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Il sistema tolemaico

Claudio Tolomeo ( sec II d.C. ). Tolomeo, Claudio (sec. II) Astronomo, geografo e matematico attivo ad Alessandria d´Egitto. La sua opera principale, Mathematiké syntaxis, composta da 13 libri e tradotta in arabo col nome di  Almagesto, espone le conoscenze matematiche, geometriche (con il teorema che porta il suo nome) e astronomiche del tempo, riassumendo anche l´opera di Ipparco e affermando la validità del modello geocentrico, che perfezionò introducendo la teoria degli  epicicli (sistema tolemaico). Tale modello fu accettato dalla cultura occidentale fino al sec. XVI quando, nonostante l´appoggio incondizionato della Chiesa contro ogni mutamento che togliesse l´uomo dal centro dell´universo e affermasse la validità del metodo scientifico contro il dogma, venne sostituito dal sistema eliocentrico di  Niccolò Copernico, dopo travagliate vicende che videro coinvolti i più illustri scienziati e filosofi del tempo ( G. Galilei, G. Bruno, G. Keplero). Altrettanto importante fu la sua opera di geografo: negli 8 libri della Geographia tracciò il più completo schema delle conoscenze del suo tempo su Europa, Asia e Africa, con carte in cui fece uso di latitudine e longitudine, elenchi dei nomi, suddivisione dei climi, venti.

 

 

La carta di Tolomeo

Di Claudio Tolomeo come uomo non sappiamo molto.  Nacque verso il 100 d.C. e probabilmente trascorse la maggior parte della sua vita e svolse la sua attività in Alessandria.  Fu il più grande astronomo del suo tempo e come geografo fu forse il primo a raccogliere e compilare criticamente quanto si conosceva sull'argomento nell'età classica.  Egli ricavò gran parte del suo materiale geografico da Marino di Tiro, di cui abbiamo notizia solamente attraverso l'opera di Tolomeo.  Marino aveva disegnato un planisfero basato quanto più possibile su misurazioni astronomiche e matematiche, ed aveva raccolto informazioni su varie regioni e sulla loro posizione, tanto dentro che fuori i confini delI’ impero Romano.  Benché sulla sua carta paralleli e meridiani si tagliassero ad angolo retto, egli era consapevole che questa rappresentazione dava una falsa immagine del mondo che egli sapeva essere sferico.

Tolomeo, probabilmente, non disegnò mai una sua carta, ma elaborò invece un sistema per i futuri geografi e cartografi.  Costruì diversi tipi di proiezioni da usarsi come struttura basilare, e uno era una proiezione conica pura, in cui i meridiani all'equatore si piegavano nettamente con angolazioni diverse.  In un'altra proiezione i meridiani si curvavano verso un centro situato all'incirca nella regione del polo nord non segnato. La proiezione abbracciava gradi 180 di longitudine, cioè metà della circonferenza del mondo, un po' più di 60 gradi di latitudine nord e soltanto 60 gradi di latitudine sud.

L'elenco di città e regioni da lui fornitoci si basa, in gran parte, sul materiale raccolto da Marino: ci dà la latitudine di 8000 località, tutto il tratto compreso tra il 67° nord e il  16° sud; e la longitudine di 180 di esse.  Marino di Tiro aveva calcolato che la lunghezza dell'intera fascia di terra, quale era allora conosciuta, cioè la distanza tra le isole Canarie e la Cina, era di 280°.  Tolomeo ridusse questa distanza a 180°, misura errata ancora di 50° per eccesso.  Per il suo tempo i metodi da lui usati erano rigorosamente scientifici, e soltanto 1600 anni dopo si poté calcolare per la prima volta in modo soddisfacente la longitudine. Tolomeo criticò Marino, e mise in ridicolo maggior parte delle osservazioni dei primi viaggiatori. Il più delle volte ebbe ragione, ma commise un grave errore nel non accettare la descrizione fatta da Erodoto della circumnavigazione dell'Africa ad opera dei Fenici Conseguentemente unì l'Asia all'Africa a sud, riducendo l'Oceano Indiano ad un grande mare interno.  Si pensava che la massa del territorio afro-asiatico si prolungasse a sud in un grande continente inesplorato.

Dopo di lui, molti hanno disegnato planisferi « tolemaici», seguendo le sue direttive.  Il più antico esistente risale al secolo XIV.  In questa versione della sua carta possiamo vedere che Tolomeo conosceva tanto il Mar Baltico che la Penisola Danese, ma il resto della Scandinavia era per lui soltanto un'insignificante isoletta; la Palus Maeotis ( Mar d'Azov ) si spinge quasi sino al Baltico, ma il Caspio è collocato nella posizione esatta e considerato, per la prima volta dal tempo di Erodoto, un mare interno.  Nel grande mare chiuso dell'Oceano Indiano, Taprobane (Ceylon) è disegnata quattordici volte più grande, mentre tanto l'Indo che il Gange sembrano stare nella loro posizione esatta su entrambi i lati di una Penisola Indiana, che viene restringendosi.  Si possono riconoscere l'Indocina e la Penisola di Malacca, ma poi la costa volge a sud invece che a nord.  Tolomeo era però a conoscenza di un mare al di là di Crise (la Penisola di Malacca).

Da Bjorn Landstrom, La via delle Indie, Martello editore, 1964

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