Il pittore Pier Francesco Guala

L'esordio

Pier Francesco Guala nacque a Casale Monferrato il 15 settembre 1698 e venne battezzato il 21 successivo nella parrocchia di S.Maria di Piazza a Casale, come si legge nel registro dei battesimi. Settimo di otto figli, che morirono tutti in tenerissima età, rimane orfano a soli cinque anni e visse con il padre e l’unica sorellina ancora viva.

Il padre, Lorenzo, era definito nei documenti “pictor”, ma  non sappiamo con certezza cosa ciò voglia indicare: poteva essere un semplice decoratore oppure un vero pittore. Ada Peyrot pubblica nel 1969 un’incisione in rame tratta da un disegno di Lorenzo Guala

Dalla dottoressa Mazza è stata segnalata l’esistenza di una pala d’altare, prima opera pittorica conosciuta di Lorenzo, che si troverebbe nella Parrocchiale di Ponzano. Queste informazioni fanno intuire che Pier Francesco potrebbe essersi avvicinato all’arte fin da piccolo prorpio nella bottega del padre.

L’attività del Guala si può suddividere in vari periodi, un primo momento quello giovanile, che va fino al 1725; un periodo di transizione e studi, che giunge  fino al 1734; le opere della maturità, fino al 1754-55; infine un gruppo di opere che chiude anche la sua vita.

Guala dipinge molto a Casale, Trino e Vercelli; si trovano alcune sue opere anche nei paesi limitrofi, Asigliano, Villanova, Balzola. Suoi dipinti importanti sono giunti inoltre a Torino e a Milano, e fuori d’Italia fino in Russia al museo dell’Ermitage.

Dopo le prime opere di qualità non particolarmente alta, dipinge la grande tela  della Disfatta degli Albigesi, firmata nel 1724 per la chiesa di San Domenico a Casale. Trascorre un po’ di tempo in cui egli matura la sua nuova tecnica.

I primi risultati, di questo periodo formativo e di sperimentazione, si vedono nella pala d’altare che raffigura S.Bartolomeo che battezza il Re e la Regina d’Armenia, dipinto nel 1734 per la chiesa parrocchiale di Trino. Questo quadro è documentato in maniera certa grazie a un elenco manoscritto dei documenti dell’Archivio Civico e della Partecipanza di Trino compilato nel 1849, che oggi si trova, fatto curioso, rilegato all’interno di un manoscritto più antico apparentemente all’archivio parrocchiale. In questo elenco, fra le varie annotazioni, si legge: Sig. Pietro Francõ Guala per il quadro di S.Bartolomeo come da quitta sua privata datata di Casale li 17 Agosto 1734. Nello stesso manoscritto è annotata la ricevuta del pittore: ricevuta dal pittore Pietro Francõ Guala per aver pitturato il quadro di S.Bartolomeo quitta del 4 7mbre 1734.

Il fatto che i documenti fossero custoditi nell’Archivio Civico é giustificato dal carattere pubblico dell’opera, come appare evidente dall’indicazione di una visita pastorale compilata nel 1748 da Mons. Ignazio della Chiesa Vescovo di Casale: Vi é un’ancona ossia quadro che rappresenta S.Bartolomeo il quale battezza il Re Polimio d’Armenia e S.Michele arcangelo con altre figure con l’arma della Comunità in fondo, fatto per altro detto quadro - Piorum elemosinis - come si sente dire. Ciò indica che il quadro fu pagato con le elemosine di cittadini devoti a nome di tutta la comunità trinese, come indica lo stemma con le tre torri raffigurato in basso a sinistra sulla tela. 

La maturità artistica.

Il dipinto: “Il Re e la Regina d’Armenia”, ha segnato una svolta nello stile del pittore. Finalmente egli si stacca dai toni tetri del Seicento pittorico piemontese per volgersi con più decisione all’arte settecentesca più ariosa e dichiaratamente decorativa.

Da questo momento in poi il pittore si volgerà anche ad altre tecniche pittoriche e ad altri generi: affronterà l’affresco sia sacro che mitologico, e otterrà, con quest’ultimo diverse commissioni da famiglie nobili casalesi. Si rivelerà un ottimo ritrattista immortalando nobili, vescovi e benefattori locali.

Le opere dipinte dal Guala per Trino sono, oltre a quella della parrocchiale, la tela con i Tre santi in adorazione del Sacro Cuore in S. Giovanni, la Vergine in gloria con santi che si trova in S.Lorenzo, i due ritratti della Biblioteca Civica, i Quattro santi domenicani in adorazione del SS.Sacramento dipinta per il monastero delle terzine e oggi nel convento delle domenicane di Mondovì Carassone.

Guala terminerà la sua vita a Milano nel 1757.

Il testamento

É stato rintracciato il testamento dell’artista che fornisce alcuni ragguagli sull’attività milanese e nuovi spunti per ulteriori ricerche. Le ultime volontà di Fra Felice Fortunato (nome scelto dal pittore diventando religioso), che dichiara di non aver lasciato mai disposizioni testamentarie, sono le seguenti:

- vuole entrare nell’ordine di S.Francesco da Paola;

- vuole essere sepolto in questa chiesa;

- comanda anche che non si chieda alcun denaro ai frati Minimi per le due pale da lui eseguite nella chiesa di S.Francesco da Paola e per l’affresco nella volta. Quando lui, infatti, prima di morire, era malato i frati spesero molto pre curarlo;

- egli nomina eredi universali di tre quadri di non grandi dimensioni e degli altri beni di sua proprietà (mobili, immobili, denari) i sei figli. Se una figlia si sposasse o si facesse suora, la sua parte andrebbe al figlio maschio.

 

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Trino: cenni storici

L'analisi di un dipinto di P.F.Guala

Pier Francesco Guala

RMD 2001