Legato alla cultura illuministica è un progetto
riformatore che da parte di alcuni sovrani settecenteschi viene attuato al
fine di modernizzare lo Stato ( migliorandone l'efficienza
amministrativa, fiscale, militare...) e di raggiungere la "felicità
pubblica".
Sul piano politico queste politiche riformatrici si inseriscono nel
lungo processo di formazione dello stato moderno, che deve risolvere nel
'700 una contraddizione strutturale davvero grande: da una parte la
monarchia assolutista si fondava sul sostegno dei ceti ( ordini ) e delle
loro assemblee, dall'altra era viva la conflittualità tra le rappresentanze
dei ceti ( clero, nobiltà, borghesia ) e l'autorità del sovrano.
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Privilegi ecclesiastici e teorie giurisdizionalistiche.
Si definisce
giurisdizionalismo la
politica nei confronti dell'istituzione ecclesiastica, tesa a rivendicare
l'intero controllo amministrativo, fiscale e giuridico del territorio da
parte dello Stato e delle sue autorità, sottraendolo alle strutture
parallele costituite da diritti e privilegi ecclesiastici. Tali diritti
sono così riassumibili:
- diritto d'asilo -
riconosce l'immunità a chiunque si rifugiasse nei luoghi di culto,
sottraendolo alla giustizia comune
- tribunali
ecclesiastici - hanno il privilegio di giudicare reati comuni (
furto, omicidio ) se sono imputati a religiosi
- tribunale dell'Inquisizione
- giudica dell'ortodossia di teorie scientifiche e filosofiche, mette
all'indice pubblicazioni
- monopolio
religioso dell'istruzione - esercitato dalle scuole gesuitiche, che
controllano l'educazione della nobiltà
- persistenza di conventi e
monasteri ( enti contemplativi ) con le loro donazioni e
proprietà territoriali inalienabili
- diritto di
manomorta: inalienabilità dei possessi della Chiesa. Ciò impedisce la
circolazione dei beni e soprattutto paralizza il mercato dei terreni
agricoli che avrebbero potuto essere rivenduti a privati e sfruttati più
adeguatamente sul piano agronomico. |
Interventi dei sovrani illuminati
La monarchia non cerca più di reggersi
unicamente sul diritto divino, ma si impegna a realizzare lo sviluppo
economico dello stato con opportune riforme, che facilitino il progresso ed
assicurino migliori condizioni di vita ai sudditi, orientandoli verso una
rinnovata produttività e sottraendoli dagli influssi di una cultura chiusa
ed intollerante.
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Tra gli obiettivi delle riforme si possono ricordare:
- il rafforzamento dell'autorità del sovrano nei confronti di quelle
forze sociali che sottraggono potere alla giurisdizione statale ( nobiltà e
clero ). Tutto il territorio statale deve cadere sotto l'unica giurisdizione
(controllo amministrativo e giuridico ) dello Stato con la creazione
di nuovi rapporti tra Stato e
Chiesa. (giurisdizionalismo )
- Viene eliminata ogni forma di autonomia, di potere
feudale, di privilegio ecclesiastico, operando gradualmente la
tassazione dei beni dei nobili e del clero ( i
catasti servono per
censire le proprietà immobiliari che poi verranno tassate dalla Stato
tramite l'imposta fondiaria ).
- Cessa di esistere l'appalto delle imposte ai privati Esso
viene posto nelle mani di funzionari statali.
- Si ha l'eliminazione di
parecchi ordini religiosi contemplativi, la chiusura di
monasteri e l'incameramento dei loro beni, con l'introduzione delle
proprietà sul libero mercato dei terreni e la possibilità di creare una
nuova proprietà agraria di tipo imprenditoriale.
- Si attua la cacciata
dell'ordine dei Gesuiti, con la chiusura delle loro scuole e la
nascita dell'insegnamento laico.
- Si impone da parte della corona l'approvazione
statale degli atti pontifici e di quelli concernenti l'insediamento
dei vescovi.
- Si abolisce il foro
ecclesiastico e il diritto di asilo.
Si attuano altresì alcune
riforme nel campo giuridico e
procedurale:
- Si ha l'abolizione della
tortura e della pena di morte. A Milano, sotto il governo
asburgico di Giuseppe II, viene pubblicato il nuovo codice
penale. E' pubblicata in tutta Europa l'opera di
Cesare Beccaria,
Dei delitti e delle pene, che rivendica l'inutilità oltre che la
disumanità della pena capitale, contraria al diritto naturale alla vita.
- Si opera una sostanziale
tolleranza nei confronti delle minoranze religiose (ebrei,
valdesi ..)
- Si abolisce il Tribunale dell'Inquisizione, e
si sospende la
censura ecclesiastica sulla stampa.
Tra le riforme
economiche si possono annoverare:
- l'abolizione dei dazi, il libero commercio dei grani, l'abolizione delle
corporazioni, che impedivano la creazione di una libera concorrenza
tra produttori ed un regime di prezzi regolato dal mercato
- Le bonifiche, le canalizzazioni, la nascita di colture specializzate.
I fisiocratici sono i teorici di
un'agricoltura moderna, capace di aumentare le rese dei campi, aperta
al mercato sempre più ampio dei consumatori.
- L'abolizione della servitù della gleba, la nascita di nuovi contratti
agrari ( con lo sviluppo della piccola proprietà)
Le riforme ebbero applicazione molto diseguale
nelle varie aree europee ed anche all'interno del territorio italiano furono
applicate in modo difforme.
La Lombardia (
Maria Teresa
e Giuseppe II)
e la Toscana (
Pietro Leopoldo ) con gli Asburgo,
Carlo III di
Borbone a Napoli, operarono un ampio riformismo,
solo parzialmente frenato da Leopoldo II. A Napoli l'azione si
rivolse quasi solo contro i privilegi ecclesiastici, riducendo l'importanza
del clero.
In Prussia Federico II
badò soprattutto a rendere efficiente l'esercito, non intaccando minimamente
la struttura sociale che vede al vertice la nobiltà. In Russia
Caterina II,
pur amica di Voltaire e di Diderot, non abolì la servitù della
gleba. Rinforzò la gente di servizio (nobiltà al servizio dello stato) ed
operò riforme per l'istruzione e per la sanità (ospedali). In Francia
la monarchia non riuscì ad operare riforme di rilievo e non fu risolta la
grave crisi economica che attanagliava lo stato. Si creò viceversa una forte
conflittualità tra le varie classi sociali che sfocerà nella rivoluzione
francese.
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