Le spiagge mondane di Frith, Boudin e Monet.
I pigri pomeriggi estivi sulle rive della Senna di Seurat
"Come i picnic in campagna, cosi anche le spiagge offrirono ai realisti un ambiente che non era né urbano né rurale. Una natura addomesticata e resa avvicinabile, elegante e perfino mondana dalla presenza dei cittadini in cerca di svago. Intorno alla metà del secolo l'idea di spiaggia come luogo di ritrovo e di diporto, invece che teatro del rischioso lavoro di pescatori e marinai, e l'esistenza di spiagge destinate specificamente a tale scopo, con le loro attrezzature per i bagni, le passeggiate a mare e i casinò, erano ancora fatti relativamente nuovi, capaci di richiamare, proprio per la loro attualità, l'interesse dei pittori di tendenza realista. Anche in questo caso la precedenza cronologica nel trattamento del tema spetta agli inglesi, ma furono i francesi a esprimerne la contemporaneità in termini veramente moderni e originali. Ad esempio, rispetto alla Spiaggia di Trouville ( 1865 e 1884 ) di Boudin,— una delle tante vedute di litorali di questo pittore - la Vita di spiaggia ( Ramsgate Sands ) ( 1852 ) di William Powell Frith è precedente e ha maggiori ambizioni. In base a studi eseguiti nel 1851, dopo una vacanza a Ramsgate, Frith rappresenta qui, in modo sempre vivace e divertente e con ricchezza di aneddoti, una località di soggiorno contemporanea. Ma si tratta in sostanza di un quadro narrativo elaborato pezzo per pezzo, cosi infarcito di episodi da dover èssere «letto» più che visto, e che in definitiva si riallaccia ai modelli di Hogarth e di Wilkie, anziché approdare a una visione realistica globale, fondata sull'esperienza diretta di una data situazione da parte dell'artista.
Boudin
invece, pur includendo nella scena numerose figure di contemporanei,
li fa diventare parte integrante di tutto un motivo all'aria aperta,
colto dal vero in un'atmosfera al tempo stesso particolareggiata e
fuggevole. |
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D E.Degas, Sur la plage, 1888 ( litografia ) |
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● L'innaturale fissità dei pomeriggi estivi sulla Senna
George Seurat realizzò La Grande Jatte
( 1883 - 1886 ), una grande tela di due metri per tre, in due anni,
recandosi quotidianamente all'isola della Grande Jatte sul corso della
Senna. L'opera, esposta all'ottava mostra impressionista, diventa il
manifesto ufficiale del puntinismo,
una corrente artistica che intende approfondire
scientificamente le teorie sulla propagazione e la percezione della luce da
parte dell'occhio umano, implicate certo dalla pittura en plein air
degli impressionisti, ma non sufficientemente elaborate fino al superamento
dell'illusionismo naturalistico dei loro quadri. I puntinisti rintracciano
tecniche più pertinenti per la resa pittorica del distendersi dei
piani luminosi sulle cose: l'accostamento di particelle di colore puro
aumenta, grazie al contrasto, la luminosità dei singoli
colori all'occhio dell'osservatore posto a giusta distanza. |
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Le immagini di
Seurat sono però , a
differenza di quelle del pittore rinascimentale, prive di volume,
come ritagliate in un composto alternarsi di gruppi, ordinatamente divisi in
sequenze compositive che rispettano le norme della "sezione aurea".
La rappresentazione di un pigro pomeriggio d'estate sulle rive della Senna,
dove i parigini alla moda si ritrovano, è dunque qualcosa di più che la resa
di "atmosfere" luminose da riprodurre. E' una vera e propria ricerca, un'
interpretazioni mentale, prima che pittorica del reale. I manichini
geometrizzati, la natura perfettamente immobilizzata ed irreale,
condizionata da una luce ricreata razionalmente dal colore, preludono
all'arte moderna ormai definitivamente lontana dal realismo. |
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J Georges Seurat, Seine, Grande Jatte, 1883-85 |
Georges Seurat, Le Pont de Courbevoie, 1886-87 |
L’atmosfera luminosa e tersa di Un bagno ad Asnières ( 1883-84 ) si accompagna alla scansione del disegno, costruendo le immagini attraverso precise geometrie, che richiamano le figure della sfera e del cilindro ( il riferimento sarà poi a Cezanne ). Seurat ci riporta ancora una volta - in qualche modo - alla spazialità classicheggiante di Piero della Francesca e la struttura della rappresentazione separa di nuovo l’artista francese dai pittori impressionisti. La sua pittura, pur cogliendo la spensierata modernità delle atmosfere en plein air, produce nella sua pittura esiti complessivamente classici, dove la rivoluzione del "puntinismo" non stempera la sostanziale fissità e staticità delle immagini. |
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