● I bacini carboniferi e le ferrovie
Cardiff, città posta sull'estuario
della Severn e simbolo dell'industrializzazione
britannica, è alla fine del XIX secolo un porto molto
attivo. Provenendo dai distretti estrattivi,
i treni pieni di carbone arrivano in
massa in questa località. Il bacino
carbonifero del Galles orientale è il
più produttivo della Gran Bretagna, mentre
Cardiff è il primo porto di l'imbarco del materiale.
Questa funzione del porto spiega lo sviluppo molto veloce di Cardiff, la cui
popolazione passa da meno di 20 000 abitanti
nel 1851 ai 129.000
abitanti nel 1891.
Nel 1894 Lionel Walden, specialista di paesaggi marini e di porti,
presenta al Salon de Paris I bacini di Cardiff., ponendosi tra gli artisti che, come
l'americano Whistler o il francese Monet, avevano esaltato la ferrovia come nuovo
soggetto della modernità (
Monet,
La stazione di
Saint-Lazare
). Walden considera i paesaggi
industriali, attraversati dal fumo come degni di attenzione per il per il
pittore , contrariamente a tutta una tradizione che rifiuitava come soggetto
artistico il mondo della macchina.
Il fascino
per il grande porto di esportazione
del centro gallese annerito dal fumo e l'esaltazione della potenza
industriale britannica non riescono a far dimenticare che ormai la potenza
britannica è minacciata da altre nazioni a forte economia. Il quadro
sottolinea l'importanza che assumono le reti ferroviarie
con l'elettricità, diventata, dagli anni '80, la vera
leva della crescita industriale. In questa nuova rivoluzione industriale, un
ruolo di primo piano è tenuto dal Reich tedesco e dagli Stati Uniti
d'America, mentre gli inglesi non hanno ancora coscienza di queste nuove
possibilità.
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● Le fonderie
Nella storia industriale
della Francia, l'opera di Francois
Bonhommé
( fine anni '30 ed inizio anni '40 dell'Ottocento ) è contemporanea alla
nascita della siderurgia moderna, strettamente
legata all'aumento di commesse da parte dalle ferrovie ( barre, parti di
locomotive, materiale rotabile ) e dalle costruzioni che utilizzano ormai la
ghisa ed il ferro ( ponti, stazioni, mercati che ricorrono alle strutture
metalliche). Tra il decennio interessato, gli altoforni e le fonderie della
regione situata ai confini della Lorena, della Champagne e delle Ardenne
sono, con gli stabilimenti del Berry e della Bourgogne, in testa alla
produzione siderurgica in Francia
La vista esterna degli edifici della
ferriera di Abainville indica l'assoluta precisione della
rappresentazione pittorica di Bonhommé. Al centro si può notare
il canale di raffreddamento costituito dall'acqua dell' Ornain, che
si insinua nella parte bassa della fabbrica in cui sono disposte le
ruote idrauliche; al fondo i camini indicano la presenza degli
altiforni e del laminatoio. La forza motrice
resta idraulica ed il carbone svolge il suo ruolo centrale nel
processo metallurgico. A sinistra, una catasta di legname da
costruzione; nella parte posteriore del complesso si intravede il grande
tetto del deposito di ferri e ferraglie, con addossata la
casa del dirigente della fabbrica. Più lontano ancora si scorgono due o
tre file di abitazioni ( gli alloggi operai ) A destra, il
deposito (aperto) destinato a conservare il carbone.
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La vista interna della ferriera presenta un
edificio aperto per la ventilazione, a struttura lignea in cui si
realizza un processo completo di lavorazione dei materiali ferrosi, che va
dalla fusione del minerale dei nei forni situati a sinistra, per
renderlo sufficientemente malleabile, fino alla sua laminazione ( in barre e
lamiere): al centro ed a destra si può notare il sistema di rulli.
L'ambiente è attraversato da un brulicare di lavoratori: alcuni operai
trasportano il carbone ( con la carriola), altri utilizzano pesanti
attrezzi destinati ad alimentare il fuoco della fusione o ad estrarre i
laminati.
Bonhommé
fu a diretto contatto
con l'ingegnere Eugène Flachat dunque con
l'avanguardia dei teorici dell'industrializzazione nella Francia di Luigi
Filippo. Il che conferisce un'ulteriore pregio di auteticità alla sua
testimonianza figurativa.
Bonhommé credeva come Saint-Simon al ruolo sociale dell'arte, alla
capacità di
persuasione delle
immagini che commuovono, ed
intendeva riprendere
-
un mezzo secolo
più tardi - il
progetto
delle tavole
illustrative
dell'Enciclopedie
di Diderot e D'Alembert.
A un primo
livello di
lettura dunque si
può dire che le realizzazioni
dell'industria facevano parte del patrimonio
nazionale e dovevano essere
immortalate
per le
generazioni successive.
Ma
Bonhommé
teneva ancor di più agli
uomini. La dimensione del
lavoro
industriale è fatta di
competenza,
ma anche di
pericolo e di
sofferenza - come lasciano indovinare gli atteggiamenti ed i gesti
degli operai,
osservati con altrettanta avidità che i dettagli tecnici.
( ... )
Egli vedeva nella
sua opera innanzitutto lo
strumento
di una pedagogia che introduce alla
conoscenza e alla
cultura del
lavoro.
La qualità della
sua opera era
così evidente
che gli ambienti industriali (
come quelli
dell'amministrazione o dello Stato
) ne afferrarono immediatamente
il valore. |