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Dal comune alla Signoria.
Comuni,
signorie, principati |
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Anche in Italia si assiste nel tardo Medioevo a processi di accorpamento territoriale e a una tendenza a centralizzare il potere. A differenza di altri grandi paesi dell'Occidente europeo, come Francia e, Inghilterra. questi processi non sfoceranno però in una unificazione politica, nella creazione di un unico grande Stato italiano. Lo impediranno soprattutto un reciproco bilanciamento di forze fra le maggiori entità politiche della penisola e, più oltre nel tempo, la caduta di sue ampie parti sotto dominazioni straniere. Intorno alla metà dei '400 la carta politica italiana è molto semplificata rispetto a quella di fine '200-inizi dei '300. La semplificazione geopolitica riguarda soprattutto la Valle Padana e la Toscana, aree forti dell'avanzata economia italiana investita dalla crisi trecentesca ma poi ripresasi. Sono le zone in cui massima è stata l'espansione urbana e dove è nata e si è sviluppata nel modo più compiuto l'esperienza comunale.
La vita politica comunale produce divisioni.
Agli avversari ci si impone con la forza, non si riconoscono loro
diritti eguali ai propri. Nel comune
medievale non ci sono governo e opposizione in lizza tra loro; ci sono
vincitori e vinti. Questi
ultimi debbono prendere la via dell'esilio
e per affermare le loro tesi
politiche non rimane loro che la strada delle armi, la riconquista della
città per lo più con aiuti esterni. La miniatura ci presenta un ben noto caso di fuoruscitismo, verificatosi in Firenze nel 1301. Corso Donati, capo della fazione politica dei guelfi neri, cacciato dalla città rientra con l'aiuto di alcuni potenti e libera prigionieri politici dalle prigioni, dando inizio ad una violentissima settimana di persecuzioni contro l'altra fazione, quella dei guelfi bianchi, che lo ha cacciato. D a allora egli spadroneggia nella città fino al 1308, anno in cui viene ucciso nel corso di una violenta rissa. Già
l'istituzione dei podestà è un riconoscimento
del fatto che problema centrale dei comune è la stabilità politica e la
ricerca di unità fra i cittadini. Lo
sviluppo economico accentua tensioni e scontri politici. Quando le divaricazioni appaiono troppo forti la città si
affida si affida in via temporanea a un signore. |
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Signoria e principato |
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Ai
comuni si vanno col tempo sostituendo signorie
permanenti. Sono appunto signorie quelle che combattono le guerre
condannate da Francesco
Petrarca in
una famosa canzone ( la CXXVIII dei Canzoniere) che
è un accorato appello ai signori d'Italia perché cessino di
lottare tra loro e desistano dal ricorrere a milizie mercenarie
straniere. Al mutamento
istituzionale si accompagna infatti un mutamento decisivo nella
composizione degli eserciti. Nell'Italia
padana di quegli anni al nome delle città si può sostituire quello
delle casate che le governano: Visconti
per Milano, Gonzaga
per Mantova, Da
Carrara per
Padova, Della
Scala per
Verona, Este
per Ferrara. Unica grande
eccezione - come vedremo - Venezia. Incoronazione di Gian Galeazzo Visconti a Duca di Milano, nel 1378 nella basilica di S. Ambrogio - miniatura dal Messale Ambrosianum di Anovelo da Imbonate ( Milano Biblioteca del Capitolo di S.Ambrogio )
Dal punto di vista istituzionale la signoria cittadina di quest’epoca consiste essenzialmente nell'accentramento dei poteri comunali nelle mani di una persona e d'una famiglia che li esercitava non più in modo temporaneo ma a vita. Gli ordinamenti del comune non erano perciò soppressi ma svuotati e resi subalterni al volere del signore. Le città signorili tendono ad ampliare i loro domini territoriali. Prosegue un processo di superamento della frammentazione iniziato con l'espansione dei comuni verso il contado. In diversi casi si costituiranno entità politiche che per l’epoca hanno dimensioni analoghe a quelle delle monarchie d'oltralpe. Nel '300 infatti Francia, Spagna, isole britanniche non sono ancora unite sotto uno stesso scettro. La cartina
mostra l'espansionismo visconteo di
Gian
Galeazzo. Ormai il potere di
Milano si estende militarmente ben al di là delle terre lombarde. Anche
se tale espansionismo non sarà stabile e duraturo, esso testimonia il
chiaro intento da parte dei signori milanesi di creare uno stato
dell'alta Italia impensierendo le due città rivali di Venezia e
Firenze. Le condizioni per
l'omogeneizzazione politica del territorio italiano non sono però mature
e nel XV secolo si affermerà una politica di equilibrio delle varie
signorie italiane. Agli
inizi dei '400 comincia a delinearsi nella penisola la geografia degli Stati
regionali. In queste più
larghe formazioni territoriali alla signoria si sostituirà col tempo il
principato
e cioè un potere
di tipo monarchico fondato sulla concessione di titolo (per lo più
ducale) da parte dell'imperatore (ma anche del pontefice). Il dominio
del signore conquistato con la forza, aveva in teoria una sua legittimazione
dal basso: la
città e cioè il suo popolo riconosceva il potere del signore. Ad
esempio Obizzo
d'Este viene
proclamato nel 1264 signore di Ferrara e i singoli cittadini di Ferrara
«nella plenaria riunione di tutti e singoli cittadini di Ferrara
convocati nella piazza al suono delle campane ... affinché sia
governatore, rettore e generale perpetuo ... per provvedere, correggere,
riformare ogni affare “. I Visconti, la cui signoria su Milano si stabilizza negli anni '10 dei secolo XIV, ottengono il titolo ducale nel 1395. I Medici, signori di Firenze dal 1434, divengono duchi nel 1532. Avvento delle signorie e dei principati sono processi che coprono un lungo periodo di tempo.
Causa immediata delle signorie è il bisogno
d'ordine che
via via le istituzioni comunali non sono più in grado di garantire.
Quest'incapacità, resa palese dalle perenni lotte fra le fazioni,
deriva dagli sviluppi stessi della vita economica e sociale urbana.
Nella fase di formazione e affermazione della nuova economia
mercantile la città, in cui abitano o vanno ad abitare pure molte
famiglie nobili, è a lungo luogo di continuo rimescolamento
sociale.
Successivamente l'economia urbana si assesta, subisce l'urto
della crisi e poi della ripresa: nella città si riproduce una forte
differenziazione sociale contro cui si eleva la protesta dei meno
abbienti, spesso sotto forma di movimenti ereticali o paraereticali.
E’ in quest'epoca che le istituzioni
comunali cominciano a rivelarsi insufficienti a garantire ordine e unità
dello Stato imperniato sulla città.
Le
lunghe lotte che prendono corpo in questa situazione destabilizzano le
istituzioni comunali. La crisi dei comune che ne deriva sfocia o direttamente nella
signoria o nella chiusura oligarchica dei governo urbano. Il governo
oligarchico può
poi evolvere a signoria, come a Firenze, o rimanere tale. come a
Venezia. Molti
signori hanno origini
feudali. Per
trovare signori di d'origine borghese, sostiene, bisogna arrivare alla
seconda o terza generazione delle signorie. Numerosi, e variabili da
zona a zona, sono gli elementi che spiegano l'origine feudale dei
signori. Due almeno vanno
sottolineati. La fisionomia
della città e del comune cittadino nonché dell'economia urbana della
Valle del Po e della Toscana è segnata da una originaria commissione
fra nuovi e antichi protagonisti, fra borghesia e nobiltà feudale.
Inoltre, per quanto l'economia mercantile faccia enormi progressi, i
feudatari disponevano collettivamente di solide risorse, sia in entrate
che in uomini. Il Palazzo Ducale di Mantova, una delle più grandi e lussuose regge europee, è un insieme di edifici che mostra come la signoria dei Gonzaga nel corso del XV secolo abbia integrato in un unico complesso antichi edifici, rendendoli funzionali al progetto urbanistico della corte ducale. Sullo sfondo il castello trecentesco di S. Giorgio, simbolo dell'antica roccaforte della famiglia, la Piazza Castello, destinata ad ospitare spettacoli teatrali; la cinquecentesca facciata della chiesa di S. Barbara e, sullo sfondo, il lago formato da un allagamento del fiume Mincio. La città appare profondamente segnata dalla presenza signorile.
L'allargamento
territoriale dello Stato
prima signorile e poi principesco
s'accompagna con una crescente complessità delle funzioni statali. Il
potere politico principesco pretende che sui territori dominati sia
riconosciuta la sua piena
sovranità e
rivendica ampie prerogative che tende a esercitare direttamente
attraverso strumenti burocratico - amministrativi appositamente creati, al
cui centro sta la corte
dei principe.
Lo Stato principesco è tuttavia meno compatto e unitario di quel
che può apparire a prima vista. Non
vengono in realtà scalfite le consuetudini e i diritti locali d'origine
feudale. Per questo qualche studioso ha definito lo Stato principesco
italiano una formazione
neo-feudale.
Sarebbe un grave errore identificare la signoria e il principato con una
monarchia centralizzata in quanto non poterono essere cancellati i particolarismi locali fondati su
consuetudini, privilegi, antichi statuti . Il Palazzo ducale di Urbino, sede della signoria dei Montefeltro
Il Palazzo dei duchi di Urbino, i Montefeltro una delle più importanti signorie territoriali delle Marche.
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