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La stazione e l'immaginario urbano degli Impressionisti
La stazione
diventa un luogo tipico della nuova città industriale. Il fattore
decisivo che plasma, a partire dal tardo Ottocento, la città è la
rivoluzione dei trasporti. Nella serie di infrastrutture territoriali
indotte dall'età del treno, la più importante è la stazione,
monumento inedito del paesaggio urbano, La costruzione presso la quale
la locomotiva sbuffante si ferma a scaricare ed a ricaricare
viaggiatori diviene uno dei temi chiave della riflessione
architettonica urbana della modernità.
Le sette stazioni di Monet sono un pretesto per la descrizione di fumi densi, di luci soffuse ed ovattate, di metamorfosi cromatiche, che la stazione, nuovo luogo dell'immaginario urbano di metà Ottocento, permette di intravedere nella nuova città industriale. Lo spunto figurativo centrale è il fumo di una stazione, tema arduo ma significativo. "Al momento della partenza dei treni il fumo delle locomotive è talmente denso che non si distingue quasi nulla. E' un incanto, una vera fantasmagoria". In effetti Monet dà della città un'idea strettamente pittorica, senza tentare una caratterizzazione più profonda del reale. |
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C. Monet, La gare Saint Lazaire, 1877 |
L'immaginario futurista
In queste opere di Boccioni meglio si emblematizza il dinamismo psicologico che accompagna la partenza di un treno all'interno di una stazione. Dipinti dopo la conoscenza del cubismo non si raffigurano più coppie abbracciate ma una stessa coppia, riprodotta in diverse ubicazioni e proiezioni spazio - temporali, ripetute e dislocate in più punti dello spazio figurativo. E' un esempio di simultaneità, cioè di sintesi tra quanto si ricorda e quanto si vede. Tra ricordo, intuizione e percezione non c'è quasi differenza, perché il tempo non è frazionato in una successione di punti ma è espresso come durata e convergenza dei diversi atti mentali. | |
U, Boccioni, Stati d'animo, Gli addii, 1911 |
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U. Boccioni, Stati d'animo, Quelli che vanno, 1911 |
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U.Boccioni, Stati d'animo, Quelli che restano, 1911 |
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C. Carrà, La stazione di Milano, 1911 Semplici apparizioni spettrali le sagome umane, mentre solo le locomotive rischiarano la buia atmosfera urbana. Il dipinto risente dell'impeto distruttivo delle forme che i futuristi vanno proclamando. La rappresentazione dinamica è animata da forze centrifughe. |
G. Severini, Treno della Croce Rossa |
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R.W.Nevison. Partenza del Train de Luxe |