Rinaldo ed Armida: l'abbandono alla seduzione della maga è non scelta, abdicazione della ragione, misconoscimento di sé.
|
|
|
Tiepolo,
Rinaldo incantato da Armida, 1742-1745 |
|
Tiepolo,
Rinaldo e Armida Armida nella Gerusalemme liberata incarna la seduzione magica e peccaminosa che conduce all’abbandono della razionalità. Per il cavaliere cristiano cedere alle lusinghe d’amore equivale a perdere la sua vera identità. Solo rispecchiandosi nel suo scudo di crociato Rinaldo si ritroverà nuovamente come uomo e cavaliere. Lo sfondo architettonico costituisce una novità nell'ambientazione della scena, che si ambienta in una sorta di conturbante giardino settecentesco.
|
|
Nel 1757 il
Tiepolo viene incaricato di decorare gli ambienti della palazzina
della villa di Giustino Valmarana. Questi, uomo colto e appassionato
di teatro, sceglie i temi da trattare, tutti quanti ispirati alle
opere dei grandi poeti classici (Omero e Virgilio) e rinascimentali
(Ariosto e Tasso). Tra le scene affrescate quelle dedicate alla
Gerusalemme liberata, raccontano degli amori tra il principe
cristiano Rinaldo e la maga Armida.
La
narrazione deve molto alla conoscenza delle tecniche teatrali:
così il cavaliere e la maga, che sta per essere lasciata da Rinaldo,
si trasformano in personaggi di una scena melodrammatica, dove
traspare una chiara rappresentazione delle sensibilità femminile,
ferita nel momento dell'abbandono, ed in generale dei sentimenti.
|
|
Tiepolo, Rinaldo abbandona
Armida, 1753 |
|
|
Cavalleria - Amore guerra - Scelte - Allegoria - Elegia - Magia -Follia - Home page