Le tre fiere ( Inferno: Canto I, vv.31-60)
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Ed ecco, quasi al cominciar de l'erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e
non mi si partia dinanzi al volto, Temp'
era dal principio del mattino, mosse
di prima quelle cose belle; l'ora
del tempo e la dolce stagione; Questi
parea che contra me venisse |
Ed ecco, quasi all'inizio della salita una lonza snella e molto veloce, che era ricoperta di pelo a macchie; e non si allontanava da me, Era l'alba, e il sole sorgeva con la costellazione dell'Ariete, la quale era in congiunzione medesima col sole proprio quando Dio mise in moto per la prima volta il firmamento. Cosicché l'ora favorevole e la dolce stagione erano motivo di buona speranza riguardo a quella fiera dalla pelle screziata; ma non a tal punto che non mi facesse
paura l'aspetto di un leone
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Questi
parea che contra me venisse |
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Ed
una lupa, che di tutte brame questa
mi porse tanto di gravezza E
qual è quei che volontieri acquista, tal
mi fece la bestia sanza pace,
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Ed
una lupa, che per la sua magrezza questa mi procurò tanta angoscia per la paura che suscitava con il suo aspetto, che io perdetti la speranza di raggiungere la cima del colle. E
com'è colui , che volentieri accumula e, tale
mi rese la bestia irrequieta, la quale, venendomi in contro, mi
respingeva
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canto I vv. 1 - 31,
vv. 61 - 111, vv.
111-136
COMMEDIA,
OLTRETOMBA DANTESCO,
MODULI ITALIANO CLASSE 3^, DOCUMENTI