Istituto ed attività mercantili:
la Comunità Israelitica vercellese
Se i giovani devono apprendere competenze in
vista di attività industriali e mercantili, in città esse sono rappresentate
anche dalla comunità israelitica, fiorente a seguito del Decreto
albertino di emancipazione degli Israeliti in Piemonte fin dal 1848.
Intorno agli anni '80 gli ebrei a Vercelli sono membri del Consiglio
comunale e come fondatori di associazioni: ricordiamo Emanuele Treves tra i
promotori della Banca Cooperativa Operaia di Vercelli e suo figlio Angelo
consigliere comunale nel 1899. |
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A Vercelli i membri della comunità israelitica sono integrano nel tessuto socio-economico della città: i più agiati sono banchieri, commercianti, industriali serici e risieri; impiegati statali, docenti nelle scuole pubbliche, pubblicisti nei giornali cittadini. Nel 1863 incaricano della costruzione di un nuovo tempio l'architetto vercellese Marco Treves, trasferitosi a Firenze, ma è viene accantonato. Ma nel ’71 Giuseppe Locarni inizia il progetto della nuova Sinagoga, nel Ghetto cittadino: il tempio, dopo sette anni, demolita la vecchia sinagoga e alcuni edifici confinati, verrà inaugurato nel 1878. Molti giovani, proprio in quegli anni di piena integrazione della comunità, specializzeranno le loro vocazioni, soprattutto mercantili, frequentando l'Istituto: sono ben 11 nel solo a.s.'67-68 a frequentare le scuole tecniche. Tra le ritrovate schede degli allievi e nell'Annuario dei primi cento anni numerosi i cognomi israeliti più diffusi, come Segre, Levi, Foa, Sacerdote, compreso quello di Enrichetta Ottolenghi, diplomata ragioniera nell'a.s. 1906-07, morta nei campi di sterminio. Molti docenti metteranno al servizio dell'Istituto la propria preziosa cultura un po' in tutti i campi: oltre ai già ricordati Esdra Pontremoli e Aronne Bedarida, si incontrano Giuseppe Ottolenghi docente di Lettere, Felice Serventi, docente di Ragioneria, Giuseppe Leblis, docente di Topografia e Disegno topografico per trent'anni, dal 1908 fino alle leggi razziali del 1938; arrestato dai tedeschi nel 1943 fu deportato ad Auschwitz e vi morì nel 1944; Eugenio Treves, docente di Materie letterarie, fortunatamente scampato a tale sorte.
Il documento
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