Gravitazione di popoli La Chiesa L'impero Il feudo Il comune Atlante storico Relazioni di sistema   Cronologia

La villa romana come anticipazione della curtis

Il castello 1,  2, 3, 4.

L'investitura feudale  

La signoria locale e il diritto di banno.  

Economia curtense  

La cavalleria e la sua evoluzione

La gerarchia feudale

La società trinitaria

 I vescovi conti e la lotta per le investiture

 Evoluzione del  paesaggio agrario  

La villa romana e le domus cultae come anticipazioni della curtis .

La villa dei ricchi latifondisti romani testimonia nella stessa grandiosità di concezione e nell'autarchia produttiva la crisi della città nel tardo impero. Nucleo centrale dell'economia rurale essa raggruppa intorno all'abitazione del proprietario le lavorazioni artigianali e gli spazi per la conservazione e lavorazione dei prodotti agricoli. La villa qui riprodotta è stata costruita in Gallia in tempi diversi tra il I e il IV secolo d. C. A sinistra un portico a emiciclo precede l'entrata e ospita un piccolo santuario, al centro un grande cortile ( m. 26 x 22 ) con colonnato su cui si aprono gli appartamenti, in alto le terme ed il ninfeo. Questa è solo la dimora signorile. Tutto l'insieme della villa si estendeva su 4 ettari con circa 200 locali di abitazione. Le proprietà che facevano capo a questa villa erano di circa 1500 ettari, in cui lavoravano non meno di 500 persone.

La casa padronale, come compare in questo mosaico africano, mostra anche l'aspetto di fortilizio, che queste costruzioni, isolate nella campagna assunsero nell'età incerta delle rivolte e delle invasioni.

Questo mosaico invece raffigura due scene di vendemmia: esso fa parte di un calendario rustico dell'inizio del III secolo, che illustra le attività dei campi nelle diverse stagioni.

La domus culta di Capracore - Una villa fortificata del Lazio meridionale. Miniatura dal Corpus agrimensorum del sec. IX - Roma Biblioteca Apostolica Vaticana.

Le domus cultae ( residenze con terreni adibiti a coltura, cioè in termini moderni  aziende agricole ) sono la struttura produttiva fondamentale del nascente Stato della Chiesa. Esse nascono soprattutto nel corso dell'VIII secolo per risolvere il problema dell'approvigionamento di derrate alimentari per la città di Roma. La situazione creatasi nell'area dei Mediterraneo rendeva oggettivamente assai difficoltosi gli scambi commerciali e le importazioni di materie prime.  I pontefici si videro dunque quasi costretti ad incentivare l'agricoltura nei territori immediatamente circostanti l'Urbe, territori che peraltro, proprio in quella fase, entravano a far parte stabilmente dei loro domini.

Il primo impulso in questa direzione era stato dato già da Gregorio Magno, ma fu solo a partire dalla metà dell'VIII secolo e poi con il pontificato di Adriano I che esse si diffusero in tutta la campagna romana. Attraverso una ricca documentazione noi siamo ben informati sulla struttura e il funzionamento di una di queste domus culttae, quella di Capracorum, posta sul sito di una antica villa romana presso Veio, nel Lazio settentrionale. Essa era costituita da un grande latifondo lasciato in eredità alla Chiesa, cui si aggiunsero successivamente altri terreni acquisiti in forme diverse.  Le sue pertinenze comprendevano «fattorie, terre, edifici, vigneti, olivi, e mulini» e l'azienda produceva cereali, vino e ortaggi che venivano inviati a Roma e destinati ai sostentamento delle opere di carità.  Con questi prodotti si nutrivano circa cento poveri al giorno, che ricevevano una libbra di pane, due boccali di vino e una scodella di carne.

Il sistema delle domus cultae si diffuse rapidamente e il solo Adriano I ne istituì almeno sette: esse vennero successivamente raccordate tra loro e con la città attraverso una rete stradale mantenuta sempre efficiente, che consentiva il trasporto delle derrate a Roma in tutta sicurezza e in tempi assai rapidi. Con il passare dei tempo esse assunsero un significato politico ed amministrativo, oltre che economico, assai preciso: in ognuna di esse vennero costruite chiese ed oratori e vennero insediate piccole comunità di membri dei clero, costoro sovrintendevano alla produzione ma costituivano al tempo stesso altrettanti punti di riferimento per l'amministrazione, svolgendo una funzione di controllo nei confronti degli altri grandi proprietari terrieri dell'epoca: le famiglie nobiliari e le grandi abbazie.  

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