Il tema della follia
Dirò d’Orlando in un medesmo tratto
cosa non detta in prosa mai né in rima:
che per amor venne in furore e matto,
d’uom che sì saggio era stimato prima;
se da colei che tal quasi m’ha fatto,
che ‘l poco ingegno ad or ad or mi
lima,
me ne sarà però tanto concesso,
che mi basti a finir quanto ho
promesso.
Orlando furioso, I, 2, vv. 1-8.
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Il Furioso presenta il più valoroso paladino che, per amore di Angelica, abbandona i doveri di cavaliere, si pone alla ricerca della fanciulla, addirittura impazzisce quando scopre che l’amata si è concessa all’umile fante Medoro. La maggior parte del poema presenta Orlando preda della pazzia, quasi simile a una belva: egli ha perso l’uso della parola, vaga per le selve nudo, dorme sotto le stelle, usa la forza contro piante, animali, uomini. |
Nel poema
sono poi descritte le follie di altri personaggi: la
disperazione di Rinaldo, la gelosia di Bradamante, l’ira smisurata di
Rodomonte… L’ottava sopra riportata mostra inoltre che lo stesso
poeta è vittima della follia amorosa, similmente ad Orlando.
Ariosto afferma che tutti sono pazzi, e il senno si
raccoglie sulla Luna, dove si reca il paladino Astolfo a
recuperare quello di Orlando. Il Furioso è il poema non
dell’armonia, ma della dissonanza e della follia. |
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Le arti figurative hanno affrontato il tema. Le rappresentazioni riguardano: |
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Il tema della pazzia nell'età
rinascimentale
e all’ottava succesiva:
Alessandro Capata
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Il dipinto rappresenta Greta
la pazza, personificazione della strega, armata di spada, di corazza,
di guanto metallico e di un elmo che si prepara all'assalto dell'inferno:
un monito per quanti insistono nel vizio al punto da perdere la ragione.
La donna stringe sotto il braccio un piccolo forziere con il bottino e
regge due panieri e una sacca contenente coppe, padelle, un coltello e una
cinghia. |
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Follia e pittura "Da un lato Bosch, Brueghel, Thierry Bouts, Durer e tutto il silenzio delle immagini. È nello spazio della pura visione che la follia dispiega i suoi poteri. Fantasmi e minacce, pure apparenze del sogno e destino segreto del mondo. La follia detiene in questo caso una forza primitiva di rivelazione. Rivelazione che l’onirico è reale, che la sottile superficie dell’illusione si apre su una profondità innegabile, e che il momentaneo brillio dell’immagine lascia il mondo in preda a simboli inquieti che si eternano nelle sue notti, e rivelazione inversa, ma altrettanto dolorosa, che tutta la realtà del mondo sarà assorbita un giorno nell’Immagine fantastica, nel momento intermedio dell’essere e del nulla che è il delirio della pura distruzione, il mondo già non è più, ma il silenzio e la notte non si sono ancora chiusi del tutto su di lui, esso vacilla in un ultimo scoppio, in un estremo disordine che precede immediatamente l’ordine monotono del compimento. È in questa immagine subito abolita che giunge a perdersi la verità del mondo. Tutta questa trama dell’apparenza e del segreto, dell’immagine immediata e dell’enigma non svelato, si dispiega nella pittura del XV secolo come la tragica follia del mondo.
Michel
Foucault, Storia della follia nell’età classica, 1963 |
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