Presentazione | Mappe semantiche | Lemmi testuali | Contesti |
Indice
dei testi Indice dei grafi |
Mappa dei lemmi testuali
Lemma testuale - citazione |
Ridefinizione del concetto in chiave testuale. |
Autori e opere |
Amore lo vuole, ed egli vi sale, poiché non gli importa dell'onta, dal momento che Amore glielo comanda e lo vuole. | Lancillotto per Amore decide di accettare la prova d'amore: per raggiungere Gorre salirà sulla carretta che rischia di fargli perdere l'onore. |
Chrétien de Troyes- |
Colui che ama è molto ubbidiente, e fa subito e volentieri, quando è un innamorato devoto, ciò che sa che piace alla sua donna. | Il servizio d'amore si nutre di obbedienza assoluta alla donna. Anche se Lancillotto è stato trascurato da Ginevra, egli accetta la volontà della donna | |
poi viene al letto della regina, e la adora e le si inchina, poiché in nessuna reliquia crede tanto. E la regina stende le braccia verso di lui e lo abbraccia, lo avvince strettamente al petto (...) Da Amore venne la buona accoglienza che gli fece | L'incontro amoroso è il premio finale per il cavaliere che ha sostenuto molte difficili prove per la sua dama. La condivisione di Amore si celebra con la buona accoglienza della donna che sta per concedersi al cavaliere. | |
...... non pensava l'uno dell'altro altro che tutto onore e
già il loro cuore non si
pensava follia neuna di folle amore |
la follia d'amore intesa come passione irrazionale che si consuma nell'amore cortese ( passione adultera di un nobile cavaliere per una dama già promessa sposa ma ugualmente ambita..). |
Tristano e Isotta
|
presero li fiaschi del beveraggio amoroso | Il filtro d'amore
unirà per sbaglio ed eternamente Tristano ed Isotta, già promessa sposa a re
Marco di Cornovaglia. Il filtro ( elemento magico
) è inesorabile e
giustifica in qualche modo la follia d'amore dei due giovani. |
|
Madonna Isotta, io non vi verròe meno e sì vi dico ch'io combatterò d'infino a tanto ch'io avroe de la vita | Il servizio d'amore porta il cavaliere a donare tutto se stesso per la propria dama. La vita del cavaliere con la sua prodezza e generosità è un dono che viene offerto disinteressatamente alla dama, come un cavaliere dona totale fedeltà al suo signore. | |
E io combatteroe col vostro segnore per diliveramento
di me e di miei compagni». |
Il duello con un altro forte signore armato è la prova di coraggio che ogni cavaliere deve affrontare anche per portare aiuto ai suoi compagni in pericolo. La cortesia unisce disinteresse e prodezza nelle armi. | |
Al cor gentil rempaira sempre amore |
La corrispondenza di
nobiltà d'animo ed amore. Intima contiguità, quasi identità di rapporto
tra una caratteristica psicologica e morale dell'animo e la presenza effettiva di
una condizione interiore: l'innamoramento. |
Guinizzelli |
..dis omo alter: "Gentil per sclatta torno"; lui semblo al fango, al sol gentil valore... |
la nobiltà d'animo
si contrappone alla nobiltà di stirpe come elemento discriminante per il
sentimento amoroso e per ridefinire i valori sociali. |
|
...tenne d'angel sembianza | Donna
angelo. La bellezza angelica come
elemento qualificante della perfezione quasi divina della figura femminile
diviene elemento
spiritualizzante che riavvicina la sfera amorosa a quella religiosa. |
|
Donna me prega, - per
ch'eo
voglio dire d'un accidente - che sovente - è fero ed è sì altero - ch'è chiamato amore: |
Ripresenta le tematiche del sentimento d'amore con una teorizzazione precisa a livello psicologico e filosofico. Chiarisce la natura e la fenomenologia del sentimento. Va legata alla canzone manifesto di Guinizzelli. |
Cavalcanti |
Tanto gentile
e tanto onesta pare la donna mia quand'ella altrui saluta |
nobiltà spirituale e decoro come attributi stilnovistici. Il saluto è tangibile significazione di presenza della donna in uno spazio quasi religioso |
Vita nova
|
Ella si va
sentendosi laudare benignamente d'umiltà vestuta |
La lode
è la modalità con cui Dante decide di evocare la presenza straordinaria
della donna, connotata soprattutto di virtù morali quali l'umiltà.
|
|
e
par che sia una cosa venuta da cielo in terra a miracol mostrare |
La sua è apparizione miracolosa capace di testimoniare quasi l'eccezionalità di una presenza divina sulla terra. E' prodigioso l'evento di Beatrice che incede e si manifesta palesemente come essere di natura superiore. | |
e furon sì smagati li spirti miei, che ciascun giva errando; |
Turbamento,
sofferenza, angoscia, quasi perdita d'identità nella incerta prefigurazione
della morte di Beatrice. Il controllo dei sensi (
li spiriti ) viene meno nel dolore di un presentimento oscuro. |
|
Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono di quei sospiri ond'io nudriva 'l core in sul mio primo giovenile errore |
C'è corrispondenza tra l'alternarsi degli stati d'animo del poeta ( errore giovanile / finale ravvedimento ) ed il tono poetico difforme in cui il sentimento amoroso viene di volta in volta espresso nel Canzoniere. |
Petrarca
|
et del mio vaneggiar vergogna
è 'l
frutto, e 'l pentérsi, e 'l conoscer chiaramente che quanto piace al mondo è breve sogno. |
Vergogna e pentimento per la passione: l'età matura rivela la vanità di ogni umano desiderio. | |
Solo
e pensoso
i più deserti campi vo mesurando a passi tardi e lenti, e gli occhi porto per fuggire intenti ove vestigio uman l'arena stampi. |
L'impossibile ricerca di solitudine di fronte all'incalzare dei pensieri d'amore. | |
sì
ch'io mi credo omai che monti
et piagge e fiumi et selve sappian di che tempre sia la mia vita, ch'è celata altrui. |
La natura è specchio dei sentimenti del poeta. Essa pare quasi personificata in intima confidente. | |
Erano i capei
d'oro a l'aura
sparsi che 'n mille dolci nodi gli avolgea, |
Il corpo di Laura è contemplato con stupore mentre si anticipa il senhal ( espressione simbolica riferita all'amata ) | |
Chiare,
fresche et dolci acque, ove le belle membra pose colei che sola a me par donna; gentil ramo (....) erba e fior (....) aere sacro, sereno, date udienza insieme a le dolenti mie parole estreme. |
La
natura come muta interlocutrice
nel momento della rievocazione dell'incontro con Laura. La stagione
primaverile inquadra perfettamente - nella memoria del poeta -
l'apparizione della sua creatura ideale. Le ultime parole del poeta si rivolgono ad una natura quasi personificata. |
|
Quanto
più m'avicino al giorno
estremo che l'umana miseria suol far breve, più veggio il tempo andar veloce et leve, e 'l mio di lui sperar fallace et scemo. |
La fugacità del tempo fa percepire la fragilità di ogni speranza e l'inutilità dei pensieri d'amore ( vano errare). | |
.....................Non
molto andremo d'amor parlando omai, ché 'l duro et greve terreno incarco come fresca neve si va struggendo; onde noi pace avremo: |
La pace dai tormentosi affanni verrà solo dal lento dileguarsi della passione, accompagnata dalla decadenza del corpo. | |
Veggio
al mio navigar turbati i venti veggio fortuna in porto, e stanco omai il mio nocchier, e rotte arbore e sarte, e i lumi belli che mirar soglio, spenti |
Viene riproposta la metafora della vita come una difficile navigazione, che neppure la vista del porto ( la morte ) rende più serena. La ragione è incapace di gestire l'intimo dissidio delle passioni e di fronteggiare la memoria del passato. |