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Impero romano ai tempo di Augusto

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La tetrarchia di Diocleziano.(III sec d.C.)

Nel III secolo l'Impero non costituisce più l'unica grande organizzazione statale del mondo occidentale, ma inizia ad essere costretto a difendersi da nemici sempre più potenti ( Parti ad Oriente, federazione barbariche di Goti, Franchi ed Alemanni lungo la linea del Reno e del Danubio). Parallelamente si va attuando un indebolimento interno dell'economia romana. Dopo i tentativi di Adriano e Marco Aurelio di affidare alle aristocrazie locali il controllo delle città e dei rispettivi territori, l'imperatore Diocleziano ( 284 - 305 ) al fine di  migliorare la difesa delle frontiere e di togliere il meccanismo delle successioni all'arbitrio delle truppe, dei pretoriani e del senato, divise l'impero in due parti. Quella orientale con capitale a Nicomedia in Bitinia era retta dallo stesso Diocleziano, con il titolo di Augusto, quella occidentale con capitale a Milano era governata da Massimiano, che veniva elevato ad Augusto al pari di Diocleziano. Ognuno dei due Augusti era coadiuvato da un vice-imperatore con il titolo di Cesare: Galerio in Oriente, Costanzo Cloro in occidente. I due Cesari erano destinati a succedere ai due Augusti ed avrebbero a loro volta nominato due Cesari destinati a succedere loro. Anche questo espediente non riuscì tuttavia a ridare pace all'impero. Una nuova riunificazione territoriale si avrà con l'imperatore Costantino ( 313 d.C. ).

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