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Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi nel sud dell'Italia dopo il Mille.

 Bizantini, Arabi, Normanni, Svevi: la prima fase di dominazione straniera.

 

Il cartogramma evidenzia come il sud dell'Italia sia stato oggetto dell'espansionismo di numerosi popoli e quindi dei disegni di conquista di alcune dinastie straniere tra il IX ed il XIV secolo. L'influenza di alcune di queste dominazioni è ad esempio riscontrabile nell'architettura siciliana del XII secolo e negli intrecci  di molte culture, rispettose delle reciproche conquiste. Alla presenza bizantina si sovrappose quella araba nel IX secolo e quindi quella normanna all' inizio dell'XI secolo, ma stabilizzata con la nascita del regno di Sicilia nel 1130 ( Ruggero II d'Altavilla ). Sul finire del secolo nel 1194, l'imperatore svevo Enrico VI di Hoenstaufen, in ragione del suo matrimonio con Costanza di Altavilla, unisce la corona imperiale sveva a quella di Sicilia. Tale matrimonio unendo i possessi normanni del sud dell'Italia con quelli svevi porta il figlio Federico II ad avere il possesso del Meridione e della Sicilia ( 1215-1250 ), creando un primo stato accentrato nel sud dell'Italia ( Costituzioni melfitane ).  

Una famiglia nobile di Francia, quella degli Angioini , avrà il compito di scacciare definitivamente gli imperatori di stirpe tedesca dall'Italia. La sconfitta di Manfredi figlio naturale di Federico II a Benevento ( 1266 ) ad opera di Carlo d'Angiò  segna praticamente la fine del secolare controllo del Sacro Romano Impero sulle terre italiane.

 

La Sicilia dagli Angioini agli Aragonesi  

 

Carlo d'Angiò ,grazie all'appoggio papale , si era stabilito nel sud dell'Italia ed aveva eliminato tutti i funzionari al servizio degli Svevi. Ma il suo governo non aveva portato nessun giovamento alle condizioni dei siciliani, che rimpiangevano la politica degli Svevi aperti alle innovazioni.Verso gli Angioini c'era una forma di intolleranza da parte della popolazione locale, che era costretta ad un forte fiscalismo , per mantenere i regnanti francesi.

 

Prendendo spunto da un fatto avvenuto il lunedì di Pasqua del 1282 a Palermo ( una giovane donna fu offesa da un soldato francese all'uscita da messa ) scoppiò una rivolta, chiamata GUERRA DEL VESPRO.

Hayez, I Vespri siciliani.

 

Accanto alla popolazione palermitana c'era anche l'aristocrazia locale, alleata agli Aragonesi di Spagna e avversa alla dominazione angioina. La rivolta si allargò a tutta l'isola e una lega di città si ribellò ai francesi.   Le città non sostenute dal papa, chiesero ed ottennero l'aiuto degli Aragonesi ( che avevano interesse per la loro politica mediterranea a mettere le mani sull'isola ) nella persona di Pietro d'Aragona, lo sposo di Costanza, la figlia di Manfredi (  ce ne parla Dante nel III del Purgatorio ). La fine della guerra avvenne nel 1302 con la pace di CALTABELLOTTA con cui la Sicilia andava agli Aragonesi di re Federico, mentre il Napoletano restava agli Angioini.

Anche gli Aragonesi tuttavia ressero il loro potere sulla collaborazione dei baroni siciliani, la vecchia feudalità locale , senza ridare spazio alle autonomie comunali. Anche la Sardegna sarà infeudata dal papa alla casa d'Aragona.

 

LA  PACE DI CALTABELLOTTA SEGNA LA FRANTUMAZIONE DEL SUD D'ITALIA IN DUE AREE SEPARATE ED UN ARRETRAMENTO RISPETTO ALLA POLITICA DI UNIFICAZIONE DI FEDERICO  II. LE CONDIZIONI GEOMORFOLOGICHE E PEDOLOGICHE DELL'AREA MERIDIONALE PEGGIORANO SUL PIANO DELLO SFRUTTAMENTO DEL SUOLO E DELL'AGRICOLTURA. SI RITORNA AL PASCOLO ESTENSIVO ED AL DISBOSCAMENTO CHE TANTA PARTE AVRA' NEL REGRESSO ECONOMICO DELL'ISOLA.

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