorio tra un
periodo di contrazione economica, che si prolungava almeno dal V secolo, e
il «grande sviluppo dell'Occidente» dall'XI al XIII secolo, seguito a
sua volta dalle «crisi» del XIV e XV secolo. La storiografia recente
porta a rivedere Dopo
una serie di calamità, tra le quali le grandi epidemie
di peste del VI
e del principio del VII secolo, si cominciano a notare nuove terre messe a
coltura, per esempio in Inghilterra, fin dalla metà del VII secolo.
L'analisi dei pollini fossili nelle torbiere tedesche rivela un
avanzamento dei cereali a spese della foresta negli anni 550-750.
I nomi dei luoghi, in Piccardia come in Aquitania, stanno a
testimoniare numerosi nuovi
stanziamenti già prima dell'epoca carolingia.
In Italia, la vocazione pionieristica di alcune corti si afferma dall’VIII secolo, sia nelle pianure litoranee (
bassa padana ) che nel pre-appennino ( Sabina orientale ). E’
dunque nel VII e VIII secolo che bisogna situare il primo sviluppo
dell'economia occidentale. Troppo
desiderosi di arrivare al periodo carolingio, per il quale dispongono di
una documentazione migliore, gli storici hanno spesso trascurato questo
primo periodo. I
bellissimi inventari
delle grandi proprietà carolinge,
che vengono chiamati polittici,
permettono di descrivere con una certa precisione la situazione
dell'economia rurale nel IX secolo, ma con un limite sul quale non si
insiste mai abbastanza: questi documenti concernono soprattutto le
proprietà terriere delle grandi abbazie.
Essi lasciano intravedere dei segni di diminuzione demografica.
La
prima metà del IX secolo sembra segnare una sosta nel processo di
espansione economica,
nel momento in cui si situa il breve apogeo politico dell'impero
carolingio. Ma se c'è stata interruzione nel processo di crescita, essa
è stata breve. Prima
del 900, almeno
nel sud dell'Europa, è gia cominciata la grande
espansione
dell'Occidente che sarebbe durata almeno fino al XIII secolo.
In Catalogna la maggior parte dei dissodamenti
si pone tra
l'870 e il 950. Nel nordovest
della Spagna, la colonizzazione della pianura del Duero e di altre zone
incolte avviene tra l' 850 e il 950.
Nel Lazio infine, Il dissodamento medioevale e le strade: Les Ventes e Haut- Bois. La via romana che taglia lton è stata utilizzata come via di accesso ai villaggi poste sul fronte del dissodamento. Essi hanno la tipica forma del villaggio- strada con le case che estendono le strisce di terreno coltivato perpendicolarmente alla linea di partenza ( la strada ). Portano nomi caratteristici: Les Ventes indica i pezzi di foresta messi a coltura e Haut Bois fa riferimento al manto boschivo. Il dissodamento risale al XII secolo.
La parola rivoluzione è adatta quando si vogliono caratterizzare le mutazioni tecnologiche che avvengono intorno all'anno 1000. Si assiste allora a una rivoluzione energetica che non è esagerato paragonare a quella del XIX secolo, con l'introduzione della macchina a vapore. Mentre fino al X secolo l'energia applicata ai lavori rurali era essenzialmente quella umana, da quel momento vengono utilizzate meglio l'animale e l'idraulica. I buoi sono attaccati con il giogo frontale anziché con quello al garrese che, rinserrando il collo dell'animale, gli impediva di usare tutta la sua forza. Soprattutto, il cavallo viene aggiogato con il collare di spalla, innovazione decisiva che quintuplica la sua forza di trazione e permette il suo impiego in agricoltura. Lavoro
nei campi, aratura, Codice Greco detto l'Oppiano, XI secolo, Venezia,
Biblioteca Marciana Quanto al mulino ad acqua, se era già conosciuto nel Basso Impero, bisogna situare la sua prima diffusione tra il VI e I' VIII secolo, e la sua generalizzazione soltanto tra il IX e l’XI secolo. Sembra altresì che si debbano situare nella medesima epoca
alcuni perfezionamenti
nei forni di fusione del ferro
che, captando meglio i venti per orientarli verso il focolare, raggiungono
una più alta temperatura e una migliore qualità del metallo.
Con questo metallo non si fabbricano solo le armi, ma anche
strumenti per l'aratura, attrezzi molto più efficaci del modesto utensile
in legno usato fino allora. Il simbolo di questa rivoluzione tecnologica
ed energetica è l'aratro
a versoio che
lavora in profondità le pesanti terre del nord.
Munito di un coltro
che fende il suolo, esso possiede anche un vomere terminante in un versoio
per sollevare e
rivoltare la terra. Una
simile macchina non poteva essere utilizzata mediante le tecniche
tradizionali: essa presupponeva i perfezionamenti nell'attacco degli
animali ricordati più sopra.
A
questo punto è necessario chiedersi chi sono gli agenti di questo
progresso, e chi siano quelli che ne traggono giovamento.
Le ricerche più recenti mostrano che il grande
dominio mal si prestava all'innovazione. Prima di tutto per le sue strutture rigide, caratterizzate da
unità di coltivazione intangibili ( i mansi ); poi per il disinteresse
dei signori laici o ecclesiastici per tutto ciò che concerneva il lavoro
della terra; infine per l'inerzia della massa degli schiavi e dei
fittavoli sottomessi a un lavoro forzato che non si curavano di
perfezionare. Con ciò si
spiegano quelle rese
irrisorie
calcolate da Georges Dúby dai dati dei profitti dei grandi
domini, talvolta
meno di due volte la semenza, raramente più di tre volte.
' Non si vede chi, nel grande dominio, avrebbe potuto avviare il
processo di miglioramento. Al
contrario il dinamismo
della piccola coltivazione di
contadini, poveri certo, ma liberi. Le
piccole proprietà contadine si sono moltiplicate dal VII al X secolo sui
fronti di colonizzazioni spagnole, nel Léon, in Castiglia come in
Catalogna, e nel cuore stesso di terre già anticamente popolate, come la
Piccardia e l' Alvernia. Questa ondata di espansione agraria sembra
trovare la sua origine nell'iniziativa dei contadini
liberi che, per
vincere la fame, ripuliscono la foresta, drenano le terre umide, sistemano
a terrazze i fianchi dei versanti, perfezionano gli utensili e migliorano
i metodi di coltivazione. Anche
la costruzione di macchine, e all'occorrenza di mulini ad acqua, è dovuta
alle associazioni di piccoli proprietari, in Catalogna come nel Lazio.
Le
tenures
si moltiplicano.
Esse sono sempre più esenti
da corvées,
sostituite da canoni
proporzionali al raccolto. E’ un incoraggiamento a produrre di più.
Il signore tassa i profitti del lavoro, il che può avere un
effetto dinamico. Una delle conseguenze più importanti di questa
evoluzione è la sparizione
della schiavitù rurale,
un fenomeno che si pone anch'esso intorno all'anno mille.
Sono gli antichi schiavi, affrancati dai loro signori, che si
installano sui fronti di colonizzazione deIl’ Italia nel X secolo. Nel
Lazio, le menzioni di schiavi sono divenute eccezionali nella seconda metà
del X secolo, e spariscono totalmente all'inizio del secolo XI.
La stessa cronologia in Catalogna, in Alvemia, e più genericamente
in Francia. Nell'anno
1000 si può così individuare il centro di un periodo privilegiato, non
soltanto di progressi tecnici, ma di libertà
contadina,
almeno nell'Europa meridionale. Non c’è più schiavitù e non ci sono ancora
le costrizioni politiche della signoria di banno
imposte con la forza. Non
ancora le riscossioni finanziarie, le esazioni, le «nuove consuetudini».
Solo verso il 1060-1080 appariranno, in Catalogna come in Alvernia,
i segni di una nuova servitù. I
discendenti dei contadini liberi dell'anno mille divengono allora manant,
villani, o peggio, «uomini propri», «uomini di corpo»; quelli che la
storiografia chiama servi.
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Le
invasioni del IX e X secolo ed i loro effetti non solo negativi.. |
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Le
città
dell'Occidente
hanno approfittato
dopo l'anno
mille dello sviluppo
economico rurale.
Ma la prima impressione che esse danno è di atonia: le città
dell'anno mille hanno dovuto chiudersi entro solide
mura per
resistere agli invasori venuti dal nord, dall'est o dal sud.
Dovunque, esse sono divenute luoghi di difesa, di rifugio per le
popolazioni, più che centri di attività e di scambi. Tuttavia, anche in
questo campo, i lavori recenti degli storici invitano ad attenuare
l'aspetto catastrofico delle invasioni dei secoli IX e X. Vi furono
certamente distruzioni, irrimediabili come quelle degli empori nordici di
Quentovic o Duurstede. Ma il
saccheggio, la riscossione di tributi, i diversi atti di pirateria possono
essere considerati, se non proprio atti di commercio, almeno come messa in
circolazione di ricchezze. E
gli interventi dei Vichinghi, dei Saraceni
e anche degli Ungari hanno l'effetto di dilatare
lo spazio europeo,
di aprire
mercati molto lontano dal cuore dei vecchi paesi carolingi.
Tanto che, salvo i momenti precisi di invasione o di assedio che
bloccano le attività commerciali e urbane, le città dell'anno mille
partecipano allo sviluppo occidentale, iniziato già da un buon secolo. |
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Le città ristrutturate: Boynes. Si tratta di un agglomerato fra villaggio e città anteriore al XII secolo. L'ampliamento decisivo avvenne nel XIII secolo, quando fu costruita la chiesa e le fortificazioni innalzate secondo una pianta quadrata, che impone le sue linee direttrici anche alla quadrettatura delle strade. |
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Villaggio circolare di Ergnies in Francia |
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Les Arcs in Francia è un tipico esempio di città sorta attorno ad un castello. Tra le maggiori città medioevali con quest'origine ricordiamo Bruges, Gand e Lovanio nelle Fiandre, Amburgo e Brema in Germania.
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La città fortificate e le cinte murarie. |
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Piccoli centri fortificati italiani come Castelfranco e Cittadella vennero fondati a una ventina di anni di distanza ( 1195 e 1220 ) da due comuni antagonisti ( Treviso e Padova ). Distano tra loro pochi kilometri e si trovano lungo la strada di collegamento tra Treviso e Vicenza.
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Cittadella in Veneto |
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Monteriggioni in Toscana |
La Couvertoirade ( Francia del sud ), Il villaggio sorgeva su una delle strade che conducevano i pellegrini verso il santuario di Santiago di Campostela. |