Pietro da Cortona, Il ratto delle Sabine


Pietro da Cortona, Il ratto delle Sabine, 1629 circa, Roma, Pinacoteca Capitolina.

Nel leggendario episodio, legato alle origini di Roma e raccontato dallo storico Tito Livio, dopo la fondazione della città i Romani rapirono le donne sabine per farne le proprie mogli. La tela, improntata ad un certo allegorismo celebrativo, imperniato sulla forza rievocativa della leggenda, mostra grande attenzione per i valori luministici, compositivi e materici propri dell'estetica barocca. L’artista ricostruisce con cura uno scenario fedele alla verità storica, ma il dramma si svolge in uno spazio irreale e si anima di una vitalità teatrale. I raggruppamenti delle figure sono disposti secondo una drammatica dinamica centrifuga. Macchie di luce e improvvise zone d’ombra creano una suggestiva atmosfera: le fronde degli alberi sono mosse da un leggero soffio d’aria, le nuvole si spostano in cielo, i protagonisti vivono l’azione. Questa interpretazione del classicismo è lontana dall’equilibrio rinascimentale e appare dominata dalla magniloquenza barocca.

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