La vita a Recanati - lo sappiamo dalle lettere inviate a Pietro
Giordani - risulta insoddisfacente per il giovane Leopardi, che non trova in
essa quel referente culturale indispensabile per sviluppare interessi e
rapporti con gli intellettuali del suo tempo, né per approdare direttamente
a quanto lo stimolava della produzione libraria del suo tempo. Del resto
il primo trasferimento a Roma lo deluderà
profondamente. L'esperienza del viaggio, desiderata intensamente, fino a
spingere il giovane Leopardi alla fuga nel 1819,
paradossalmente, quando viene realizzata, si rivela povera di prospettive,
sconsolatamente vuota, tanto da rinforzare le convinzioni pessimistiche,
sempre più radicali, sulla condizione umana.
Nelle Operette morali il tema del viaggio viene ripreso, in una
accezione particolare: esso è
viaggio di scoperta, impresa temeraria alla conquista
dell'ignoto. E' la sfida di Cristoforo Colombo che tenta la rotta verso le
Indie, passando da Occidente. Come al solito il recupero
filosofico dell'episodio storico è operato in modo del tutto originale e
critico da parte di Leopardi.
Innanzitutto alle domande dell'amico Gutierrez, che inizia a dubitare
di trovare terre emerse nella nuova direzione, Colombo non sa opporre valide
argomentazioni. Anzi egli confessa che le speranze che
avevano condotto all'ardita navigazione, l'opinione sulla
quale ha messo a repentaglio la vita sua e dei suoi uomini,
gli sembrano ora fallaci, ed egli è totalmente
smarrito nell'ignoto. La sua mente di audace navigatore, che si è
appoggiato alle più rivoluzionarie teorie scientifiche, è in totale balia
del mistero. Dunque innanzitutto demistificazione del
viaggio come tentativo vano di carpire i segreti della natura.
Tuttavia il
viaggio ha un'altra
valenza importante
e questa volta
positiva. Si lega all'insopprimibile spirito della vita, un istinto
altrettanto misterioso. Se il dolore e la noia
dominano l'esistenza, c'è pure in essa l'anelito alla felicità, ad una
pienezza dell'essere, che la ragione scopre illusoria, ma tuttavia
ineliminabile. Ben vengano dunque la navigazione, il balzo nel buio e
nell'ignoto; quel rischio che solo ci può dare
l'illusione di ricominciare la nostra vita in uno slancio costruttivo,
facendoci per un attimo scordare la consapevolezza del nulla in cui siamo
immersi.
Il mare, che
all'inizio porta il senso del dubbio e dello scetticismo sulle false
sicurezze umane, il senso dell'inesplicabile, porta ora una voce positiva di
slancio speranzoso e, almeno parzialmente, liberatorio.
Solo nell'attesa di qualcosa che non conosciamo
possiamo vivere l'unica felicità a noi concessa, creando con
l'immaginazione una realtà conforme alle nostre profonde esigenze ed attese.
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Dialogo di Cristoforo Colombo e di Pietro Gutierrez
Colombo. Bella notte, amico.
Gutierrez. Bella in verità: e credo che a vederla da terra, sarebbe
più bella.
Colombo.
Benissimo: anche tu sei stanco del navigare.
Gutierrez. Non del navigare in ogni
modo; ma questa navigazione mi riesce più lunga che io non aveva creduto, e
mi dà un poco di noia. Contuttociò non hai da
pensare che io mi dolga di te, come fanno gli altri. Anzi tieni per certo
che qualunque deliberazione tu sia per fare intorno a questo viaggio, sempre
ti seconderò, come per l'addietro, con ogni mio potere. Ma, così per via di
discorso, vorrei che tu mi dichiarassi
precisamente, con tutta sincerità, se ancora hai così per sicuro come a
principio, di avere a trovar paese in questa parte del mondo; o se, dopo
tanto tempo e tanta esperienza in contrario, cominci niente a dubitare.
Colombo. Parlando schiettamente, e come si può con persona amica e
segreta, confesso che sono entrato un poco in
forse: tanto più che nel viaggio parecchi segni che mi avevano dato speranza
grande, mi sono riusciti vani; come fu quel
degli uccelli che ci passarono sopra, venendo da ponente, pochi dì poi che
fummo partiti da Gomera, e che io stimai fossero indizio di terra poco
lontana. Similmente, ho veduto di giorno in
giorno che l'effetto non ha corrisposto a più di una congettura e più di un
pronostico fatto da me innanzi che ci ponessimo in mare, circa a diverse
cose che ci sarebbero occorse, credeva io, nel viaggio.
Però vengo discorrendo, che come questi pronostici mi hanno ingannato, con
tutto che mi paressero quasi certi; così
potrebbe essere che mi riuscisse anche vana la congettura principale, cioè
dell'avere a trovar terra di là dall'Oceano.
Bene è vero che ella ha fondamenti tali, che se pure e falsa, mi parrebbe da
un canto che non si potesse aver fede a nessun giudizio umano, eccetto che
esso non consista del tutto in cose che si veggano presentemente e si
tocchino. Ma da altro canto, considero che la
pratica si discorda spesso, anzi il più delle volte, dalla speculazione:
e anche dico fra me: che puoi tu sapere che
ciascuna parte del mondo si rassomigli alle altre
in modo, che essendo l'emisfero d'oriente occupato
parte dalla terra e parte dall'acqua, seguiti che anche l'occidentale debba
essere diviso tra questa e quella? che puoi
sapere che non sia tutto occupato da un mare unico e immenso? o che in vece
di terra, o anco di terra e d'acqua, non contenga qualche altro elemento?
Dato che abbia terre e mari come l'altro, non potrebbe essere che fosse
inabitato? anzi inabitabile? Facciamo che non
sia meno abitato del nostro: che certezza hai tu che vi abbia creature
razionali, come in questo? e quando pure ve ne
abbia, come ti assicuri che sieno uomini, e non qualche altro genere di
animali intellettivi? ed essendo uomini; che non sieno differentissimi da
quelli che tu conosci? ponghiamo caso, molto
maggiori di corpo, più gagliardi, più destri; dotati naturalmente di molto
maggiore ingegno e spirito; anche, assai meglio inciviliti, e ricchi di
molta più scienza ed arte? Queste cose vengo pensando fra me stesso. E per
verità, la natura si vede essere fornita di
tanta potenza, e gli effetti di quella essere così vari e moltiplici, che
non solamente non si può fare giudizio certo di quel che ella abbia operato
ed operi in parti lontanissime e del tutto incognite al mondo nostro, ma
possiamo anche dubitare che uno s'inganni di gran lunga argomentando da
questo a quelle, e non sarebbe contrario alla verisimilitudine l'immaginare
che le cose del mondo ignoto, o tutte o in parte, fossero maravigliose e
strane a rispetto nostro. Ecco che voi veggiamo
cogli occhi propri che l'ago in questi mari declina dalla stella per non
piccolo spazio verso ponente: cosa novissima, e insino adesso inaudita a
tutti i navigatori; della quale, per molto fantasticarne, io non so pensare
una ragione che mi contenti. Non dico per tutto questo, che si abbia a
prestare orecchio alle favole degli antichi circa alle maraviglie del mondo
sconosciuto, e di questo Oceano; come, per esempio, alla favola dei paesi
narrati da Annone, che
la notte erano pieni di fiamme, e dei torrenti di fuoco che di là sboccavano
nel mare: anzi veggiamo quanto sieno stati vani fin qui tutti i timori di
miracoli e di novità spaventevoli, avuti dalla nostra gente in questo
viaggio; come quando, al vedere quella quantità di alghe, che pareva
facessero della marina quasi un prato, e c'impedivano alquanto l'andare
innanzi, pensarono essere in sugli ultimi confini del mar navigabile.
Ma voglio solamente inferire, rispondendo
alla tua richiesta, che quantunque la mia congettura sia fondata in
argomenti probabilissimi, non solo a giudizio mio, ma di molti geografi,
astronomi e navigatori eccellenti, coi quali ne ho conferito, come sai,
nella Spagna, nell'Italia e nel Portogallo; nondimeno potrebbe succedere che
fallasse: perché, torno a dire,
veggiamo che molte conclusioni cavate da ottimi discorsi, non reggono
all'esperienza; e questo interviene più che mai, quando elle appartengono a
cose intorno alle quali si ha pochissimo lume.
Gutierrez.
Di modo che tu, in sostanza, hai posto la tua
vita, e quella de' tuoi compagni, in sul fondamento di una semplice opinione
speculativa.
Colombo.
Così è: non posso negare.
Ma, lasciando da parte che gli uomini tutto giorno si mettono a pericolo
della vita con fondamenti più deboli di gran lunga, e per cose di
piccolissimo conto, o anche senza pensarlo; considera un poco.
Se al presente tu, ed io, e tutti i nostri compagni,
non fossimo in su queste navi, in mezzo di questo mare, in questa solitudine
incognita, in istato incerto e rischioso quanto si voglia; in quale altra
condizione di vita ci troveremmo essere? in che saremmo occupati? in che
modo passeremmo questi giorni? Forse più lietamente? o non saremmo anzi in
qualche maggior travaglio o sollecitudine, ovvero pieni di noia? Che vuol
dire uno stato libero da incertezza e pericolo? se contento e felice, quello
è da preferire a qualunque altro; se tedioso e misero, non veggo a quale
altro stato non sia da posporre.
Io non voglio ricordare la gloria e l'utilità che riporteremo, succedendo
l'impresa in modo conforme alla speranza.
Quando altro frutto non ci venga da questa navigazione, a me pare che ella
ci sia profittevolissima in quanto che per un tempo essa ci tiene liberi
dalla noia, ci fa cara la vita, ci fa pregevoli molte cose che altrimenti
non avremmo in considerazione.
Scrivono gli antichi, come avrai letto o udito, che gli amanti infelici,
gittandosi dal sasso di Santa Maura (che allora si diceva di Leucade) giù
nella marina, e scampandone; restavano, per grazia di Apollo, liberi dalla
passione amorosa. Io non so se egli si debba credere che ottenessero questo
effetto; ma so bene che, usciti di quel pericolo, avranno per un poco di
tempo, anco senza il favore di Apollo, avuta cara la vita che prima avevano
in odio; o pure avuta più cara e più pregiata che innanzi.
Ciascuna navigazione e, per giudizio mio,
quasi un salto dalla rupe di Leucade; producendo le medesime utilità, ma più
durevoli che quello non produrrebbe; al quale, per questo conto, ella è
superiore assai.
Credesi comunemente che gli uomini di mare e di
guerra, essendo a ogni poco in pericolo di morire, facciano meno stima della
vita propria, che non fanno gli altri della loro. Io per lo stesso rispetto
giudico che la vita si abbia da molto poche persone in tanto amore e pregio
come da' navigatori e soldati.
Quanti beni che, avendoli, non si curano,
anzi quante cose che non hanno pur nome di beni, paiono carissime e
preziosissime ai naviganti, solo per esserne privi!
Chi pose mai nel numero dei beni umani l'avere un poco di terra che ti
sostenga? Niuno, eccetto i navigatori, e massimamente noi, che per la molta
incertezza del successo di questo viaggio,
non abbiamo maggior desiderio che della vista
di un cantuccio di terra; questo è il primo pensiero che ci si fa innanzi
allo svegliarci, con questo ci addormentiamo; e se pure una volta ci verrà
scoperta da lontano la cima di un monte o di una foresta, o cosa tale, non
capiremo in noi stessi dalla contentezza; e presa terra, solamente a pensare
di ritrovarci in sullo stabile, e di potere andare qua e là camminando a
nostro talento, ci parrà per più giorni essere beati.
Gutierrez. Tutto cotesto è verissimo:
tanto che se quella tua congettura
speculativa riuscirà così vera come è la giustificazione dell'averla
seguita, non potremo mancar di godere questa beatitudine un giorno o
l'altro.
Colombo.
Io per me, se bene non mi ardisco più di
promettermelo sicuramente, contuttociò spererei che fossimo per goderla
presto. Da certi giorni in qua, lo
scandaglio, come sai, tocca fondo; e la qualità di quella materia che gli
vien dietro, mi pare indizio buono. Verso sera, le nuvole intorno al sole,
mi si dimostrano d'altra forma e di altro colore da quelle dei giorni
innanzi. L'aria, come puoi sentire, è fatta un poco più dolce e più tepida
di prima. Il vento non corre più, come per l'addietro, così pieno, né così
diritto, né costante; ma piuttosto incerto, e vario, e come fosse interrotto
da qualche intoppo. Aggiungi quella canna che andava in sul mare a galla, e
mostra essere tagliata di poco; e quel ramicello di albero con quelle
coccole rosse e fresche. Anche gli stormi degli uccelli, benché mi hanno
ingannato altra volta, nondimeno ora sono tanti che passano, e così grandi;
e moltiplicano talmente di giorno in giorno; che penso vi si possa fare
qualche fondamento; massime che vi si veggono intramischiati alcuni uccelli
che, alla forma, non mi paiono dei marittimi. In somma tutti questi segni
raccolti insieme, per molto che io voglia essere diffidente, mi tengono pure
in aspettativa grande e buona.
Gutierrez. Voglia Dio questa volta,
ch'ella si verifichi.
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