Alexis de Tocqueville ( 1805 - 1859 )
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Democrazia in America ( 1840 - 1846 )
La democrazia liberale degli Stati Uniti d'America
rende possibile il successo di tutti i soggetti, valorizzando le
individualità. La libertà è libertà di pensiero, di azione, di associazione.
Tocqueville è però spaventato dalla "tirannia della maggioranza",
cioè dal fatto che il corpo sociale si identifica come l'unico soggetto
di libertà, diventando potenzialmente oppressivo dei singoli e delle
minoranze.
"La sola libertà che meriti questo nome è quella di perseguire il nostro
bene a nostro modo, purché non cerchiamo di privare gli altri del loro o li
ostacoliamo nella loro ricerca" |
La dottrina liberale
ha dimostrato una straordinaria capacità di influenzare con i suoi principi
di base - la libertà di pensiero, di opinione, di associazione,
di religione, il diritto proprietario, il diritto di partecipazione politica
- le società
occidentali negli ultimi due secoli.
Esistono premesse culturali
legate al giusnaturalismo,
al protestantesimo,
al razionalismo cartesiano. Tuttavia
il vero liberalismo si sviluppa dopo la
Rivoluzione francese da un lato come superamento dei vincoli posti dall'antico
regime allo sviluppo politico
ed economico, dall'altro come correzione e superamento del
radicalismo democratico rivoluzionario ( giacobinismo ).
La Rivoluzione francese non viene
rifiutata, ma adeguata alle necessità dell'emergente classe
borghese.
Inizia così l'età del
liberalismo europeo, che
abbraccia la
prima metà dell'Ottocento:
patrie d'elezione sono la Francia, con
Tocqueville
e Constant,
e l'Inghilterra,
con
Stuart Mill. Qui l'empirismo liberale si era già manifestato come
tutela delle libertà individuali e
limitazione delle prerogative regie
con il Bill of
rights fin dal
1689.
Nel corso del
Settecento il termine "liberale"
indicava un generico atteggiamento di apertura e tolleranza,
mentre nell'Ottocento acquisisce una precisa valenza etico - politica.
Il regime
costituzionale come
garante dei diritti e di libertà dei cittadini,
la nascita del dibattito parlamentare,
la limitazione dell'ingerenza statale
nelle attività individuali, la divisione dei poteri,
la laicità delle istituzioni
e la tolleranza religiosa
sono i principi fondanti dell'età liberale.
Alla
fine del secolo XIX
l'idea liberale si trasforma. Concepita fino ad allora in termini quasi
esclusivamente individualistici ed elitari, è l'avvento
delle masse e dell'industrializzazione
su scala europea rendono impraticabile il liberalismo nelle vecchie forme
puramente garantiste, che assicurano le libertà fondamentali ai cittadini
nelle forme costituzionali ( concesse dai sovrani ).
Si fanno strada nuovi bisogni collettivi che conducono alla rivendicazione
di più ampi diritti sociali
( al lavoro,
all'istruzione, alla salute, alla lotta contro la povertà, al suffragio
universale ). Il socialismo
si fa portatore di tali istanze e le costituzioni dovranno a poco a poco
divenire programmatiche
in questa direzione, superando i limiti del semplice garantismo individuale
di matrice ottocentesca.
Del resto il liberalismo, come rivendicazione
di libertà collettive del popolo- nazione,
che aveva portato alla nascita delle moderne nazioni
nell'Ottocento, svincolandole dal
controllo di potenze straniere, sul finire del secolo degenera lentamente
nel nazionalismo.
La libertà dei singoli stati-nazione,
riconosciuti nella loro legittima sovranità, legata all'omogeneità
etnico-culturale della sua popolazione, non si inserisce più in un rapporto
di reciproca accettazione e di pacifica coesistenza. Le nazioni assumono
ruolo più aggressivo, teso ad allargare la loro sfera di influenza al di là
dei confini nazionali, per riaffermare pienamente il loro ruolo storico.
Nasce il nazionalismo,
l'imperialismo ed
il colonialismo.
E. Delacroix, La libertà guida il popolo, 1830 |
A. Hitler come espressione della degenerazione
del nazionalismo tedesco nel XX secolo.
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Le ideologie
autoritarie e poi totalitarie trovano nelle masse e nella figura del
capo carismatico
in grado di interpretarne le passioni collettive il terreno fertile per la
nascita dei
totalitarismi.
A partire dagli anni Venti del Novecento
nacquero e si svilupparono il fascismo, il nazismo e il comunismo, ideologie
dalla marcata vocazione statalista
e antindividualista.
Liberismo
Esiste una distinzione tra
liberalismo e
liberismo:
mentre il primo è una teorizzazione politica, il secondo è una dottrina
economica che teorizza il disimpegno dello Stato dall'economia:
perciò un'economia liberista pura è un'economia
di mercato non temperata da interventi esterni.
La formulazione della dottrina
liberista si deve ad Adam Smith
e al suo saggio La Ricchezza delle Nazioni. Le idee di Smith
furono entusiasticamente accolte dai primi liberali. Il liberalismo classico
era espressione di una elite borghese legata al mondo del
commercio e degli affari che si opponeva al protezionismo e al
mercantilismo imposti dalle monarchie dell'epoca. Secondo questi pensatori i
compiti dello Stato sarebbero dovuti venire ridotti al minimo indispensabile
( funzione giurisdizionale, difesa, ordine pubblico ).
da
http://it.wikipedia.org/wiki/Liberismo
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