L' individuo anonimo nell'espressionismo di Georges Grosz
Per comprendere l'originale rappresentazione della vita nella moderna città
che il pittore George Grosz
propone è indispensabile tracciare sommariamente un quadro
della sua esperienza culturale ed artistica.
Grosz aderisce al movimento dadaista, che
era stato introdotto a Berlino nel 1918.
Egli
utilizzò il Dada berlinesE come arma cruda e inquietante di
denuncia del militarismo e della
borghesia della Germania prenazista.
Sul piano etico ed estetico il
Dadaismo era infatti un movimento rivoluzionario, che si proponeva la
dissacrazione dei valori ricca borghesia, con il suo piacere per un'arte
accademica e conformistica.
Dopo aver costituito con
Otto Dix il
gruppo Nuova oggettività e aver illuminato, con un'analisi
spietata, l'avidità di potere dei ceti dirigenti, nascosta sotto la
maschera della rispettabilità, all'avvento del nazismo vide le sue opere
sequestrate ed esposte alla mostra dell'arte degenerata. |
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Metropolis ( 1917 ) di George Grosz, che anticipa di alcuni anni il celebre film di Fritz Lang, è un compendio di temi figurativi macchinisti: la grande città moderna, con le strade affollate, i grattacieli, la velocità e la simultaneità degli accadimenti, diventa il teatro di una messa in scena drammaticamente spettacolare, che non è però la celebrazione della nuova civiltà, bensì la rappresentazione delle forze oscure e irrazionali del caos e del disfacimento della società borghese.
FrL Per la vita urbana Grosz provò sempre un sentimento commisto di amore e odio. A Berlino rimase contagiato dal ritmo eccitante della città e dalle innovazioni tecnologiche tanto caratteristiche di quello stile di vita: le luci sfavillanti, i rumori, la folla, il traffico, i rapporti intrecciati per strada o nei caffè, furono i temi preferiti della sua attività di disegnatore dal vero e di pittore. Sotto questa luce sfolgorante tuttavia Grosz scorse anche il caos e la spietatezza della vita della metropoli, le sue miserie quotidiane. In quest'opera, allo sfondo dei grandi alberghi, degli eleganti negozi e dei caffè fa contrasto la lotta senza quartiere, che, con impressionante durezza, gli uomini ingaggiano per la sopravvivenza: qui la folla, lontana dal figurare una comunità, è piuttosto la somma di singoli individui. Ipocrisia, avidità ed egoismo costituiscono le leggi imperanti di questa giungla urbana. Sono qui evocate le forze oscure ed irrazionali del caos e del disfacimento della civiltà borghese. Il realismo espressionista tedesco dà quindi una rappresentazione forte e critica dei contrasti della città industriale del primo '900. Al di là della facile mitizzazione della modernità c'è attenzione per la grottesca contraddittorietà dei modelli di vita urbana.
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M G. Grosz, Metropolis, 1916 - 1917 |
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Il tema
macchinista ( legato alla fredda spersonalizzazione dell'individuo fa la sua
prepotente apparizione anche in area tedesca. In
Invalidi di guerra ( 1920 ) di
Otto Dix, questi uomini 'meccanici
che giocano a carte non sono invenzioni ma
una trasposizione pittorica, secondo la poetica dello
smascheramento, di un frammento di realtà quale essa appariva nella
Germania dell'immediato dopoguerra. |
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● Satira sociale e politica per un mondo sfaldato al suo interno
G. Grosz, Automi repubblicani, 1920
- Siamo nel periodo della repubblica di Weimar e
Grosz è debitore nel suo stile al Dadaismo, che, con
le sue provocazioni, intendeva sfidare il concetto stesso di arte e di
utilità dell'arte. Il Dadaismo voleva sconvolgere le convenzioni
artistiche
del pubblico borghese, conducendo una serrata lotta contro i valori che
avevano portato all'orrenda carneficina della guerra.
La città di Grosz è
popolata da automi, da manichini privi di arti, caricature del tedesco
benpensante legato ai valori del militarismo, del patriottismo e del
profitto ( derivante anche dall'industria di guerra ).
Gli edifici sono
raffigurati come "alveari" anonimi, fatti di tante vuote aperture per una
folla di individui disumanizzati, pronti ad esibire le croci di guerra o gli
emblemi della rispettabilità ( bombetta, abiti eleganti...) ma per il resto
neppure padroni del loro corpo. |
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● Nelle strade di Berlino
Le strade di Berlino sono per Grosz un
inesauribile repertorio per catturare atteggiamenti e personalità,
tipi sociali e individuali: con grande passione e scrupolo l'artista schizza
abiti, espressioni e gesti catturati nella dispersione della folla. Le due
opere Alba ( 1922 ) e La
passeggiata ( 1926 )
richiamano la violenza del
grottesco
stile di vita della borghesia
tedesca, che implica sempre una volontaria dimostrazione della propria
superiorità di status. Più evidente ancora la deformazione espressionistica del volto femminile in Alba, in un'atmosfera surreale fumosa e un po' macabra, in cui si intravedono gli emblemi cinici e neghittosi della vita notturna della città. E' rintracciabile un chiaro intento demistificante sull'alienazione e la bassezza del divertimento notturno della buona società berlinese.
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