Dispotismo illuminato e riforme
Rafforzamento dello Stato e riduzione del poteri dei ceti, attraverso la ridefinizione - eliminazione dei loro privilegi.

Legato alla cultura illuministica è un progetto riformatore che da parte di alcuni sovrani settecenteschi viene attuato al fine di modernizzare lo Stato ( migliorandone l'efficienza amministrativa, fiscale, militare...) e di raggiungere la "felicità pubblica".
Sul piano politico queste politiche riformatrici si inseriscono nel lungo processo di formazione dello stato moderno, che deve risolvere nel '700 una contraddizione strutturale davvero grande: da una parte la monarchia assolutista si fondava sul sostegno dei ceti ( ordini ) e delle loro assemblee, dall'altra era viva la conflittualità tra le rappresentanze dei ceti ( clero, nobiltà, borghesia ) e l'autorità del sovrano.
 



A causa della persistenza dei privilegi e dei poteri locali dei ceti vi è una mancata giurisdizione su tutto il territorio dello Stato
 da parte della corona che pure attua una  politica di tipo centralizzatore.
 

Problematiche delle monarchie assolute nel primo '700.

Il problema centrale dei regimi assoluti è quello dell'amministrazione finanziaria e fiscale che la centralizzazione regia in Francia sembra apparentemente aver risolto. In realtà ancora troppe forme di subappalto delle imposte e soprattutto di esenzione fiscale dei ceti privilegiati espropriano la corona di importanti cespiti economici. Le monarchie assolute avvertono dunque l'esigenza di introdurre maggiore efficienza e razionalità nell'amministrazione allargando i poteri dello Stato. Tale azione le portava a scontrarsi con il sistema di privilegi, fiscali e giuridici di cui godevano la nobiltà ed il clero ( un insieme di diritti e una struttura di potere che era il limite fondamentale alla crescita della società civile ). Lo stato non può progredire perché la sua economia è ancora vincolata dai privilegi feudali ed ecclesiastici, che stentano a far decollare il mercato dei terreni. L'agricoltura non si rinnova con la nascita di nuove aziende di dimensioni più ampie ed adatte a rispondere al mercato dei grani, in chiara crescita. La tassazione è irregolare. I dazi impediscono la libera circolazione dei prodotti
 


Privilegi ecclesiastici e teorie giurisdizionalistiche.

Si definisce giurisdizionalismo la politica nei confronti dell'istituzione ecclesiastica, tesa a rivendicare l'intero controllo amministrativo, fiscale e giuridico del territorio da parte dello Stato e delle sue autorità, sottraendolo alle strutture parallele costituite da diritti e privilegi ecclesiastici. Tali diritti sono così riassumibili:
- diritto d'asilo - riconosce l'immunità a chiunque si rifugiasse nei luoghi di culto, sottraendolo alla giustizia comune
- tribunali ecclesiastici - hanno il privilegio di giudicare reati comuni ( furto, omicidio ) se sono imputati a religiosi
- tribunale dell'Inquisizione - giudica dell'ortodossia di teorie scientifiche e filosofiche, mette all'indice pubblicazioni
- monopolio religioso dell'istruzione - esercitato dalle scuole gesuitiche, che controllano l'educazione della nobiltà
- persistenza di conventi e monasteri ( enti contemplativi ) con le loro donazioni e proprietà territoriali inalienabili
- diritto di manomorta: inalienabilità dei possessi della Chiesa. Ciò impedisce la circolazione dei beni e soprattutto paralizza il mercato dei terreni agricoli che avrebbero potuto essere rivenduti a privati e sfruttati più adeguatamente sul piano agronomico.


Interventi dei sovrani illuminati

La monarchia non cerca più di reggersi unicamente sul diritto divino, ma si impegna a realizzare lo sviluppo economico dello stato con opportune riforme, che facilitino il progresso ed assicurino migliori condizioni di vita ai sudditi, orientandoli verso una rinnovata produttività e sottraendoli dagli influssi di una cultura chiusa ed intollerante.
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Tra gli obiettivi delle riforme si possono ricordare:
- il rafforzamento dell'autorità del sovrano nei confronti di quelle forze sociali che sottraggono potere alla giurisdizione statale ( nobiltà e clero ). Tutto il territorio statale deve cadere sotto l'unica giurisdizione (controllo amministrativo e giuridico ) dello Stato con la creazione di nuovi rapporti tra Stato e Chiesa. (giurisdizionalismo )
- Viene eliminata ogni forma di autonomia, di potere feudale, di privilegio ecclesiastico, operando gradualmente la tassazione dei beni dei nobili e del clero ( i catasti servono per censire le proprietà immobiliari che poi verranno tassate dalla Stato tramite l'imposta fondiaria ).
- Cessa di esistere l'appalto delle imposte
ai privati  Esso viene posto nelle mani di funzionari statali.
- Si ha l'eliminazione di parecchi ordini religiosi contemplativi, la chiusura di monasteri e l'incameramento dei loro beni, con l'introduzione delle proprietà sul libero mercato dei terreni e la possibilità di creare una nuova proprietà agraria di tipo imprenditoriale.
- Si attua la cacciata dell'ordine dei Gesuiti, con la chiusura delle loro scuole e la nascita dell'insegnamento laico.
- Si impone da parte della corona l'approvazione statale degli atti pontifici e di quelli concernenti l'insediamento dei vescovi.
- Si abolisce il foro ecclesiastico e il diritto di asilo.

Si attuano altresì alcune riforme nel campo giuridico e procedurale:
- Si ha l'abolizione della tortura e della pena di morte. A Milano, sotto il governo asburgico di Giuseppe II,  viene pubblicato il nuovo codice penale. E' pubblicata in tutta Europa l'opera di Cesare Beccaria, Dei delitti e delle pene, che rivendica l'inutilità oltre che la disumanità della pena capitale, contraria al diritto naturale alla vita.
- Si opera una sostanziale tolleranza nei confronti delle minoranze religiose (ebrei, valdesi ..)
- Si abolisce il Tribunale dell'Inquisizione, e si sospende la censura ecclesiastica sulla stampa.

Tra le riforme economiche si possono annoverare:
- l'abolizione dei dazi, il libero commercio dei grani, l'abolizione delle corporazioni,
che impedivano la creazione di una libera concorrenza tra produttori ed un regime di prezzi regolato dal mercato
- Le bonifiche, le canalizzazioni, la nascita di colture specializzate
. I fisiocratici sono i teorici di un'agricoltura moderna, capace di aumentare le rese dei campi, aperta al mercato sempre più ampio dei consumatori.
- L'abolizione della servitù della gleba, la nascita di nuovi contratti agrari
( con lo sviluppo della piccola proprietà)

Le riforme ebbero applicazione molto diseguale nelle varie aree europee ed anche all'interno del territorio italiano furono applicate in modo difforme.
La Lombardia ( Maria Teresa e Giuseppe II) e la Toscana ( Pietro Leopoldo  ) con gli Asburgo, Carlo III di Borbone a Napoli,  operarono un ampio riformismo, solo parzialmente frenato da Leopoldo II. A Napoli l'azione si rivolse quasi solo contro i privilegi ecclesiastici, riducendo l'importanza del clero.

In Prussia Federico II badò soprattutto a rendere efficiente l'esercito, non intaccando minimamente la struttura sociale che vede al vertice la nobiltà. In Russia Caterina II, pur amica di Voltaire e di Diderot, non abolì la servitù della gleba. Rinforzò la gente di servizio (nobiltà al servizio dello stato) ed operò riforme per l'istruzione e per la sanità (ospedali). In Francia la monarchia non riuscì ad operare riforme di rilievo e non fu risolta la grave crisi economica che attanagliava lo stato. Si creò viceversa una forte conflittualità tra le varie classi sociali che sfocerà nella rivoluzione francese.
 

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