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Arnold Böcklin. L'isola-città, entità surreale
presidiata da oracolari divinità

● Un possibile referente culturale: la decadenza di Venezia

La Venezia della decadenza
esercitò un'influenza ipnotica su intere generazioni di poeti. Una Venezia irreale, straniata dal pensiero della morte, riflette la prima costante della letteratura mondiale, che assunse la città sul mar Adriatico come covo e focolaio di corrompimento di costumi, e perciò la considerò degna di essere visitata, come il luogo della decadenza per eccellenza.
Byron
ha poeticizzato l'Italia malinconica e insieme sospetta, vedendola nello specchio ustorio di Venezia. Da  Byron a Chateaubriand, Musset, Gautier e Platen, da Richard Wagner a Nietzsche, da D'Annunzio a Rilke, Hofmannsthal, Thomas Mann e Werfel
L'esperienza di Venezia di Maurice Barrès ha trovato la sua espressione più significativa nei capitoli su "La Mort à Venise" dei suoi Amori et dolori sacrum (1902). Le "régions écartées de Venise" e le isole a nord della laguna, San Michele ( un modello dell'Isola dei Morti di Böcklin), Murano, Burano, Torcello, sono per Barrès i luoghi desolati della nostalgia, dove la bellezza languisce sempre più di fronte allo spettro minaccioso della morte.

(Eduard Hüttinger, articolo per la mostra Guardi:Vedute Capricci Feste http://www.cini.it/fondazione/07.manifestazioni/mostre/57guardi2/intro.html)
 


A. Bocklin, L'isola dei morti, 1880
Metropolitan Museum of Art, New York
 





A. Bocklin, L'isola dei morti, 1880
Lipsia, Müseum der Bildenden Künste

 


A. Bocklin, L'isola dei vivi, 1880
 



A. Bocklin, La peste, 1897



A. Bocklin, La guerra, 1897


A. Bocklin, Odisseo e Calipso, 1883
 



G. De Chirico, L'enigma dell'oracolo, 1910

 

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