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La dimensione privata della città. Dal decoro borghese
all'esasperata banalità del quotidiano

● L'intimità e il tempo piacevolmente dilatato degli interni
 


" Sì, tutto potrebbe iniziare così, qui, in questo modo, una maniera un po' pesante e lenta, nel luogo neutro che appartiene a tutti e a nessuno, dove la gente s'incontra quasi senza vedersi, in cui la vita dell'edificio si ripercuote, lontana e regolare. Di quello che succede dietro le pesanti porte degli appartamenti, spesso se non sempre si avvertono solo quegli echi esplosi, quei brani, quei brandelli, quegli schizzi, quegli abbozzi, quegli iincidenti o accidenti che si svolgono in quelle che si chiamano le parti comuni, i piccoli rumori felpati che la passatoia di lana rossa attutisce, gli embrioni di vita comunitaria che sempre si fermano sul pianerottolo. Gli abitanti di uno stesso edificio vivono a pochi centimetri di distanza, separati da un semplice tramezzo, e condividono gli stessi spazi ripetuti di piano in piano, fanno gli stessi gesti nello stesso tempo, aprire il rubinetto, accendere la luce, preparare la tavola, qualche decina di esistenze simultanee che si ripetono da un piano all'altro, da un edificio all'altro, da una via all'altra

( da G. Perec, La vita istruzioni per l'uso, Hachette - Rizzoli, 1978 - 1997 )

 


Il passo del narratore e saggista francese George Perec fa riflettere sul rapporto che lega la vita esterna e pubblica della città ai momenti della vita privata, che si consumano negli interni delle abitazioni. Questo sottile rapporto esiste senza dubbio ed a metà dell'Ottocento è ancora legato a referenti culturali abbastanza condivisi: la sacralità della famiglia, l'educazione dei figli, il rispetto delle gerarchie parentali, l'uso codificato del tempo libero, il senso del decoro con l'ossequio rigido alle convenzioni domestiche.
 

col
C. Monet, La colazione, 1868









C. Monet, Meditazione, La Signora Monet seduta sul canapé 1870-71
 


pi
E. Manet, La signora Manet al piano, 1867 - 1868





C. Manet, La lettura, 1868

 



Ch
A. Renoir, La Signora Charpentier con i figli, 1878


A. Renoir, Giovani ragazze al piano, 1892

 


G. Boldini, Le sorelle Laskaraky, 1869

 


A. Roll, Le Retour du bal, 1886
 

● Modalità rappresentative della dimensione privata in Degas
 


La pittura di Degas interpreta originalmente la dimensione del privato, connotandone fortemente certi aspetti. Nel fare questo egli impiega  un linguaggio ancora realistico, adatto a rendere le particolari atmosfere degli ambienti interni, senza condividere lo stile mimetico degli impressionisti, che si rifà soprattutto alle suggestioni dinamiche della luce naturale. I suoi modelli sono indubbiamente numerosi, attinti dal grande museo del passato ( Van Dick, Poussin, Velasquez, Goya, David, Ingres ), attualizzati, per dare voce ai nuovi eroi della quotidianità. La sua pittura non è immediata, istintiva, ma esprime una linea più meditata, intellettuale, che fa del disegno e della posa dei modelli i suoi presupposti ineliminabili. La fotografia, con i suoi tagli inconsueti e le stampe giapponesi, allora di moda a Parigi, costituiscono altri referenti della sua cultura artistica, capaci di suggerire soluzioni pregnanti a livello espressivo.

In Donna con i crisantemi
( 1865 ), un vaso di fiori si ingigantisce e si dilata lungo la superficie della tela, finendo per costituire il nucleo centrale della struttura compositiva. Il volto della donna è relegato in posizione secondaria e gli occhi guardano fuori dal quadro, lateralmente, allargando quasi lo spazio virtuale del dipinto in direzione orizzontale. Questo strano taglio dell'inquadratura non è casuale e sottolinea la marginalità della presenza umana, che l'osservatore non può ricondurre ad un preciso contesto di vita. L'oggetto centrale, il vaso di fiori posto sul piccolo tavolo, diviene da elemento decorativo fulcro significante - come natura morta - capace di connotare emblematicamente l'intero ambiente.

Nel ritratto di Hortense Valpincon ( 1871 ) Degas mostra, nella dolcezza del volto, un vivace ed elegante gusto decorativo. Egli mette in evidenza le masse di neri e di bianchi, mutuando questo gusto dal mondo giapponese. Compaiono sempre più numerosi nei ritratti  ( di un solo personaggio, di coppie o di veri e propri gruppi di famiglia ) sfondi decorativi, costituiti da stoffe, tappezzerie, carte da parati, specchi, che fungono da "campi di sospensione" della rappresentazione. Essi hanno la funzione di  distanziare l'osservatore nei confronti di ciò che è troppo facilmente denotativo, naturalistico, creando una specie di pausa di riflessione, un rallentamento mentale, che aiuta a meglio gustare le soluzioni formali della composizione, approdando concettualmente e non emotivamente alla natura dei vari soggetti.

In
Interno presso Menil-Hubert la ricchezza di motivi decorativi sulle pareti, gli specchi, i quadri alle pareti ed il gioco di ombre nella stanza vuota sono orientati a colmare lo spazio visivo di questo interno, dando un'idea di chiusura misteriosa e claustrale, che si apre enigmaticamente su un vano adiacente. Atmosfera un po' angosciante, che vedremo ricomparire in altre tele di Degas.

Appartiene invece ad un'altra fase della produzione dell'autore Davanti allo specchio ( 1889 ), dove compare una giovane donna intenta a pettinarsi davanti allo specchio. Il quadro individua un gesto legato alla sfera del corpo, come accade nelle numerose serie di donne al bagno, che toccano temi decisamente estranei alla cultura figurativa occidentale, ma non sconosciuti all'arte orientale.
 

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E. Degas, Donna con i crisantemi, 1865




E. Degas, Hortense Valpincon, 1871
 

I
E. Degas, Interno presso Menil-Hubert, 1880 ca.


E. Degas, Davanti allo specchio, 1889

● I riti della vita familiare e l'estraneità della coppia

L'immagine che Degas ci dipinge della coppia non è serena ed il luogo che ospita la vita dei coniugi spesso assume i contorni di uno spazio chiuso, inibente, impenetrabile dall'esterno e privo di vie di fuga, tutto immerso in atmosfere di preoccupata incomunicabilità. Gli interni di Degas sono prigioni piene di inquietudini.
La sua predilezione per la rappresentazione degli interni, illuminati trasversalmente da una fonte di luce invisibile che esalta solo i suoi effetti di rifrazione sulla figura umana ( Madame Camus, 1870 ), porta a racchiudere i soggetti in nicchie d'azione anguste e immutabili. Le ballerine sono destinate allo spazio ristretto del palcoscenico, della sala per gli esercizi; le modelle si muovono nell'angolo di un bagno; le prostitute per definizione vivono in "case chiuse"; le signore borghesi sono prigioniere di abiti accollati o stanze segnate da strisce di colore che sono sbarre ingigantite.
La gabbia più atroce è quella della casa in cui si muove la coppia.
Gli intemi di Degas manifestano una tensione verso l'indagine del "non visibile" assolutamente moderna. Una prima  eccentricità è data dai punti di vista obliqui, o esageratamente alti e bassi, che costringono alla deformazione anche un corpo perfetto come quello di una ballerina. Anche quando lo spazio non è rappresentato attraverso una prospettiva eccentrica, esso appare artificialmente dilatato a suggerire un "non visibile"  in interni mentalmente aperti che lasciano intravedere la realtà più profonda delle persone che li abitano.
Moltre delle atmosfere di Degas rinviano alla moderna pittura di interni di  Edward Hopper

( da G. Mori, Degas tra antico e moderno, Art e dossier n.204, Giunti 2004 )
 


E. Degas, La famiglia Bellelli, 1858-67
 


E. Degas, Ritratto dei coniugi Morbilli, 1867
 


E. Degas, Ritratto di Manet con la moglie, 1868 - 1869
 

MC
E. Degas, Madame Camus in rosso con ventaglio, 1870

 


E. Degas, Interieur - Le viol, ( Lo stupro ), 1868 - 1869
 

br
E. Degas, Il broncio, 1869 - 1871
 

● L'oggettiva fissità del quotidiano
 


Sulla Camera da letto, la tela del 1888, così scrisse Van Gogh a Gauguin:
"Ho fatto, sempre per uso mio, un quadro largo 30 della mia camera da letto, con i mobili di legno che conoscete. Ebbene, mi ha enormemente divertito fare questo interno senza nulla, con una semplicità alla Seurat. A tinte piatte ma stese grossolanamente, a pieno impasto, i muri di un lilla pallido, il pavimento di un rosso spezzato e stinto, le sedie e il letto giallo cromo, i cuscini e il lenzuolo di un verde limone molto pallido, la coperta rosso sangue, la toeletta arancione, il catino blu, la finestra verde. Avrei voluto esprimere un assoluto riposo con tutti questi toni così diversi, lo vedete, e in cui di bianco non c'è che la piccola nota data dallo specchio con la cornice nera ...".
E al fratello Théo:
"Il colore qui deve creare la cosa e, dando, con la sua semplificazione, un più alto stile alle cose, suggerire il riposo o il sonno in generale. Insomma, la vista del quadro deve riposare la testa o piuttosto l'immaginazione. ( ... ) vedi come è semplice la concezione. Ombre e ombre proiettate sono soppresse, è colorato a tinte piatte e decise come le stoffe dipinte".
 



V. Van Gogh, La camera da letto, 1888


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V. Van Gogh, La sedia di Van Gogh,1888
 


V. Van Gogh, Interno di un ristorante, 1887
 


V. Van Gogh, Caffé di notte, 1888
 


Evidenza volumetrica e solida compattezza
assumono gli oggetti nella loro struttura prevalentemente cromatica. La visione degli interni di Cezanne appare del tutto nuova ed autonoma rispetto a quella degli impressionisti e dello stesso Degas. Egli usa la luce ed il colore per costruire le forme, che, attraverso una sintetica semplificazione delle linee di contorno, sono ridotte ai termini essenziali.
Si creano nel contempo complesse strutture compositive dei vari elementi, che danno vita a ordinate disposizioni geometriche, dotate di inusitato ritmo ascensionale per una natura morta. Sul piano dei significati tale ricerca di assoluta stabilità dei piani esalta il valore strutturante dell'intera composizione. Esso suggerisce all'osservatore la continua rivisitazione dei piani visivi e delle prospettive della realtà, anche di quelle che tendiamo a considerare a noi più familiari.
 

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P. Cézanne - Natura morta con bottiglia di liquore alla menta - 1890-1894


P. Cézanne - Tenda, caraffa e piatti con frutta, 1895


● Emblemi della dimensione domestica



E. Degas, Ritratto di Hilaire Degas, 1857

 


P. Cézanne, Madame Cézanne nella poltrona gialla, 1890 - 94
 



P. Cézanne, Madame Cézanne nella poltrona rossa, 1877

 


P. Cézanne, Donna con caffettiera, 1895
 

 

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