Die Brücke. La città di Ludwig Kirchner
● Die Brücke:
un'esperienza di rottura
Le figure più significative sono
Ludwig Kirchner,
l'anima del gruppo, e, in ordine di ingresso,
Erich Heckel,
Karl Schmidt-Rottluff,
Emil Nolde,
Max Pechstein
e Otto Mueller.
Al di là delle affinità di linguaggio, si differenziano i dati caratteriali.
Kirchner è
il pittore dalle più spiccate qualità introspettive, ma è anche
quello che, prima degli altri,
guarda al tema urbano; non a caso, dunque, è anche l'artista
del gruppo che introduce
elementi
cubisteggianti tra i prevalenti
riferimenti ai fauves, affiancato, in
questo, forse solo da Heckel.
Quest'ultimo, pure incline a un forte psicologismo, sembra il più
interessato alle trasparenze luminose e a una struttura regolare,
"cristallina" del quadro, vicine, dunque, a dipinti dell'area "orfica", a
Delaunay e a
Marc,
e a una interpretazione strutturale della pennellata di
Cézanne.
Nolde ama i
soggetti religiosi, ma anche il colore esuberante dei fiori e dei paesaggi.
Nei suoi dipinti ispirati alla vita di Cristo è il pittore che più
palesemente si ispira alle "maschere" di
Ensor e, nello
stesso tempo, alle istanze sociali avanzate nel cristianesimo "di
sinistra" della Bruxelles fin de siede. I meno "problematici" del gruppo
appaiono
Schmidt-Rottluff e
Pechstein, interessati più alla figura e al paesaggio che ai
tratti del volto. Schmidt-Rottluff, pur adottando una pennellata vicina a
van Gogh, non
sembra riprendere un'istanza tragica simile a quella di altri espressionisti
tedeschi. |
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● Ludwig
Kirchner ed il primo espressionismo tedesco
Kirchner (1880-1938) è il rappresentante più importante della
prima fase
dell’espressionismo in Germania. Egli è tra i fondatori nel 1905 del
gruppo Die Brücke ( Il ponte )
insieme a Karl
Schmidt-Rottluff,
Fritz Bleyl
ed
Erich Heckel. Con
lui altri artisti erano mossi da una volontà di rottura con la
tradizione accademica e di polemica verso la società contemporanea.
Portarono alle estreme conseguenze l'ideologia romantica, affermando la
priorità della coscienza soggettiva e la necessità dell' artista di liberare
senza mediazioni il "grido originario" ( Ur-schrei ) in polemica
con una concezione classica del fare artistico. I precedenti di questo tipo
di pittura, che connota in modi nuovi l'immaginario urbano, sono le opere di
Van Gogh e
Gauguin, di
Munch ed
Ensor ed il gruppo dei
fauves con le sue audacie cromatiche: uso dei colori accesi
fortemente contrastanti, deformazione dell'immagine ( ora in chiave
caricaturale, ora di visione interiore e psicologica ).
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L'opposizione città-campagna, che era già comparsa
con l'Impressionismo, torna nell'opera dei pittori del gruppo
Die Brücke
che si esprimono con accenti pre-espressionisti.
Ne! quadro Torre rossa ad Halle
del pittore tedesco
Kirchner la città non è vista come luogo di piacevole
affollamento o di attività confusa e frenetica, quanto piuttosto
trasfigurazione delle ossessioni del vivere, con i suoi emblemi
(
la torre ) inseriti in forti contrasti cromatici. Le tonalità dei fauves ora
vengono impiegate con caratteri più visionari e ossessivi, in
un contesto di assenza di presenze umane. Questa tensione
espressiva di
Kirchner fatta di
una pittura mossa, pastosa a pennellate marcate
è condivisa da
Erich Heckel
e
Karl
Schmidt-Rottluff ed era debitrice senza dubbio dell'opera
di Van Gogh.
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L'atteggiamento di
Kirchner diverge da
quello dei suoi compagni del gruppo. Lo shock della guerra incide certamente
sul suo equilibrio psichico, segnato dall'isolamento del lungo periodo di
Davos. L'istanza di comunicazione,
enunciata nel 1906, si rovescia fin dalle prime opere originali in una
poetica dell'incomunicabilità.
Le sue figure femminili lanciano appelli inarticolati cui lo spettatore non
è in grado di rispondere: la fissità di uno sguardo rende impenetrabile
la psicologia del personaggio, di cui si intuisce, ma non si legge il
dramma interiore;
l'indeterminatezza dei tratti fisionomici
impedisce alle forme di tradursi in
messaggio. |
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