I MALAVOGLIA è il primo dei romanzi
del ciclo dei Vinti. I personaggi e
l'ambiente del romanzo sono presentati già dalla novella "Fantasticheria"
mentre nella "Prefazione" l'autore chiarisce il movente della narrazione ed
i presupposti ideologici , culturali ed artistici che lo spingono a creare
un ciclo di romanzi.
Le frasi centrali del testo teorico, essenziali per definire la poetica di
Verga ed il senso della narrazione sono le seguenti:
1) QUESTO RACCONTO E' LO STUDIO SINCERO E SPASSIONATO DEL
COME PROBABILMENTE DEVONO NASCERE E SVILUPPARSI NELLE PIU' UMILI CONDIZIONI
LE PRIME IRREQUIETUDINI DEL BENESSERE E QUALE PERTURBAZIONE DEBBA RECARE IN
UNA FAMIGLIOLA VISSUTA FINO AD ALLORA RELATIVAMENTE FELICE LA VAGA BRAMOSIA
DELL'IGNOTO, L'ACCORGERSI CHE NON SI STA BENE O CHE SI POTREBBE STAR MEGLIO.....
"
I Malavoglia" si
presentano dunque come uno STUDIO, un'analisi quasi di tipo sociologico, come già aveva suggerito il Naturalismo francese. Lo scopo del narratore è
- tra l'altro - quello di far conoscere le condizioni sociali di una intera comunità,
studiando appunto come, in determinati contesti socio - economici la vita
dei singoli e dei gruppi sociali sia rigidamente condizionata. Verga ci presenta
tipici casi di vita, che nella prefazione all'Amante
di Gramigna ( una delle novelle di VITA DEI CAMPI ) aveva
definito DOCUMENTO UMANO. Egli intende
STUDIARE come, in un'epoca di
generale progresso, in cui il miraggio del benessere è più pressante,
agiscano le aspirazioni al cambiamento nelle classi più umili, abituate da
secoli a vivere una condizione di semipovertà e di semplice LOTTA PER LA
SOPRAVVIVENZA.
La risposta a questa
domanda, il risultato di questo studio, sarà fornito dalle
vicende del romanzo, ma era già
stato anticipato nella novella "Fantasticheria" in cui l'ideale dell'ostrica,
( fatto di tenace attaccamento da parte degli abitanti di Aci Trezza alla
loro terra ed al loro lavoro ) faceva intuire i pericoli del distacco dalla comunità di appartenenza.
ESTREMAMENTE DIGNITOSA
E' LA VITA DEI PESCATORI DI ACI TREZZA , ATTACCATI ALLA CASA , ALLA
FAMIGLIA, CON RASSEGNAZIONE DOLOROSA MA ANCHE CON TENACIA AMMIREVOLE. PROPRIO
COME L'OSTRICA RESTA ATTACCATA ALLA SCOGLIO.
.....TUTTAVIA QUANDO UNO DI
QUEGLI UOMINI,O PIU' DEBOLE O PIU' INCAUTO O PIU' EGOISTA VOLLE STACCARSI
DAI SUOI PER DESIDERIO DI IGNOTO, O PER CERCARE IL MEGLIO, O PER CURIOSITA'
DI CONOSCERE IL MONDO, IL MONDO, DA PESCE VORACE CH' EGLI E', SE LO INGOIO'
E I SUOI PIU' PROSSIMI CON LUI..... Sotto questo aspetto - dice Verga in
"Fantasticheria " il dramma non manca di interesse".
2) IL MOVENTE DELL' ATTIVITA'
UMANA CHE PRODUCE LA FIUMANA DEL PROGRESSO E' PRESO QUI ALLE SUE SORGENTI,
NELLE PROPORZIONI PIU' MODESTE E MATERIALI. IL MECCANISMO DELLE
PASSIONI....E' MENO COMPLICATO E POTRA' QUINDI OSSERVARSI CON MAGGIOR
PRECISIONE. NEI 'MALAVOGLIA' E' LOTTA PER I BISOGNI MATERIALI...CODESTA
RICERCA DEL MEGLIO.
Tali affermazioni
individuano con chiarezza la prospettiva verghiana.
- Il PROGRESSO ( grande
mito dell'età del Positivismo ) si produce grazie all'intraprendenza dei
singoli e dei gruppi, che vedono appunto in esso il MOVENTE della loro
azione. Quindi la prospettiva in cui si muove lo STUDIO è quella di una
VERIFICA DGLI EFFETTI PRODOTTI DAL PROGRESSO NELLE VARIE SFERE SOCIALI. La
precisa individuazione delle sfere di azione delle varie classi sociali,
giustifica la creazione di un CICLO DI ROMANZI, un po' come aveva fatto
BALZAC con la "Comedie humaine".
I Malavoglia, piccola
famiglia di pescatori, in rovina economica dopo il naufragio della loro
barca, incarnano appunto la prima forma di lotta per il miglioramento.
Ma la loro finisce per
essere unicamente LOTTA PER LA SOPRAVVIVENZA E PER I BISOGNI MATERIALI
( la
casa, il cibo...) in quanto il dissesto economico della famiglia li impegna
strenuamente nella semplice conservazione di quanto resta o al massimo nel
riscatto di quanto perduto.
3) SODDISFATTI QUESTI (
bisogni materiali ) LA RICERCA DIVIENE AVIDITA' DI RICCHEZZE E SI INCARNERA'
IN UN UN TIPO BORGHESE "MASTRO DON GESUALDO". POI DIVENTERA' VANITA'
ARISTOCRATICA, NELLA "DUCHESSA DI LEYRA" AMBIZIONE
NELL'"ONOREVOLE SCIPIONI" PER ARRIVARE ALL'"UOMO DI LUSSO" IL QUALE RIUNISCE
TUTTE CODESTE BRAMOSIE.....
Verga non completerà che
i primi due romanzi del ciclo ( "I Malavoglia" ed il "Mastro don Gesualdo" )
tuttavia è chiaro il suo progetto iniziale. Abbracciare in una serie di
narrazioni tutti i tipi di attività umana presenti nella sua terra di
Sicilia in un'età di trasformazione socio-economica ( l'Ottocento
preindustriale italiano ). Cogliendo tutte le forme
di contraddizione che nei vari ambiti sociali si manifestano, passando dai
più umili e legittimi desideri delle classi povere fino alle ambizioni più
esclusive delle classi borghesi ed aristocratiche ( possesso della "roba",
avidità, vanità di casta, ambizione politica...) egli intendeva abbracciare
con le sue narrazioni l'intero contesto sociale della sua terra.
Mastro don
Gesualdo - Dopo la triste vicenda
dei Malavoglia viene la storia ancor più tragica di
.
Gesualdo Motta che da semplice muratore, si arricchisce , affrontando una vita di stenti e privazioni pur di
ammassare la "roba" (campi, terreni sempre più ampi acquistati anche nelle
pubbliche aste, pascoli, oliveti, arativi....) .La sua AVIDITA' DI RICCHEZZE
però non è la sua unica ambizione. Egli VUOLE DIVENTARE DON cioè VUOLE
AVERE UN TITOLO NOBILIARE . Accetta così di sposare la nobildonna decaduta
Bianca Trao, che però lo abbandona in solitudine negli ultimi momenti della
sua vita , come pure la figlia Isabella, la quale , dopo un matrimonio di
interesse, dilapiderà insieme al marito il suo patrimonio.
DOPPIA SCONFITTA PER
MASTRO DON GESUALDO. POVERO E SOLO, EGLI FINISCE GLI ULTIMI GIORNI DELLA SUA
VITA DIMENTICATO DA TUTTI.
Chiaramente nella
vicenda agisce un movente d'azione diverso rispetto al primo romanzo :
L'AVIDITA'
DI RICCHEZZE PROPRIA DELLA BORGHESIA ARRICCHITA CHE TENDE A FARE UN SALTO DI
CLASSE E A DIVENTARE CLASSE NOBILIARE.
Anticipando quanto Verga
dirà nelle parti conclusive della prefazione ai Malavoglia è bene ricordare
quale è il risultato di questa lotta per la conquista di qualcosa che non
ci appartiene e che pure si vuole disperatamente ottenere.
E' LA SCONFITTA DEL
SINGOLO , E' LA SORTE DEI VINTI DAL DESTINO CHE SI ABBATTE SU OGNUNO
DEI PERSONAGGI , A QUALUNQUE CLASSE SOCIALE APPARTENGANO. Emerge cioè chiaramente
il PESSIMISMO di VERGA sulla condizione umana.
4) IL CAMMINO FATALE,
INCESSANTE, FATICOSO E FEBBRILE CHE SEGUE L'UMANITA' PER RAGGIUNGERE LA
CONQUISTA DEL PROGRESSO E' GRANDIOSO NEL SUO RISULTATO,VISTO NELL'INSIEME,
DA LONTANO.
NELLA LUCE GLORIOSA CHE
L'ACCOMPAGNA DILEGUANSI LE IRREQUIETUDINI,LE AVIDITA' , L'EGOISMO, TUTTE LE
PASSIONI, TUTTI I VIZI CHE SI TRASFORMANO IN VIRTU', TUTTE LE DEBOLEZZE CHE
AIUTANO L'IMMANE LAVORO,TUTTE LE CONTRADDIZIONI, DAL CUI ATTRITO SVILUPPASI
LA LUCE DELLA VERITA'. IL RISULTATO UMANITARIO
( l'attuarsi del progresso ) COPRE QUANTO C'E' DI MESCHINO NEGLI INTERESSI
PARTICOLARI CHE LO PRODUCONO , LI GIUSTIFICA QUASI COME MEZZI NECESSARI A
STIMOLARE L'ATTIVITA' DELL'INDIVIDUO COOPERANTE INCONSCIO A BENEFICIO DI
TUTTI.
SOLO L'OSSERVATORE ,TRAVOLTO ANCH'ESSO DALLA FIUMANA, GUARDANDOSI ATTORNO,
HA IL DIRITTO DI INTERESSARSI AI DEBOLI CHE RESTANO PER VIA, AI FIACCHI CHE
SI LASCIANO SORPASSARE DALL'ONDA... AI V I N T I CHE
LEVANO LE BRACCIA DISPERATE E PIEGANO IL CAPO SOTTO IL PIEDE BRUTALE DEI
SOPRAVVENIENTI,I VINCITORI D'OGGI AFFRETTATI ANCH'ESSI, AVIDI ANCH'ESSI DI
ARRIVARE, E CHE SARANNO SORPASSATI DOMANI. CHI OSSERVA QUESTO
SPETTACOLO NON HA IL DIRITTO DI GIUDICARLO ; E' GIA' MOLTO SE RIESCE A
TRARSI UN ISTANTE FUORI DEL CAMPO DELLA LOTTA PER STUDIARLA SENZA PASSIONE,
E RENDERE LA SCENA NETTAMENTE, COI COLORI ADATTI, TALE DA DARE LA
RAPPRESENTAZIONE DELLA REALTA' COME E' STATA O COME AVREBBE DOVUTO ESSERE.
Cerchiamo di commentare
separatamente queste ultime osservazioni.
Innanzitutto Verga cerca
di offrire una giustificazione generale dell'agire umano, anche nelle sue
più meschine e basse ambizioni, dicendo addirittura che,
a livello storico
l'egoismo, l'arrivismo, la sete di successo e di denaro sono necessarie
perché sono la molla del progresso. E il risultato finale di queste
ambizioni, visto nel suo complesso è grandioso, alto , ammirevole, utile
all'umanità intera.
Tuttavia la prospettiva in cui Verga come artista si
pone non è questa. Il narratore è innanzitutto OSSERVATORE DEI VINTI , in
questa lotta spesso perdente per molti.
Il progresso non si
realizza solo con l'attuazione di grandi progetti, ma anche attraverso
fallimenti, drammi economici e soprattutto umani, che l'osservatore -
scrittore vuole puntualmente annotare. E' da notare a questo
proposito che la prospettiva entro la quale Verga analizza gli effetti del progresso
è quella riduttiva della Sicilia, zona dove, oggettivamente, le
trasformazioni non si erano fatte sentire anche dopo l'unità d'Italia. Egli, dopo aver osservato a Firenze ed ancor più a Milano, gli effetti tangibili
della trasformazione della città industriale, non può, nella sua Sicilia,
far altro che verificare l'arretratezza di un mondo che ambisce a cambiamenti, che
tuttavia gli sono ancora preclusi.
Egli legge dunque questa
lotta per il miglioramento con pessimismo sostanziale, come un dramma
ricorrente dei singoli e dei gruppi e che decide appunto di rappresentare. Inizialmente il Ciclo
dei vinti doveva chiamarsi "MAREA" proprio ad indicare il movimento
impetuoso del mare ( simbolo del progresso ) che si lascia dietro ogni tanto
qualche resto , dopo il suo incessante rifluire.
Chi osserva con
atteggiamento di sostanziale pietà' queste sconfitte non ha il diritto di
giudicare gli uomini
( impersonalità dell'arte ). Compito dello scrittore
è solo quello di "fotografare" il più oggettivamente possibile questa
realtà come è stata, impiegando strumenti espressivi adatti.
Ad esempio un linguaggio
che si rifaccia, di volta in volta, all'ambiente in cui la vicenda si
svolge. Pertanto c'è una notevole differenza tra la
tecnica narrativa dei
"Malavoglia" ancora legata al discorso indiretto
libero ( sorta di parlata corale straniata
propria della popolazione di Aci Trezza, con frasi gergali e anche
dialettali, tipiche di un contesto unicamente popolare ) e le
tecniche narrative più tradizionali con l'impiego
della terza persona e dello scrittore onnisciente, con l'impiego di
una lingua più letteraria ed alta
( tipiche del "Mastro don Gesualdo", ambientato in
ambito borghese ed aristocratico).
IN SINTESI LA PREFAZIONE
AI MALAVOGLIA PONE I SEGUENTI PROBLEMI
1) Il racconto è STUDIO
di un dramma umano e sociale
2) Il dramma nasce dalla RICERCA DEL MEGLIO ed in un ambito di progresso
generalizzato
3) C'è sviluppo in tale ricerca passando dalle CLASSI SOCIALI più basse
alle più elevate.
4) Il risultato comune è la sconfitta: tutti i protagonisti dei romanzi sono dei VINTI.
5) Il progresso ha esiti importanti e positivi nel suo complesso
6) Si lascia tuttavia alle spalle molti drammi umani
7) Lo scrittore è solo un OSSERVATORE di tali drammi; non deve giudicare gli
uomini
8) Lo scrittore annota OGGETTIVAMENTE, FEDELMENTE quanto osserva
9) Lo scrittore usa un LINGUAGGIO ADATTO alla rappresentazione .
Due grafi esplicativi
delle logiche narrative del ciclo dei vinti
I Malavoglia
Mastro don Gesualdo
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