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Agricoltura e capitale finanziario: la risaia da fine Ottocento ai primi anni del Novecento


La coltura per immersione
 

Nel periodo che va dagli ultimi anni del 1800 ai primi del 1900 la pianura vercellese e novarese subisce una decisa trasformazione. Il bosco ceduo, i terreni gerbidi, i ristagni di acqua  vengono sostituiti da campi ben livellati e  risaie assumendo praticamente l’attuale conformazione. Tra il 1861-70 e il 1901 le zone incolte, occupate da boscaglie, si riducono al 7 %. In Piemonte, e in particolare nel Vercellese e nel Novarese, la superficie coltivata a riso tende sempre più ad estendersi arrivando a toccare il 98 % dei terreni coltivati.
L’incremento della produzione di riso e la ripresa delle esportazioni soprattutto verso Argentina e Stati Uniti, l’aumento del prezzo del riso aveva fatto superare la recessione economica di fine Ottocento. Scomparsa la mezzadria e sgretolatasi la piccola proprietà contadina, si rafforzano le grandi imprese agricole a gestione capitalistica ( grande affittanza e coltura diretta per ampie unità fondiarie ).
La resa dei terreni coltivati a riso era notevole e i profitti per gli affittuari e i grandi proprietari erano saliti considerevolmente. Non proporzionalmente erano invece saliti i compensi per i salariati e il tenore di vita della massa contadina era rimasto basso. Molti lavoratori venivano reclutati a buon mercato nelle zone depresse del Mantovano e del Ravennate nel periodo della monda e del raccolto, vanificando le lotte per le rivendicazioni salariali e le otto ore de contadini residenti nei comuni risieri.
 


Mondine in una pausa di lavoro - primi del '900
 

La fortuna delle grandi tenute, avvenuta agli inizi del ‘900, era dovuta non solo al superamento della crisi economica, ma anche a numerose iniziative di rinnovamento agricolo. Vengono introdotte nuove varietà di semi ad alta resa produttiva. La rotazione delle colture si fa più razionale: accanto a riso e cereali asciutti si introduce la coltivazione del trifoglio. Si fa sempre più largo uso di fertilizzanti chimici. Sotto la spinta di questi fattori di progresso tecnico e di coltivazione intensiva, la resa per ettaro nelle migliori tenute del Vercellese viene praticamente triplicata rispetto al 1840.
Le numerose migliorie apportate avevano richiesto grandi investimenti di capitale, si fa quindi sempre più stretto il rapporto tra aziende agrarie, banche ed industrie.
La pilatura del riso non avviene più come in passato direttamente sul fondo del fittavolo o del proprietario, ma in pochi, grandi e attrezzati centri industriali. Le importazioni di riso asiatico, aumentate vertiginosamente nel decennio tra il 1870 e il 1880 avevano fatto fiorire un’industria di pilatura e brillatura del riso particolarmente attrezzata ed efficiente. Con le misure protezionistiche introdotte alla fine dell’800 queste grandi industrie si mettono al servizio della produzione risicola di Vercelli, Novara e Mortara.  Altri settori industriali coinvolti in questo grande sviluppo sono quello chimico (fertilizzanti) e meccanico ( macchine, utensili e arnesi agricoli ).

Sempre più stretto si fa il legame tra i grandi produttori risieri e le banche. In particolare la Banca Popolare di Novara ai primi del ‘900 fa grossi investimenti per finanziare la produzione e la commercializzazione del riso. E’ questa banca, controllata da grandi produttori agricoli che si afferma a Vercelli, Novara, Trino e Casale assorbendo e rilevando numerose piccole banche.
 


Fonti bibliografiche:
-  Valerio Castronovo - Storia delle regioni - Il Piemonte, Einaudi 1977;  pp. 224-230
 

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