Charles Gleyre, La sera o le illusioni perdute


Charles Gleyre, La sera o le illusioni perdute, 1843, Parigi, Louvre.

L’artista raffigura qui una sorta di allucinazione vissuta durante uno dei suoi viaggi in Oriente, di cui è rimasta traccia nei suoi diari: egli descrive una sera in cui, dopo una faticosa giornata, sul Nilo, non sa se remi su un fiume o vaghi negli spazi infiniti dell’aria, e vede una bella barca, nella quale siedono alcuni angeli vestiti con eleganza, che cantano musiche divine. In effetti, la barca qui raffigurata sembra in una dimensione atemporale. Da ricordare, inoltre, che lo stesso anno in cui il dipinto di Gleyre riscuoteva successo al Salon veniva pubblicata l’ultima parte dei racconti di Balzac Le illusioni perdute, e certo il pubblico avvicinò le due opere, contribuendo per il dipinto alla diffusione del nome più popolare. Centrale è anche il tema della solitudine del vecchio che vede allontanarsi la gioventù, le speranze e i piaceri.

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