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La  media pianura di Santhià
cartogramma


La pianura di Santhià, area di coltura mista con le aree di analisi dell'habitat in evidenza.
 

Caratteri generali

La media pianura di Santhià, che comprende il territorio dei comuni di Santhià, Tronzano, Bianzè, Livorno Ferraris e Crescentino, è a coltura asciutta nella sua sezione occidentale, mentre è a coltura risicola la parte orientale. Per un buon tratto la zona risicola è delimitata dal corso del Canale Cavour.  In questa zona si trovano cascine di mediocre dimensioni tra le quali si riscontra una vasta varietà architettonica.  La disposizione più comune dei fabbricati è quella a blocco abitazione, stalla-fienile e cortile.  I comuni di quest’area hanno subito molte trasformazioni nell'aspetto tradizionale dell'habitat e hanno visto svilupparsi la loro economia verso forme miste agricolo-industriali. Ma, nonostante ciò, fino agli anni Sessanta, questi habitat possono essere definiti rurali in quanto sede di un insieme di attività legate prevalentemente alla vita della campagna. Solo quelle piccole borgate che circondano i centri maggiormente industrializzati e che si trovano sulle più importanti vie di comunicazione, essi hanno mutato leggermente il loro aspetto.  Il numero di abitazioni per gli addetti nei nuovi complessi industriali, è addirittura insufficiente alle richieste.

L'area non risicola dei comuni della media pianura

Comprende la fascia sub-morenica e quella lungo la Dora Baltea. La tecnica e l'economia agricola di questa zona sono simili a quelle della pianura piemontese a occidente della Dora Baltea. Le case sono prevalentemente nei centri, ma un buon numero di case sparse si ha nei territori di Cigliano, Bianzè e Santhià, mentre nel comune di Crescentino si hanno dei grossi nuclei. I conduttori sono sia proprietari o affittuari, sia entrambi. L'azienda tipo coltiva 5-10 ettari. Non esistono grosse cascine come nella vicina zona risiera; i grossi complessi isolati che si notano specie a ovest di Tronzano ( Salomino, Vianone, Tre Colombare, Tronzanesa ) sono in realtà suddivisi tra varie piccole aziende famigliari autonome.

Le disposizioni più comuni dei fabbricati sono quelle a blocco su un unico lato del cortile. Sul lato opposto o su uno adiacente si trova sovente aggiunta una tettoia. Le murature sono fatte per lo più di mattoni comuni e malta di calce e sabbia. Non mancano però ( specie nella zona submorenica come a Cigliano ) murature in ciottoli con corsi di mattoni. I ciottoli trovano anche impiego nella selciatura dei cortili e delle stalle.  La pietra da taglio è usata per i gradini delle scale, le soglie e gli sporti delle case più antiche. In quelle più recenti questi elementi sono per lo più in cemento.

Come materiale da copertura dominano i coppi, che però tendono ad essere sostituiti dalle tegole piatte pressate. Le lamiere zincate piane e ondulate trovano impiego nelle prolunghe degli spioventi delle tettoie e nella copertura di ripari di fortuna. L'impiantito è formato ancora in molti casi di mattonelle laterizie, che vanno sostituendosi con piastrelle di graniglia e battuti di cemento bocciardato.

Il legno trova impiego nella travatura del tetto. I solai nelle case più antiche hanno volte in muratura e in quelle più recenti sono sostenuti da travi di ferro e laterizi. Rare sono anche le scale di legno (esterne). In ferro sono quasi tutte le ringhiere delle scale e dei ballatoi che un tempo erano in legno.
Il cortile ( la curt ), dove non è delimitato da fabbricati, è cinto da muriccioli in paese e da siepi-steccati ( ciuènde ) o reti metalliche in aperta campagna. Adiacente ad esso ed esterno ( talvolta anche interno, specie in paese ) è l'orto, anch'esso recinto da steccati. Il cortile è lungo come il corpo principale del fabbricato ( 20-30 m ) e largo da 15 a 30 m. Il fondo è in terra battuta con mattoni oppure in acciottolato { sterni }. Lungo i fabbricati esiste una fascia di spazio libero di 5-6 m per il passaggio dei carri e del bestiame. Il resto del cortile è occupato dall'aia ( èra ) fatta in cemento o catrame a leggera schiena d'asino e utilizzata per essiccare la meliga. Il portone è di forma quadrata, a due battenti con lato da 3,5 a 4 m, solidamente costruito in legno.


Analisi di un fabbricato tipico della zona di Santhià - La cascina Zocchi a scala centrale   

Per quanto riguarda l'edificio principale, occorre distinguere due casi: quello in cui la scala è centrale e quello a scala laterale o esterna.
Il primo è ben rappresentato da una cascina di Santhià
, la Cascina Zocchi sulla strada vecchia di Biella a 1 Km. da Santhià.  Si tratta di un edificio costruito verso la metà dell'800. Consta di due piani fuori terra e di un soppalco. La facciata è lunga 16 m, alta 9,5 m; il fianco è di 8 m. Il centro dell'edificio è occupato dalla scala, con 2 rampe a giorno per ogni piano, separate da pianerottolo.  Gli scalini sono in lastre di pietra a superficie grossi,  ringhiera e corrimano in legno.


Santhià, Cascina Zocchi, casa rurale simmetrica rispetto alla scala
centrale ( strada vecchia per Biella a 1 Km da Santhià )




Santhià, Cascina Zocchi - PIanimetria e sezione trasversale
 

Casa con scala laterale o esterna - Piccole cascine di Cigliano   

Si tratta di abitazioni più piccole della precedente. La facciata è inferiore ai 10 m di lunghezza, mentre l'altezza è di 7-8 m, essendo ridotta l'altezza dei piani e quella del muro del soppalco e perciò ridotte anche le dimensioni delle finestre. La scala interna si sviluppa sul lato orientale della casa; essa comunica col ballatoio e con una delle due stanze, mentre all'altra si accede a pian terreno dal cortile e al 1° piano dal ballatoio. Anche questo tipo di casa comprende due vani a pian terreno (uno destinato a cucina) e due camere al piano superiore, con magazzini sotto il tetto. La stessa disposizione si ha nei casi di scala esterna ( quasi sempre riparata da un tettuccio di lamiera ) che può appoggiarsi alla facciata della casa o a un muro divisorio trasversale alla facciata. Questo caso è molto comune a Saluggia in corrispondenza della riduzione delle dimensioni dell'azienda.
 


Piccola cascina rurale in contrada S. Antonio di Cigliano.
E' visibile la scala esterna dalla quale si accede al ballatoio del primo piano.
 

Costruzioni secondarie

In quest'area è sempre presente la tettoia ( travà ), che può essere semplice, doppia o multipla a seconda dei pilastri e delle capriate corrispondenti. Se è allineata al fienile è alta come questo ( cioè 6-7 m sulla fronte); se invece è staccata è sovente più bassa ( 4-5 m ). Serve da rimessa per carri e attrezzi, ospita sovente la legnaia posta per lo più su un assito a 3 m da terra. Anch'essa può essere ad archi come il fienile e identica a questo è la sua travatura. È anch'essa chiusa su tre lati da muri ciechi e aperta verso il cortile. Il trattore può trovar posto sotto la travà oppure in apposita rimessa di recente costruzione.
Pollai ( pulè ) e porcili ( purchère ) sono per lo più sistemati in un'apposita costruzione a due piani ( sotto i porcili e sopra il pollaio ), alta 4-5 m, lunga 5 e profonda 3-4 con tetto a spioventi sovente dissimmetrici. La concimaia ( tampa ) in muratura è posta in un angolo del cortile. Il pagliaio ( paiè ) non si fa quasi più, essendo la paglia conservata in balle pressate sotto la travà.
 

Case a sviluppo orizzontale - Cascina del Parroco in frazione Campagna di Crescentino  

Il territorio di Crescentino in quanto al tipo delle colture è diviso in due parti dalla strada per Livorno Ferraris. A occidente di questa esiste solo la coltura asciutta. A oriente inizia invece la risaia, dove si hanno cascine di media e grande estensione del tipo a corte, ( sebbene con qualche carattere particolare, come l'estensione notevole della stalla ). Nella parte della coltura asciutta vi sono invece delle cascinette, con caratteri particolari, che le avvicinano a quelle di Saluggia. L'esempio qui descritto corrisponde a un'azienda di 10 ettari. Questo tipo di abitazione si trova per lo più nei nuclei ed è occupato da una famiglia di affittuari e più raramente di proprietari. I fabbricati sono di vecchia costruzione.

Il complesso costruttivo della Cascina del Parroco presso Crescentino  è formato da tre elementi uniti: casa con magazzeno, stalla e fienile, tettoie. Ma, a parità di dimensioni dell' azienda, i fabbricati si presentano piuttosto estesi in lunghezza ( fronte complessivo di 28 m ) e assai meno in altezza, mancando il soppalco (facciata della casa alta m 6,5). Mentre i primi due elementi sono compresi in un unico fabbricato, la tettoia è un corpo a sé, appoggiato alla stalla-fienile e alto m 1,5 meno di essa. Gli spazi liberi attorno al fabbricato principale hanno notevole estensione e si sviluppano anche sul retro dell'edificio per la profondità di 8 m, fino a una roggia. Questa specie di cortiletto posteriore è tutto cintato da una stuoia di giunchi ( ciuènda ) appoggiata ad alberelli; è utilizzato sul lato orientale per tenervi le galline e su quello occidentale è occupato dal pagliaio ( paié ), formato da balle pressate. Davanti alla casa lo spazio libero misura 33 m per 28. La parte più prossima alla facciata per una profondità di 20 me utilizzata come cortile ( curt ) il resto, fino alla strada, è tenuto ad orto ( ort ), salvo un tratto sul lato ovest che serve per il passaggio e mette capo a un cancello in ferro a due battenti. Tutti questi spazi sono divisi tra loro da ciuènde, alberelli e siepi.

 
  II cortile per un tratto di m 23 X 6, antistante  edificio principale, è ricoperto di battuto di cemento ( èra 'd cimàn ), che serve unicamente per la essiccazione del granoturco. Sul lato orientale a ridosso dello steccato ospita una bassa tettoia utilizzata come rimessa per il trattore, un pollaio-porcile ( pulé pursil ) a 2 piani con piccolo ripostiglio annesso e dietro ancora il cesso, al confine con l'orto. Sempre lungo lo steccato dell'orto e di fronte alla casa si trovano ancora una bassa tettoia, il letamaio. Su! lato occidentale del cortile vi sono cataste di legna ( lignè ), il canile, la pompa con vasca di cemento ( pompa e tr
ö ) e un cancello che dà direttamente sui terreni.
Le murature sono sovente formate da ciottoli ( vicinanza della Dora Baltea ) con corsi in mattoni. I pilastri sono in mattoni. Non si usano invece le pietre in lastre per scalini e sporti, I primi sono in cemento mentre i ballatoi sono ancora in molti casi tutti in legno (in cemento dove sono stati rifatti). Nella copertura del tetti dominano i coppi, che, per la casa di abitazione, poggiano su tavellini ( tavele ).
Il corpo dell'abitazione è di modeste proporzioni. Presenta un fronte lungo appena 6 m, ma è assai esteso sul fianco ( 9 m ), essendo Io spiovente posteriore più lungo dell'anteriore.
 


Cascina del Parroco in frazione Campagna di Crescentino
 








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Schema grafico della disposizione dei fabbricati della cascina
 in frazione Campagna di Crescentino
 


Planimetria della Cascina del Parroco in frazione Campagna di Crescentino
 


  Fonti bibliografiche:
- De Matteis, La casa rurale nella pianura vercellese e biellese, estratto da Studi geografici su Torino e Piemonte, n°2, 1965, pp. 34 - 44
- R. Crosio - I fattori di evoluzione del tipo di insediamento e della casa rurale nella pianura vercellese - Tesi di laurea -  Università di Torino, Facoltà di Lettere, 1972
 

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