Razionalità e follie dell'eroe cristiano
Albert Durer, Melanconia I
Nell'età umanistico - rinascimentale si crea il mito della
centralità dell'uomo nell'universo, visto come punto di massimo
equilibrio tra il divino e la natura. Accanto alle idealizzazioni che
questo assunto ha favorito in ambito letterario, filosofico ed artistico nel
contesto del mecenatismo cortigiano, si sono sviluppate anche riflessioni sulla
fragilità della ragione umana, intesa come dimensione di precaria
equidistanza tra istinti, bisogni e adesione a valori superiori.
Spesso tale equilibrio si incrina, verificando la pochezza delle realizzazioni
umane; nascono così illusioni, sogni ed utopie, o addirittura la fiducia
nella magia e nell'alchimia
Altre volte la scoperta della deludente realtà incrina a fondo le certezze umane, avviando la mente verso la sua autentica distruzione. Quando la nostra sfera emozionale ( affetti, sentimenti, amore ) subisce un duro scacco, tutta la persona pare non più essere padrona di sé. Ariosto, come altri artisti del suo tempo, ci parla della pazzia come di una degenerazione emblematica della razionalità umana, capace di estinguere ogni autocontrollo, esponendo l'uomo a tutti gli eccessi di cui è capace. Così Orlando vive l'intero processo di degenerazione della persona quando comprende di essere stato abbandonato da Angelica unita a Medoro. Solo con un provvidenziale ed intelligente intervento venuto dall'alto, l'uomo può riacquistare il suo senno e tornare ai suoi compiti abituali, realizzando la parte più nobile di sé. L'eroe cristiano Orlando ad esempio darà, una volta rinsavito dalla follia d'amore, il suo contributo di soldato cristiano alla vittoria finale. Sarà il paladino Astolfo a salvarlo, recuperando come per incanto il suo senno nell'incantato mondo lunare, dove si perdono accanto alle futili illusioni umane anche le nostre più salde prerogative quali la ragione.
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L'abbandono di Rinaldo alle arti magiche di Armida
Anche Rinaldo nella Gerusalemme
liberata è a suo modo vittima della follia d'amore. Ma questa
volta il suo cedimento è frutto non delle vicende umane, ma delle
strategie diaboliche della maga Armida, che sottrae scientemente al
paladino cristiano la sua possibilità di scelta, imprigionandolo all'interno
della sua reggia incantata. E' dunque necessario l'intervento di un altro
componente dell'esercito crociato, il cavaliere Ubaldo, che avrà il
compito di ricondurre Rinaldo al riconoscimento di sé e della sua
funzione di soldato di Cristo, votato alla conquista della città santa.
Vincoli etici e religiosi, uniti alla dignità del cavaliere ed alla rettezza
dell'uomo di fede riporteranno Rinaldo sulla giusta strada. Egli sarà
capace di respingere ogni assalto di Armida sia come maga che come donna ed
alla fine guiderà la sua conversione. |
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