La zona periferica dell'area risicola meridionale
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Caratteri generali
I
confini di quest'area, che si divide in due zone distinte, sono
tracciati dalla fascia di comuni che
delimita la pianura risicola centrale ed è caratterizzata dalla diffusione
della piccola proprietà e
della
piccola azienda risicola a conduzione
familiare. La sezione comprende anche il
comune di
Lamporo, la parte
orientale del comune di Crescentino, tutta
la pianura di Fontanetto Po,
la sezione meridionale del comune di Trino e
tutta la Pianura di Asigliano.
Il tipo di insediamento
prevalente è quello accentrato nei paesi o in piccoli borghi agricoli.
Procedendo verso la parte orientale della zona
periferica, al di là di Crescentino,
la coltura del riso assume
dunque un carattere dominante, che si riflette nella
struttura della piccola
cascina, principalmente in quattro modi: Riguardo alla disposizione dei fabbricati è da notare come domini quasi incontrastata la disposizione a blocco: casa-magazzini, stalla-fienile, tettoia e, contrariamente a quanto avviene nei settori dell'area a coltura mista, la casa si trova più sovente dalla parte occidentale del blocco. Staccate si possono poi avere tettoie più basse, pollai e porcili; questi ultimi sono più sviluppati che non nella zona della coltura asciutta. Le aie, tolti i casi di aziende assai piccole, sono per lo più distinte dal cortile. Sono adiacenti ad esso nelle case alla periferia del paese e in genere dove i centri non presentano un agglomeramento troppo serrato ( specie nella zona sud-ovest ), mentre sovente sono poste fuori del paese, distanti dalla casa anche più di mezzo chilometro (di qui la necessità di costruire speciali ripari in prossimità di esse ). Andando dalla Dora al Sesia, la pietra scompare o quasi come materiale da costruzione e viene per lo più sostituita dal cemento nella pavimentazione delle aie, dei cortili, marciapiedi, scale, davanzali, ecc. Caratteristica del settore sud-orientale ( dintorni di Desana ) è la prevalenza delle coperture di tegole piatte. La struttura e la forma tradizionale della casa rurale, è andata modificandosi: la casa dei piccolo fittavolo o proprietario non autonomo, va scomparendo, trasformandosi anche radicalmente, poiché il bracciante tende, a partire dalla metà degli anni '50, a diventare manovale o operaio nell'industria. L'attrazione dei centri industrializzati ha spesso provocato l'abbandono definitivo dell'abitazione in paese e il trasferimento negli agglomerati urbani di maggiore dimensione, quali Vercelli, Casale e Torino. Le attività rurali, come l'allevamento di polli, bovini o maiali, tendono a semplificarsi in rapporto al tempo a disposizione del conduttore. A causa dello sviluppo della meccanizzazione, la stalla è stata abbandonata; anche i piccoli allevamenti sono stati esclusi dall'attività produttiva. La casa rurale di conseguenza ha subito alcune trasformazioni, ad esempio la stalla è stata sostituita dai magazzini o dalla rimessa e i magazzini diventano nuovi vani di abitazione.
L'habitat e la dimora rurale sono quindi spesso
caratterizzate da quattro tendenze di fondo:
Nel borgo rurale spesso
si riuniscono aziende di discrete
dimensioni ed unità particellari. Nelle case dei borghi
esistevano fino a pochi decenni fa pessime condizioni di abitabilità
interna. La povertà delle
dimore testimoniava l'insufficienza del reddito delle aziende particellari,
che un tempo popolavano la zona.
In rapporto con la maggiore
estensione aziendale si viene ad avere una cascina a corte che mostra invece
una certa attenzione per gli abbellimenti esterni della facciata quali le
finestre cieche e l'incorniciatura a sbalzo delle aperture. |
Analisi di un piccolo fabbricato rurale del comune di Lamporo
Il tipo di abitazione qui descritto è dominante
nel piccolo comune di Lamporo, prevalentemente costituito
dalle abitazioni di piccoli
proprietari particellari. Le case sorgono su due file
regolari che costeggiano la strada principale. Le costruzioni conservano la
piccola aia all'interno del cortile, mentre
la stalla è inutilizzata o
quasi. L'abitazione è costituita da un'unica stanza a pian terreno, che un
tempo serviva da camera da letto e da cucina. Il vano superiore è ancora
adibito a magazzino. Questo tipo di
dimora corrisponde alla casa del
piccolo conduttore non autonomo.
Quella presentata nello schema funzionale è la casa della famiglia del piccolo fittavolo non autonomo, che integra il reddito dei 2-3 ettari di terra da lui direttamente coltivata con il lavoro a giornata nelle grosse aziende risicole. Occorre subito dire che questo tipo di contadino va scomparendo, poiché la piccolissima azienda rende sempre meno e il bracciante tende a diventare manovale od operaio nell'industria. L'abitazione a un piano misura 5 m di fronte, 7 di fianco, e 5 m scarsi di altezza sulla facciata. Il pianterreno è alto solo m 2,6 ed è tutto occupato da un'unica stanza che serviva un tempo da cucina e da camera da letto. In fondo ad essa, appoggiata al muro perimetrale posteriore, è la scala a una rampa ( aperta verso la stanza ), che porta al piano superiore, anch'esso formato da un unico vano adibito a magazzino e, se la famiglia è numerosa, anche a dormitorio. La camera a pianterreno comunica con l'aia per una porta a vetri a due battenti con ante in legno interne e persiane esterne. Comunica poi anche con la stalla (uscio in legno). Il piano superiore dà su un piccolo ballatoio che tiene tutta la facciata. Le finestre sono alte m 1,4 e larghe 0,8.
L'aia è larga come la facciata del
complesso ed è lunga da 15 a 20 m; è tutta ricoperta da battuto di
cemento o di catrame. Ha di fronte una tettoia alta 4 m per lo
più divisa in due piani da un assito. A pianterreno vi si trovano porcili
e pollai, deposito per attrezzi e vi si ritira il riso in caso di
pioggia. Sull'assito è la legnaia. |
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Analisi di una piccola cascina risicola di Palazzolo
Più a Est
dell'area periferica troviamo
aziende di dimensioni maggiori. Il volto dei paesi muta leggermente e
anche nella dimora rurale si notano più frequenti rammodernamenti o
riadattamenti. Nell'azienda autonoma a base familiare il complesso delle
abitazioni è più ampio.
L'edificio
principale contiene l'abitazione del conduttore, la stalla, il fienile ed un
portico ad arcata, il cortile comprende l'aia ed i rustici. Per
quanto concerne le modificazioni nella struttura aziendale c'è da rilevare
l'abbandono e l'inutilizzazione della stalla e dei rustici. In questi
complessi la meccanizzazione è ormai
completa negli anni Sessanta ed è stato eliminato del tutto l'uso degli
animali. La casa rurale muta sovente aspetto anche quando le
dimensioni dell'azienda non sono notevoli come nel caso di piccole unità particellari,
condotte a part-time da operai. Non soltanto
l'abitazione è stata abbellita e
rimodernata, ma tutto il complesso è stato riadattato. L'azienda va
integrandosi, ma non raggiunge ancora un'estensione tale da poter creare un
vero e proprio complesso di edifici. |
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Analisi di una piccola cascina
risicola di
Desana
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Le aie alla periferia dell'abitato
In molti centri della zona periferica orientale
esiste intorno all'abitato
una zona di
aie e di orti, che raggruppa gli spazi liberi che non trovano posto
tra le case. Le aie raramente sono cintate. Esse hanno su di un lato ( di
solito quello settentrionale ) una tettoia che serve per riparare il
prodotto in caso di maltempo. Queste tettoie hanno uno spiovente più
lungo retto sul fronte da pilastri alti 4-5 m e dietro da un
muricciolo di 2-3 m. Sul davanti sono riparate da uno spiovente più breve
retto da travetti orizzontali sporgenti. Il fondo è in battuto di cemento.
Talvolta questi ripari sono semplicemente provvisori e formati
da una intelaiatura di legno che
regge un tetto di paglia; le pareti sono chiuse da
stuoie fatte con steli di
granoturco. Queste capanne in certi casi vengono erette solo nel
periodo dell'essiccazione e poi smontate; in altri casi sono invece
conservate tutto l'anno, specie se presso l'aia c'è l'orto. Esse possono
essere grandi abbastanza da servire di riparo al risone,
oppure possono essere più piccole e servire solo di riparo per gli
attrezzi, che sarebbe scomodo portare ogni giorno da casa.
Le
immagini tratte dal testo di G. De Matteis mostrano le due forme più comuni:
quella a tettoia con copertura a due spioventi e quella a pianta
quadrata a tetto conico, formata da un piccolo mucchio di paglia posto
su una orditura orizzontale di pertiche. |
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