Venezia nelle suggestioni luministiche
di Turner
e nella bellezza declinante riproposta da Ruskin.
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t J.Turner, Venezia, dal canale della Giudecca, (1840) |
Tumer identificò Londra ed il Tamigi con altre grandi città del passato, quali Cartagine, l'antica Roma e Venezia. le sue vedute di Venezia, specialmente quelle eseguite immediatamente dopo i soggiorni nella città, sono toccanti proprio perché alla puntuale resa architettonica associano una quasi magica luminosità dell'atmosfera.
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Questo splendido acquarello eseguito durante il terzo soggiorno di Tumer a Venezia mostra l'efficacia espressiva della sua tecnica. Secondo una sua testimonianza diretta egli versava liquido sulla carta e poi "lacerava, graffiava, sfregava, con una sorta di frenesia". La città appare attraversata da una luminosità intensa, che rifrange colori e vapori in un gusto del pittoresco che annulla nello spazio-luce ogni impianto prospettico.
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J.Turner, Venezia:!! sorgere della luna (1840) |
J. Turner, La dogana, San Giorgio e le Zitelle dai gradini dell'Albergo Europa,1842 |
J.W.Turner, Braccio superiore del Canal Grande, con San Simeone piccolo al crepuscolo, 1848 |
Le caratteristiche stilistiche di
Turner sono ben
evidenti soprattutto nel dissolversi della forma nella luce, che dà
all'immagine un aspetto evanescente e un po' sfocato. |
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Ruskin e la bellezza declinante di Venezia
"Ruskin e Venezia: la bellezza in declino",
che si è tenuto alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia nei giorni 15-16
dicembre 2000, in occasione del centenario della sua morte, e quasi a
conclusione del ciclo di quattro incontri su scrittori inglesi e americani
particolarmente legati a Venezia, che alla Fondazione si sono esplorati
nell'ambito della "Linea veneta".
L'esperienza di Venezia è centrale per John Ruskin e la sua opera, così
come la sua visione della città, sulla scia di quella di
Byron, risulta
centrale per la creazione del mito di Venezia nell'800 e oltre. Ruskin ci
venne undici volte, la prima volta a sedici anni nel 1835, l'ultima, a
sessantasette anni, nel 1888; ci venne coi genitori da giovane, poi da solo e
con la moglie Effie, per il soggiorno preparatorio a "The Stones of Venice",
nel 1851-52, in seguito per gli ulteriori volumi di "Modern Painters",
e più tardi con amici e discepoli.
La visione giovanile (fra il 1835 e il 1841) è romantica; quella più matura è
di esaltazione per l'arte e il passato di Venezia, e insieme di revulsione per
le rovine e il decadimento del presente, quella finale è di una progressiva
obliterazione , culminante nella sua quasi totale cancellazione nella tarda
autobiografia, "Praeterita".
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http://www.cini.it/fondazione/09.pubblicazioni/lineave/ruskin.htm >
r Ruskin, Palazzo Dario |
Ruskin, Torcello |
Ruskin, Casa Contarini Fasan |
“Venezia stasera si nasconde, ma io la riconosco all’odore.
Odore: spirito della parte mortale degli uomini, delle cose, delle città.
Ferrara è sorella in odore a Monaco di Baviera. Entrambe sanno di ceppo
bruciato (…) L’acqua di Venezia ha un “suo” odore (…) Si può amare
Venezia per il suo odore, più che per qualunque altra sua ragione di
amabilità. Il ricordo dell’odore di una donna, risveglia di là dall’amore
estinto, la nostalgia di esso amore. Nessuna città è stata tanto amata,
come donna, quanto
Venezia. Forse per questo suo odore, per questo suo rivelarsi
all’odore. Quando si accetta l’odore di una donna, è segno che la fase
razionale e di ripugnanza è superata”. |