I pellegrini |
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Agli
albori del cristianesimo i pellegrinaggi erano rari poiché il pensiero
cristiano della Chiesa nascente tendeva ad accentuare la divinità e
l'universalità di Cristo, piuttosto che la sua umanità.
Il numero di pellegrini aumentò durante il secolo VIII. I
cristiani, usciti allo scoperto dopo secoli di clandestinità volevano
vedere con i propri occhi i luoghi dove Gesù era nato, era vissuto, aveva
predicato, ma soprattutto dove era morto e risorto.
Recarsi in Palestina quindi significava trovare una conferma per la
propria fede e onorare i luoghi in cui Gesù aveva operato.
I
pellegrini provenivano dalle più differenti classi sociali; vi erano sia
ricchi che poveri, colti e analfabeti, religiosi e laici , vecchi e
giovani. Soltanto le donne,
fino all'800, per intraprendere il cammino verso la Terrasanta avevano
bisogno di una speciale dispensa, poiché il papa Gregorio XIII aveva
proibito alle donne il pellegrinaggio sotto pena di scomunica.
Erano
animati da una grande fede religiosa e, spesso, erano pronti alla morte
che, molte volte, li colpiva durante il cammino per le guerre, i predoni o
le difficoltà del viaggio.
Tra
il VII e I'VIII secolo ad opera dei monaci missionari irlandesi si diffuse
la concezione cristiana della vita come ininterrotta peregrinazione.
Contemporaneamente
la riforma della penitenza canonica, che prevedeva una corrispondenza tra
i possibili peccati e le varie pene, favori anche i pellegrinaggi come
espiazione delle colpe. I pellegrini che intraprendevano il viaggio ad
espiazione di peccati particolari venivano spogliati dell'abito mondano,
simbolo del passato di peccato, nel corso di una suggestiva cerimonia e
rivestiti di un nuovo abito umile e modesto, simbolo del cambiamento che
intendevano operare in se stessi. Tutti
i pellegrini erano comunque contrassegnati da particolari segni a seconda
della loro meta: se diretti a Gerusalemme portavano una croce o una palma
idealmente raccolta a Gerico.
Nell'iconografia
medioevale il pellegrino che si reca a piedi nei luoghi di culto indossa
un mantello lungo fino ai piedi con un cappuccio detto
"pellegrina" oppure con un cappello rotondo a tese larghe tenuto
fermo da un laccio. Immancabilmente
impugna un bastone da marcia e porta una bisaccia sufficiente per il
minimo indispensabile al viaggio.
Molti
non si accontentavano di vedere e pregare sul luoghi di culto, ma una
volta ritornati volevano tenersi vicino le reliquie, cioè piccole
porzioni dei resti mortali dei santi o degli oggetti appartenuti a Gesù o
al santi e ai martiri. Questo
desiderio, che alimenta nel medioevo un animato passaggio di reliquie, è
segnato dal bisogno di riportare con sé, una volta intrapreso il non
facile ritorno, un oggetto che continui a rappresentare un legame
tangibile con la straordinaria esperienza vissuta.
Nel
secoli IX e X poi vescovi e confessori imposero anche ai pellegrini mete
precise al raggiungimento delle quali era legata la remissione della
colpa.
Alcuni
pellegrini possedevano delle "cartine" con alcuni punti di
riferimento, ma la mappa più importante della Terrasanta fu scoperta nel
1896 in una chiesa di Madaba, località dell'attuale Giordania, dove,
durante alcuni lavori, fu portato alla luce un mosaico molto ben
conservato che risale al secolo VI e che riporta buona parte dei luoghi
visitati dal pellegrini.
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