Il mappamondo medioevale di Vercelli
Il mappamondo medioevale di Vercelli è dovuto ad un autore sconosciuto,
non è datato ed è rimasto ignorato per secoli nell'Archivio e Biblioteca
Capitolare della Cattedrale. L’inventarlo
lo indicava come "Disegno antico rappresentante un quadro sinotico
(sic)" e come tale ritenuto materiale storico e non geografico-
storico. A scoprirne,la sua
vera essenza fu il prof. Carlo
Errera il quale, nell'ottobre 1908, in occasione del riordinamento
dell'Archivio, rilevò che non si trattava di un quadro sinottico, ma di
un mappamondo medioevale dipinto su pergamena, ormai sbiadito dal
tempo ed assai malconcio per le vicende a noi ignote cui dovette
sottostare le quali, tra l'altro, portarono alla distruzione, per
incendio, di molti tratti marginali e di alcuni interni.
Il
manoscritto era sempre stato conservato in forma di rotolo, non protetto
da alcuna custodia, e quindi si presentava in pessime condizioni.
Il rotolo era avvolto sulla larghezza della pergamena; dunque,
mentre le parti superiore e inferiore erano abbastanza conservate, le due
laterali risultavano lacerate e bruciacchiate in più punti.
Si aggiungano i danni provocati dalla umidità e dalle muffe che
rendevano quasi illeggibile il documento.
Per questo motivo la pergamena fu posta sotto vetro in cornice
sigillata inamovibile, di modo che ogni ulteriore guasto fosse reso
impossibile o perlomeno rallentato. Tuttavia
la pergamena si alterò ancora e soprattutto le iscrizioni, già sollevate
per una forma di desquamazione dovuta all'umidità, in parte caddero ed i
colori, esposti alla luce solare, perdettero a poco a poco la loro identità.
Si rese quindi necessario un restauro del documento per il
consolidamento e l'integrazione della pergamena mancante.
Oggi il mappamondo è conservato nella nuova sede dell'Archivio e
Biblioteca Capitolare in luogo protetto e sicuro.
Descrizione
del documento
Si
tratta di una pergamena, originariamente di forma ovale, in alcuni punti
rovinata, orientata con est in alto e ovest in basso.
Misura cm 84x70/72. Le scritte ed i disegni sono in quattro colori:
seppia, verde, nero e rosso. L’orografia,
in tinta seppia, è indicata con gruppi di tre archi di cerchio a doppia
linea disposti a loro volta a semicerchio per i monti isolati, con
allineamenti di archetti affiancati posti su una o più linee curve oppure
da un motivo a nastro semplice o doppio per le catene montuose A volte i
due nastri sono rivolti in senso opposto ad indicare due versanti della
catena.
L’idrografia
è in verde ed indicata con doppie linee sinuose.
Toponimi, didascalie e legende sono scritte in inchiostro nero.
Qua e là, nelle vignette fantastiche, vi sono puntinature e
tratteggi rossi.
I
fiumi e i bracci di mare non si distinguono fra loro: sono segnati con
grosse linee di spessore variabile e senza distinzione d'importanza.
Le città sono indicate con costruzioni quadrangolari sul cui
basamento è scritto il nome. Se
si tratta di città importanti la struttura è più complessa con più
piani con archi o finestre e croci. I sepolcri vengono indicati con
costruzioni simili a chiese con un campanile posto su uno dei due fianchi.
In basso si trovano le regioni d'Europa, alla destra quelle dell'Africa ed
in alto quelle dell'Asia.
A separare l'Europa
dall'Africa vi è la striscia del mare Mediterraneo il quale, benché
assai poco chiaro nel suo insieme, si spinge in sù anche a dividere in
parte l'Oriente, cioè l'Asia Minore, la Siria e la Palestina.
Dell'Europa figurano le seguenti regioni: Ispagna, Gallia, Italia,
Penisola balcanica. Dell'Africa
si vedono la Mauritania, la Numidia, la Tripolitania, l'Egitto.
Dell'Asia sono indicate l'Asia Minore - Siria - Palestina, la
Scizia- Armenia, l'India – Persia - Mesopotamia. Tutt' attorno sta una
fascia, in parte ormai distrutta
o illeggibile, nella quale sono contenute le "isole
fantastiche".
Il
mappamondo di Vercelli, che è uno dei più ricchi di nomi di località,
non ha alcuna legenda al di fuori del limite del planisfero stesso,
contrariamente agli altri mappamondi medioevali.
E' poi da rilevare la mancanza, in queste parti, delle figure del
Padre Eterno o di Gesù Cristo (in alto), delle sue mani (ai lati), dei
piedi (in basso) o di altre figure umane che spiccano negli altri
mappamondi, per indicare le direzioni dei venti.
La
storia del documento e il suo autore
La
questione della provenienza del documento si collega, almeno in parte, al
problema dell'autore e della sua patria.
Si tratta di un lavoro incompleto poiché molte sono le aree in
bianco o le città abbozzate e senza nome nell'apposito quadrangolo che
dovrebbe contenerlo ed il disegno non è finito.
Come pure si nota che certe colorazioni ad acquarello usate nella
parte alta a sinistra della pergamena non sono state continuate in altre
zone similari.
Studiando
attentamente il documento si può capire in quale modo esso fu compilato:
prima furono tracciati con semplici linee i limiti presunti delle varie
regioni, l'andamento dei fiumi, dei mari, ecc. che poi furono in un
secondo tempo riempiti con colori negli spazi intermedi, sia che fossero acquei che
terrestri, oppure furono ripassate pesantemente le linee stesse.
Questo vale per i corsi dei fiumi interni, cioè che non sfociano in mare, e per i bracci di mare tra le isole.
Molte isole sono segnate, ma sono rimaste prive di nome e di
didascalie. Dall'esame della
scrittura, inoltre, i compilatori della pergamena sembrano essere due.
In base a queste semplici
osservazioni si comprende come non sia possibile stabilire in quale paese
il lavoro fu composto e
chi ne sia stato l'autore o gli
autori.
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