I Sacri Monti
A partire dalla fine del XV secolo nel nord Italia iniziano a diffondersi
i primi Sacri Monti per iniziativa di Padre Bernardino Caimi, che, inviato
come Commissario a Gerusalemme, ebbe modo di constatare la gravità della
minaccia turca per i pellegrini che si recavano nei luoghi santi.
Ebbe quindi l'idea di far riprodurre sulla collina vicina a Varallo
Sesia una serie di cappelle che riproponessero il cammino
devozionale dei pellegrini senza che essi si allontanassero dalla loro
terra.
I
Sacri Monti, nati quindi con l'intento di ricordare gli episodi salienti
dell'esperienza terrena di Cristo, divennero ben
presto strumenti per diffondere il culto della Madonna e dei santi,
soprattutto a testimonianza delle verità riaffermate dal Concilio di
Trento. In questo modo, come
modello culturale e religioso, oggetto di culto popolare e meta di
pellegrini, costituirono la risposta del popolo alla Riforma protestante e
una testimonianza sensibile della fede, nonché un modello didascalico-
pedagogico strettamente legato dalla Chiesa.
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Sacri Monti, situati in genere sulla vetta dei colli e costituiti da
cappelle immerse nel folto dei boschi o dei giardini collegate fra loro da
percorsi devozionali, si presentano come "teatri montani" che
comunicano al fedele il Nuovo Testamento.
Rappresentano anche un prezioso intreccio di interessi storici,
artistici, architettonici, paesaggistici e naturalistici.
In molti di questi luoghi lavorarono artisti celebri, come Tanzio
da Varallo, Gaudenzi Ferrari, il Morazzone e Giovanni D'Errico.
In
Italia la regione che ospita il maggior numero di Sacri Monti è il
Piemonte in cui se ne possono contare ben dodici.
Tra i più importanti possiamo ricordare quello di Varallo, il
primo ad essere costruito, quelli di Crea, di Oropa, di Graglia, di Orta,
di Arona, della SS.
Trinità di Ghiffa. La
tipologia dei Sacri Monti non è però attestata solo in Italia; in tempi
più recenti ne vennero costruiti in tutta l'Europa, ad esempio in
Polonia, Germania, Austria e Spagna.
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