Presentazione Mappe semantiche Lemmi testuali Contesti Indice dei testi
Indice dei grafi

Dante Alighieri -Vita nova
Donna pietosa e di novella etade

Questa canzone ha due parti: ne la prima dico, parlando a indiffinita persona, come io fui levato d'una vana fantasia da certe donne, e come promisi loro di dirla; ne la seconda dico come io dissi a loro. La seconda comincia quivi: Mentr'io pensava. La prima parte si divide in due: ne la prima dico quello che certe donne, e che una sola, dissero e fecero per la mia fantasia quanto è dinanzi che io fossi tornato in verace condizione; ne la seconda dico quello che queste donne mi dissero poi che io lasciai questo farneticare; e comincia questa parte quivi: Era la voce mia. Poscia quando dico: Mentr'io pensava, dico come io dissi loro questa mia imaginazione. Ed intorno a ciò foe due parti: ne la prima dico per ordine questa imaginazione; ne la seconda, dicendo a che ora mi chiamaro, le ringrazio chiusamente; e comincia quivi questa parte: Voi mi chiamaste.

Donna pietosa e di novella etate,
adorna assai di gentilezze umane,
ch'era là 'v'io chiamava spesso Morte,
veggendo li occhi miei pien di pietate,
e ascoltando le parole vane,
si mosse con paura a pianger forte.
E altre donne, che si fuoro accorte
di me per quella che meco piangia,
fecer lei partir via,
e appressarsi per farmi sentire.
Qual dicea: «Non dormire»,
e qual dicea: «Perché sì ti sconforte?»
Allor lassai la nova fantasia,
chiamando il nome de la donna mia.

Una donna pietosa, accompagnata da altre,  ha pietà di Dante malato e vaneggiante e piange con lui, mentre costui invoca il nome di Beatrice.

Era la voce mia sì dolorosa
e rotta sì da l'angoscia del pianto,
ch'io solo intesi il nome nel mio core;

e con tutta la vista vergognosa
ch'era nel viso mio giunta cotanto,
mi fece verso lor volgere Amore.
Elli era tale a veder mio colore,
che facea ragionar di morte altrui:
«Deh, consoliam costui»
pregava l'una l'altra umilemente;
e dicevan sovente:
«Che vedestù, che tu non hai valore?»
E quando un poco confortato fui,
io dissi: «Donne, dicerollo a vui.

Evidente l'alterazione fisica: voce scomposta e rotta dal pianto, pallore quasi mortale. Le donne si volgono a consolare Dante che pare avere una visione. Il poeta alla fine riesce ad esprimersi.

Mentr'io pensava la mia frale vita,
e vedea 'l suo durar com'è leggiero,
piansemi Amor nel core, ove dimora;
per che l'anima mia fu sì smarrita,
che sospirando dicea nel pensero:
- Ben converrà che la mia donna mora -.
Io presi tanto smarrimento allora,
ch'io chiusi li occhi vilmente gravati,
e furon sì smagati
li spirti miei, che ciascun giva errando;

e poscia imaginando,
di caunoscenza e di verità fora,
visi di donne m'apparver crucciati,
che mi dicean pur: - Morra'ti, morra'ti -.

Il pensiero della sua fragile vita si associa al triste presentimento della morte della sua donna. La sensibilità vien meno a questo pensiero ed una nuova terribile visione lo angoscia. Tristi volti di donna gli ricordano la necessità della morte.

Poi vidi cose dubitose molte,
nel vano imaginare ov'io entrai;
ed esser mi parea non so in qual loco,
e veder donne andar per via disciolte,
qual lagrimando, e qual traendo guai,
che di tristizia saettavan foco.
Poi mi parve vedere a poco a poco
turbar lo sole e apparir la stella,
e pianger elli ed ella;
cader li augelli volando per l'are,
e la terra tremare;

ed omo apparve scolorito e fioco,
dicendomi:
- Che fai? Non sai novella?
morta è la donna tua, ch'era sì bella -.

 

Poi compaiono terribili visioni apocalittiche: donne scarmigliate per il dolore, oscurarsi della luce solare, pianto degli astri, caduta di uccelli dal cielo, tremore della terra...e infine la voce di un uomo pallido e dalla debole voce che annuncia la morte avvenuta di Beatrice.

La morte di Beatrice ( la portatrice di beatitudine ) è evento quasi apocalittico, paragonato idealmente alla morte del Cristo.

Levava li occhi miei bagnati in pianti,
e vedea, che parean pioggia di manna,
li angeli che tornavan suso in cielo,
e una nuvoletta avean davanti,
dopo la qual gridavan tutti: Osanna;

e s'altro avesser detto, a voi dire'lo.
Allor diceva Amor: - Più nol ti celo;
vieni a veder nostra donna che giace -.
Lo imaginar fallace
mi condusse a veder madonna morta;
e quand'io l'avea scorta,
vedea che donne la covrian d'un velo;
ed avea seco umilità verace,
che parea che dicesse: - Io sono in pace -.

Gli angeli tornano in cielo ed hanno davanti a sé l'anima di Beatrice. Amore invita allora Dante a guardare il corpo della sua donna morta. Essa è coperta da un velo; appare umile come in vita e sembra dire che si trova nella pace eterna.

Io divenia nel dolor sì umile,
veggendo in lei tanta umiltà formata,
ch'io dicea: - Morte, assai dolce ti tegno;
tu dei omai esser cosa gentile,
poi che tu se' ne la mia donna stata,

e dei aver pietate e non disdegno.
Vedi che sì desideroso vegno
d'esser de' tuoi,
ch'io ti somiglio in fede.
Vieni, ché 'l cor te chiede.-

Poi mi partia, consumato ogne duolo;
e quand'io era solo,
dicea, guardando verso l'alto regno:
- Beato, anima bella, chi te vede! -
Voi mi chiamaste allor, vostra merzede.»

Ora che la morte ha toccato la sua donna essa appare  accettabile anzi auspicabile; è divenuta una cosa gentile.  Egli è desideroso di ricongiungersi a lei al di là della vita. Felice chi incontrerà e la vedrà nel regno di Dio.

L'angoscia di morte si risolve in una prospettiva religiosa. La ricongiunzione con Beatrice assurta in cielo.

Home page