● La
sentita adesione all'impressionismo
Gustave Caillebotte nacque a Parigi nel 1848 da una ricca famiglia di
industriali tessili. Si avvicinò all'Ecole des Beaux-Arts negli anni '70.
Alla morte del padre ereditò un notevole patrimonio che gli permise di
dedicarsi a tempo pieno alla pittura. Conobbe
Degas e
Monet, che lo
presentarono agli altri impressionisti e nel 1876, su invito di
Renoir,
partecipò alla seconda mostra degli impressionisti. Egli aderisce al
realismo nel proporre
soprattutto paesaggi urbani e rurali e
scene di vita
operaia. In lui al senso vivo del colore e della luce tipico
dell'impressionismo, si affianca una cura attenta del disegno,
portando ad
effetti di resa quasi fotografica.
Caillebotte
è ricordato non solo come artista, ma anche come mecenate: la sua ricchezza
personale gli permise infatti di acquistare opere di impressionisti e di finanziarne la terza esposizione nel 1877.
Dopo il 1882, di fronte alla crisi del gruppo impressionista, abbandonò momentaneamente la
pittura. Si stabilì in una località presso
Argenteuil,
dove acquistò una casa in riva alla Senna; e qui rinacque il suo amore per
la pittura.
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arg
G. Caillebotte, Il bacino di Argenteuil, 1882
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Sul finire degli anni '80 recepì in parte le nuove tendenze
neoimpressioniste.
Caillebotte
morì nel febbraio del 1894, a soli 46 anni.
Nel testamento donò la sua intera collezione, sessantacinque dipinti suoi
e dei più grandi impressionisti, alla stato francese, a condizione che
fossero esposti prima al Museo del Luxembourg di Parigi, il museo d'arte
moderna di allora, e poi al Louvre. Il fratello
Martial e
Renoir,
esecutori testamentari, riuscirono in parte a superare l'opposizione dei
pittori ufficiali dell'Accademia, che ottusamente pretesero di scegliere
solo alcune opere scartandone altre. |
● Balconi e finestre per
buttare l'occhio sulla strada
Il tema presente in Uomo
alla finestra, con il ricco borghese ripreso di spalle o di
profilo, che butta l'occhio su strade e piazze, è certamente un topos
pittorico di
Caillebotte. La veduta realistica è abbastanza simile a
quella ottenuta con la macchina fotografica, in quanto presenta
la stessa associazione di
concretezza,
specificità del punto di
vista e distacco emotivo.
L'autore si astiene dal localizzare l'attenzione
su problemi umani o umanitari, che possano trasparire dall'ambiente
circostante ed evita il contrasto
drammatico tra esterno ed interno dell'abitazione,
come invece avveniva nei dipinti romantici aventi per tema la "finestra
aperta". ( Nochlin ).
L'atteggiamento dell'osservatore è
distante emotivamente da quanto accade all'esterno, lontano da ogni
coinvolgimento, quasi altezzoso, oppure distratto e denota un apparente
pieno padroneggiamento del reale. Dietro le cortine della finestra
e le grate dei balconi trapela appena un'occhiata, che in
Interno; donna alla finestra è addirittura
delegata alla figura femminile, mentre l'uomo rimane concentrato nella
lettura di un giornale.
Così l'abitazione
- entità autosufficiente, circoscritta area di sicurezza e stabilità per la
ricca borghesia parigina,
segnata dal confine simbolico di
balconi ed inferriate, di vetrate e cortine, risulta essere il
vero referente concettuale di tutte le opere di
Cailelbotte,
anche quando manca fisicamente il personaggio che proietta il suo sguardo in
basso sulla vita della città. Questo orientamento è leggibile
metaforicamente anche nelle vedute aeree di boulevards
e di tetti innevati , che spesso di
scorcio lasciano intravedere la presenza rassicurante della
barriera del balcone, da cui lo sguardo si immerge sicuro sullo
spazio sottostante.
Alcune variazioni sul tema del
balcone sono possibili; talvolta è una coppia di distinti
signori ad affacciarsi distrattamente sul boulevard, come si vede in
Un balcone del 1880. E talvolta l'inquadratura
di tipo fotografico, per un momento, si trasferisce sulla strada,
inquadrando il decoroso passeggio di una coppia un po' annoiata in una
giornata di pioggia nelle vie di Parigi ( Via di
Parigi, tempo di pioggia ). Gli sguardi contenuti della coppia
si posano sulle presenze umane della via con lo stesso distacco degli
osservatori che operano dall'alto. Qui si misura tutta l'omogeneità e
la scarsa problematicità dei soggetti di
Caillebotte,
attento più che altro alla precisione degli effetti luminescenti
della pioggia sul selciato, capaci di ingentilire la rappresentazione di
un'uggiosa mattinata parigina.
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1
G.
Caillebotte, Uomo alla finestra, 1875 |
G.
Caillebotte, Uomo al balcone di Boulevard Haussmann, 1877 ca.
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G.
Caillebotte, Uomo alla finestra, 1875 ca.
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2
G.
Caillebotte, Interno; donna alla finestra, 1875
ca.
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3
G.
Caillebotte, Un balcone, 1880 |
4
G. Caillebotte, Via di Parigi, tempo di pioggia, 1877
( part. )
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Ancor più esplicita è l'intenzione del soggetto di
Vista da un balcone.
Caillebotte
immagina di osservare dall'alto il boulevard Hausmann
attraverso le volute decorative in ferro battuto del suo
balcone. Tale punto di osservazione è molto originale ( per questa pittura,
egli, quasi certamente è stato ispirato dalle stampe giapponesi ).
Qui un oggetto, la
ringhiera, occupa buona parte dello spazio visivo.
In questo caso la convergenza percettiva è
sull'inferriata e sul gioco di vuoti e pieni che apre o chiude la
vista all'esterno della casa. Mentre sullo sfondo si stende una gamma
di colori a debole tonalità ( grigi ), emerge in primo piano, a
contrappunto, la trama a spirale della nera inferriata. Distanziate e
sfocate appaiono le sagome delle carrozze ed i passanti, pure macchie di
colore appena intuibili.
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5
G.
Caillebotte, Un balcon à Paris, 1880
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G.
Caillebotte, Vista da un balcone, 1888 |
● Il ponte come barriera che divide
Anche
il ponte è un elemento abbastanza
frequente nella pittura degli impressionisti, grazie alla sua capacità di
creare zone d'ombra suggestive a confronto con la luminosità delle acque
sottostanti. Sui ponti si sosta piacevolmente negli assolati pomeriggi di
Argenteuil, oppure si osserva transitare un
treno sbuffante che anima ancor di più
il paesaggio.
Contrariamente a Monet
e Manet,
Caillebotte in
Pont de l'Europe
non vuole però dare un'impressione di tumulto o
di caos, ma un'immagine netta e precisa, dell'industrializzazione
parigina, praticamente una presa d'atto dell'esistente. Il luogo,
illuminato dal sole, sembra decisamente borghese, in particolare
nella coppia che passeggia. Una coppia che probabilmente abita in quegli
edifici dalle grandi finestre, moderni per l'epoca, che si scorgono sullo
sfondo.
Per Caillebotte
il ponte diventa inoltre un
referente simbolico simile al balcone: esso si presenta come
una specie di grata, di barriera divisoria dalla città sottostante: esso
stesso intreccio meccanico, ha il compito di isolare dalla
congestione meccanica della modernità, dai convogli ferroviari e
della stazione di Saint Lazare. Il signore in tuba,
che lancia uno sguardo al di là della robusta intelaiatura, sembra
conservare un atteggiamento dubbioso verso ciò che avviene oltre
questa barriera, come la tranquilla coppia e il cane che incrociano liberi
la loro marcia sulle ombre proiettate dal traliccio, ignorano del tutto lo
spazio rumoroso e movimentato che sta sotto di loro.
Gli spazi buoni della città si
reggono su tempi distesi e misurati: quelli del casuale rematore
che solca le acque del fiume ( In barca ) o
quelli del tranquillo lettore, che all'ombra degli alberi si protegge
dal sole ( Alberi di arance ).
Mai come in queste raffigurazioni, il realismo pittorico appare più
adatto a rendere l'autentico stile di vita, distaccato e un po' estraniato,
della borghesia parigina.
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G.
Caillebotte, Pont de l'Europe, 1876 |
G.
Caillebotte, Pont de l'Europe, 1876 |