La follia del singolo

L’episodio che dà il nome all’Orlando furioso conosce una fortuna figurativa limitata. I pittori hanno espresso solo la scena dell’ira, talvolta ricalcando l’iconografia della furia di Sansone, molto diffusa nel Seicento e resa autorevole dal modello offerto da Guido Reni.

 


Arnold Bocklin, Orlando furioso, 1885
 

In generale, i pittori non amano rappresentare la devianza dalla razionalità, e le figure di folli sono rare almeno fino all’Ottocento, secolo in cui il brutto assume dignità figurativa. In precedenza, si raffigura l’irrazionalità del singolo solo attraverso il linguaggio allegorico e simbolico.
 


Per il Cinquecento, ricordiamo La cura della follia di Bosch.

 
 


 

Celebri sono le rappresentazioni simboliche di Dürer, Füssli e Goya

 

Nell’Ottocento, Géricault sceglie di ritrarre individui alienati.

 
 

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