Gli itinerari
Dall'Europa
alla Terrasanta Del
333 è il celebre Itinerarium a Burdigala Jerusalem usque, un diario di viaggio
lasciato da un anonimo pellegrino. Partendo
da Bordeaux (Burdigala) in Francia giunse a Gerusalemme camminando lungo
la Via Domitia da Tolosa ad Arles, superando le Alpi al Passo del
Moncenisio. Giunto in Italia
da Torino si diresse verso Aquileia seguendo un lungo tratto della Via
Postumia, la strada romana che collegava il porto di Genova con Aquileia
attraverso Tortona, Piacenza, Cremona, Verona e Vicenza.
Percorse poi la Penisola balcanica fino a Costantinopoli quindi
raggiunse la Terrasanta. Per
il viaggio di ritorno l'anonimo pellegrino francese sceglie di percorrere
un tratto via mare sbarcando ad Otranto e da quella città raggiungere
Roma attraverso la Via Appia Traiana che si dirigeva a Benevento toccando
Brindisi, Bari e Canosa. I viaggi via mare sono preferiti a partire dalla
fine del Duecento. La via di
terra, attraverso i Balcani e la Turchia, era molto più lunga e
difficoltosa e, a causa del frequente stato di guerra, era utilizzata
preferibilmente dal crociati. Il
viaggio per la via di terra, benché fosse lento, era molto meno costoso e
molto più indicato per gruppi numerosi. Al viaggio attraverso la via balcanica, seguendo i tracciati
delle importanti vie consolari romane, si sostituirono, per le ragioni
indicate, i percorsi attraverso l'Italia lungo la Via Francigena e
l'imbarco dal porti pugliesi. Molte
le testimonianze dell'età medioevale che attestano il transito per Roma
dei pellegrini diretti in Terrasanta: seguirono la Via Francigena l'abate
islandese Nlkulas di Munkathvera nel 1154, il re di Francia Filippo
Augusto di ritorno dalla III Crociata nel 1191.
Da Roma per tutto il medioevo il collegamento con i porti pugliesi
seguiva le direttrici offerte dal sistema delle vie consolari romane: la
Via Appia conduceva a Capua dove iniziava il prolungamento che, attraverso
Benevento, Eclano e Venosa, giungeva a Taranto e proseguiva per Brindisi.
Le città portuali della Puglia potevano essere raggiunte anche
seguendo i percorsi del litorale adriatico che si staccavano da Rimini,
nodo stradale a cui facevano capo la Via Flaminia da sud e la Via Emilia
da nord. I pellegrini che sceglievano la costa, prima di imbarcarsi per la
Terrasanta, solitamente facevano visita al Santuario di San Michele
Arcangelo sul Monte Gargano. Dagli
imbarchi pugliesi i pellegrini giungevano a Giaffa, il porto sul
territorio della Palestina più vicino a Gerusalemme.
A
partire dal XIV secolo, il maggior porto d'imbarco divenne Venezia, ormai
padrona incontrastata dell'Adriatico.
Venezia era il porto preferito rispetto a tutti gli altri perché
garantiva sicurezza ed affidabilità, anche se molti pellegrini non
resistevano alle tempeste, alle incursioni dei pirati, alle carestie e
alle fatiche che dovevano sopportare durante la navigazione.
Si trovano anche testimonianze di pellegrini che, dopo essersi
recati a Roma, risalivano la penisola per imbarcarsi a Venezia alla volta
della Terrasanta. La
Serenissima arrivò a detenere un vero e proprio monopolio dei
pellegrinaggi in Terrasanta fornendo le proprie navi anche in altri porti
dell'Adriatico.
I
viaggi da Venezia alla Terrasanta venivano organizzati due volte all'anno,
in due periodi precisi: viaggio di Pasqua ( aprile- maggio), viaggio
d'inverno ( settembre- ottobre). Il
percorso seguiva il tratto della costa dalmata passando poi dal depositi
commerciali veneziani in Grecia, a Rodi e a Cipro, fino ad arrivare a
Giaffa, sulla costa asiatica.
Il viaggio via mare durava dal 20 ai 50 giorni e prevedeva per i pellegrini una permanenza in Terrasanta di 15-20 giorni. In alternativa i pellegrini potevano scegliere di intraprendere il loro viaggio verso la Terrasanta imbarcandosi a Livorno e navigando lungo la costa tirrenica dell'Italia, toccando poi la Sicilia, Malta, Creta e arrivare a Giaffa passando da Cipro. In questo caso però ci si doveva affidare al caso e alla fortuna per trovare gli imbarchi. Appena
ottenevano il permesso di sbarco, i pellegrini erano accolti a Giaffa da
alcuni frati francescani che li accompagnavano in
carovana a Gerusalemme. Il
pellegrinaggio ordinario prevedeva la visita alle principali chiese della
città, al Santo Sepolcro, alla Via Dolorosa, al monte degli Ulivi, alla
valle di Josafat ed a Betlemme.
In precedenza i pellegrini che avevano fatto sosta a Costantinopoli per ammirare l'immensa città avevano potuto anche venerare le reliquie custodite: la corona di spine, la veste inconsutlle9 e tutte le reliquie più importanti della passione di Cristo. |