G. Battista Marino (La Galeria, 138)
MADDALENA PIANGENTE DI LA CANGIASI
Finta dunque è costei? chi credea mai
animati i color', vive le carte?
Finta certo è costei, ma con tal arte,
che l'esser dal parer vinto è d'assai.
Oh di che dolce pianto umidi i rai
al Ciel, dov'è di lei la miglior parte,
volge, e le chiome intorno ha sciolte e sparte,
altrui bella cagion d'eterni lai!
Oh come in atto e languida, e vivace,
dove manca a le labra, aver spedita
par negli occhi la lingua, e parla, e tace.
E par tacendo dir, ‘Già spirto e vita
diemmi il Pittor, ma l'anima fugace
fe' poi da me col mio signor partita’.
Nella gara tra Arte e natura, il barocco decreta il trionfo dell’arte. E’ un tema che nella Galeria di Marino (una sorta di collezione “virtuale” di oggetti d’arte ricreati attraverso la parola poetica) ricorre continuamente. La finzione dell’arte è capace di dare vita alla materia inerte (colori e carte), superando di gran lunga la realtà per l’emozione che suscita con la sua bellezza. Di fronte al quadro della Maddalena piangente, l’attenzione del poeta si concentra negli occhi: occhi talmente vivi da essere umidi di pianto, che sembrano parlare in silenzio (dir tacendo) con la lingua che manca alle labbra.
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