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F. Petrarca - Voi
ch'ascoltate in rime sparse il suono
mappa testuale
Voi ch'ascoltate in
rime sparse il suono |
Voi che ascoltate in versi di
varia natura l'eco di quei sospiri di cui io nutrivo il mio animo al tempo del mio primo errore giovanile quando ero in parte diverso dall'uomo che oggi sono |
del vario stile in ch'io piango et
ragiono, fra le vane speranze e 'l van dolore, ove sia chi per prova intenda amore, spero trovar pietà, nonché perdono. |
spero di trovar comprensione e
perdono - presso chi, per diretta esperienza, conosce cosa sia amore - per il vario stile in cui piango e rifletto ( sulla mia condizione) tra inutili speranze e vano dolore. |
Ma ben veggio or sì come al popol tutto favola fui gran tempo, onde sovente di me medesmo meco mi vergogno; |
Ma mi accorgo ormai come per
tutti gli altri sia stato oggetto di derisione per lungo tempo, per cui spesso di me stesso mi vergogno; |
et del mio vaneggiar vergogna è 'l
frutto, |
vergogna è il frutto del mio
inutile vaneggiare il pentimento e l'accorgermi chiaramente che, quanto piace all'uomo, non è altro che un breve sogno. |