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Russolo e Balla: ricerche sulla luce
e sul nuovo spazio urbano solcato dai motori

La solidità corpuscolare della luce

Nell'opera di G. BALLA, Lampada ad arco, 1909-1911 la seduzione della luce artificiale, che si diffonde nello spazio notturno della città, basta da sola a costituire una ragione di ricerca per i Futuristi. Essi studiano scientificamente come le particelle di colore-luce invadano lo spazio con iridescenti prismi luminosi. La tecnica attraverso la quale si realizzano le opere prende talora a modello il divisionismo: colori puri, primari e secondari, accostati secondo la legge del complementarismo congenito.
"Fuori dall'atmosfera in cui viviamo non esistono che tenebre noi Futuristi ascendiamo verso le vette più eccelse e più radiose e ci proclamiamo signori della luce, poiché già beviamo alle fonti vive del sole".

La concreta sostanza della luce, il suo movimento pervasivo sono un'altra componente dell'immaginario della città futurista.
 

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G. Balla, Lampada ad arco, 1909
 





G. Balla, Compenetrazione iridescente radiale ( vibrazioni prismatiche ),1912


G. Severini, Espansione sferica della luce centrifuga, 1913-1914
 


Giacomo Balla, Mercurio passa davanti al Sole,1914
 


Due soluzioni diverse di Luigi Russolo della suggestione della luce che invade la concretezza dello spazio urbano. Una prima soluzione, ancora di tipo divisionista si ha in Lampi del 1910, mentre in  Solidità della nebbia, 1912 si propone la ricerca futurista dell'immersione dei corpi nello spazio luminoso. Questa volta è la nebbia ad essere penetrata dalla luce, che emana da una sorgente iridescente. La nebbia appare un corpo solido, che si fa attraversare a strati dalla luce di una lampada elettrica. Il movimento dei corpuscoli luminosi è studiato con un metodo vagamente analitico di rappresentazione, secondo una successione spazio-temporale, che ricorda le ricerche di G. Balla
 


L. Russolo,  Lampi , 1910
 



L. Russolo, Memoria di una notte, 1911

 



L. Russolo,  Compenetrazione di case-luce-cielo, 1913
 

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L. Russolo,  Solidità della nebbia, 1913
 

La velocità onnipresente

"... Un'automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall'alito esplosivo.... un'automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia è più bella della Nike di Samotracia".
dal MANIFESTO DEL FUTURISMO

Giacomo Balla
, Profondità dinamiche, 1912
 affronta un tema classico dell'immaginario futurista: il mito della velocità onnipresente. Esso si incarna nella macchina che "assorbe" avida lo spazio attorno a sé. Questa volta il pittore va più in là della semplice rappresentazione simbolica delle linee-forza, ma, nella sua ansia di sperimentazione spinge la ricerca pittorica ad un livello superiore di analisi.

" Data l'esistenza della fotografia e della cinematografia la riproduzione pittorica non interessa ne può interessare più nessuno".

L'insofferenza per uno schema statico ed astratto del reale si manifesta con un desiderio di verifica analitica e con un riferimento ad ipotesi più problematiche di percezione. Si ha la suddivisione ottico-percettiva degli spazi. Si creano delle sequenze distinte, simili a montaggi fotografici in cui domina il motivo della ruota.

 

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Giacomo Balla, Profondità dinamiche, 1912
 


Linee fondamentali di Profondità dinamiche
 


Prima interpretazione prospettica
http://www.artegens.com/disegno/D778BEQU/Schizzi.htm


Terza interpretazione prospettica
http://www.artegens.com/disegno/D778BEQU/Schizzi.htm


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L. Russolo,  Dinamismo di un treno, 1912
 


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L. Russolo,  Dinamismo di un automobile , 1912-13
 


G.Balla, Velocità astratta. L'auto è passata, 1913


G.Balla, Automobile durante una corsa, studio sulla velocità,1913

 

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