La
mappa qui presentata consente una
prima perlustrazione del tema del
viaggio, inteso non
solo in senso concreto e realistico ( di spostamento nello spazio e nel
tempo ) ma anche
in senso simbolico
di desiderio, tensione di conoscenza e di ricerca e - viceversa - di
distacco, di esilio, di perdita, di allontanamento da sé e dalle cose più
care. |
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Esiste un'opera nella letteratura di tutti tempi che riassume - forse
integralmente - i significati concreti e simbolici legati al tema del
viaggio: l'Odissea di
Omero.
Il viaggio di Ulisse è un
viaggio di ritorno ( nostos ),
dalla guerra < di Troia > alla sua nativa Itaca,
la patria
abbandonata e ritrovata
insieme alla moglie
Penelope ed al figlio Telemaco. Quindi il viaggio può essere considerato
inizialmente nella sua
circolarità (
partenza / percorso / arrivo e
recupero ) ove emerge
soprattutto la finalità
ultima della meta, del
raggiungimento di uno
scopo ( la
ricongiunzione,
la riconquista
definitiva della
stabilità attorno ai
valori originari ).
Ma immediatamente,
rileggendo attentamente la vicenda di Ulisse, si nota che il viaggio non
può consistere solo nell'approdo al porto finale, ma piuttosto nel
superamento di mille pericoli,
ostacoli, prove e nella
verifica di mille
esperienze. Il viaggio
diventa prova di
conoscenza, nel senso
più ampio del termine.
Esso è lo stimolo naturale alla
ricerca del nuovo,
l'istintiva attrazione
/ repulsione per ciò
che ci è estraneo, la
misura della
distanza
che ci separa dalle realtà sconosciute, la
sfida al confronto, l'abilità
di relazionarsi con il diverso da noi,
la capacità di
adattamento a
situazioni imprevedibili.
Narrativamente l'Odissea propone queste articolazioni tematiche
attraverso le avventure che toccano Ulisse: il
mondo meraviglioso
di mostri ( Polifemo )
maghe ( Circe ), sortilegi ( le Sirene ) e tentazioni
minacciose ( Calipso ). Ma l'Odissea rivela anche
un'interessante varietà
di atteggiamenti nel
carattere del
navigatore-viaggiatore
Ulisse: la
tenacia nel sopportare
le avversità naturali ( tempeste ),
l'astuzia
nell'aggirare pericolosi imprevisti ( Polifemo ), la
temerarietà
nel varcare la sfera del
conoscibile ( viaggio agli Inferi ), l'abilità retorica nel
narrare
le varie tappe della sua peregrinazione ( il racconto ad Alcinoo ),
l'eroismo ed il
coraggio fisico, il
gusto del rischio e
dell'avventura.
Dunque il significato
del viaggio è
soprattutto nel suo percorso:
la meta può materializzarsi in modo imprevedibile e talvolta può
addirittura sfuggire, può essere perennemente e vanamente inseguita.
Nell'elaborazione del mito di Ulisse che
Dante
propone nel canto XXVI dell'Inferno di Ulisse emerge una nuova
interpretazione del mito di Ulisse, contrassegnato da una
sete conoscitiva
sfrenata ( e
colpevole
per Dante ) che lo porta alla morte, legata al suo peccato di superbia nei
confronti dei decreti divini.
La
violazione del sacro
è un' altra delle
minacce oscure
che attendono chi si inoltra nei territori sconosciuti ma eccitanti della
scoperta. La rivelazione
di ciò che non appartiene alla nostra cultura spesso è
misteriosa e rischiosa
risulta l'imperfetta interpretazione dei segni
proposti
a chi perlustra l'ignoto da parte del divino
(
Coleridge
).
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Il viaggio in mare
è del resto metafora
della vita. Essa è come
una navigazione che si concluderà in un porto assalito dalla tempesta. L'esistenza
( la nave)
è destinata a perdere
la sua guida (la ragione)
ed il poeta che rappresenta il dramma umano,
si sente in balia di se stesso.
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J.Vernet, La Tempesta,
Avignone. |
La vita fugge e non s'arresta
un'ora,
e la morte vien dietro a gran giornate,
e le cose presenti e le passate
mi danno guerra e le future ancora;
e 'l rimembrare e l'aspettar m'accora
or quinci or quindi, sì che 'n veritate,
se non ch'io ho di me stesso pietate,
i' sarei già di questi pensier fora.
Tornami avanti s'alcun dolce mai
ebbe 'l cor tristo, e poi l'altra parte
veggio al mio
navigar turbati i venti;
veggio fortuna in porto, e stanco omai
il mio nocchier, e rotte arbore e sarte,
e i lumi bei, che mirar soglio, spenti.
F.
Petrarca, Canzoniere |
L'interpretazione dantesca del viaggio di Ulisse nell'emisfero delle acque
come folle volo
indirettamente anticipa
una valenza importante del tema nella letteratura ottocentesca e
novecentesca. Il viaggio diventa sempre più metafora dell'abbandono,
il navigante si fa
naufrago nei gorghi
dell'esistenza, la meta si annulla nella
ricerca dell'illimitato,
dell'informe,
dell'infinito.
(
P.
Collini,
Wanderung, il
viaggio dei romantici ).
Il primo personaggio
letterario che - modernamente - si affida alla
legge del mare
come sfida agli spazi chiusi
della storia e della vita sulla terra è
Robinson Crusoe.
Anch'egli vive le tappe
della tradizionale esperienza:
la
partenza, il naufragio
e l'esilio in un'isola, il ritorno.
Robinson controllerà
pienamente le realtà minacciose ed estranee alla sua cultura e la sua
logica pragmatica e mercantile, nell'isolamento, avrà modo di sperimentare
tutta la sua efficienza, tanto da imporla come unica legge della realtà.
Il Settecento illuminista
inaugura anche un altro tipo di viaggio: il
Gran tour.
Con l'espressione si é soliti
definire il viaggio di
istruzione e di formazione,
ma anche di
divertimento e di svago,
e perché no di avventura, che le élites europee, e americane poi,
intraprendono attraverso l'Europa. Protagonisti indiscussi del Grand Tour
sono i giovani
che hanno appena concluso gli studi. Con il viaggio, la loro educazione
si completa e si perfeziona: le solide conoscenze apprese nelle università
si fanno più duttili, si arricchiscono dell'uso di mondo,
si aprono alla moda, al gusto
e alla competenza estetica,
si completano con la conoscenza comparata degli uomini e delle nazioni. A
viaggiare sono anche
diplomatici, filosofi, collezionisti, amatori d'arte, romanzieri, poeti,
artisti. Meta
privilegiata é l'Italia, culla della civiltà e dell'arte.
Tra le esperienze di viaggio più famose in questo senso quelle di
Goethe,
Byron,
Stendhal
Tutta particolare l'esperienza di
V. Alfieri
che farà dei suoi viaggi europei una tappa
importante della sua presa di coscienza delle contraddizioni della società
di corte settecentesca e sperimenterà le seduzioni dei solitari paesaggi
nordici, nutrendo una sensibilità squisitamente romantica.
Con il procedere del tempo l'abbandono
degli spazi rassicuranti della propria terra e della propria società
sarà sempre meno funzionale ad una riconferma dei valori acquisiti. Il
viaggio - come percorso da leggersi soprattutto per le tappe che propone
alla riconquista del
proprio io - assume
dimensioni sempre più conturbanti, ove si assolutizza la frattura tra
stabilità e di-versione, tra padronanza certa di valori ed estraniazione
dalla storia. Il tema dell'esilio,
come forzoso
allontanamento dalla patria,
è motivo doloroso presente in molta letteratura romantica.
A livello simbolico il
mare aperto,
spazio sconfinato della solitudine è la vera
dimensione
conturbante
dove il naufragio
è sempre possibile, mentre le
isole felici
- simboli topici dell'abbandono
e dell'oblio
- vengono inseguite come
luoghi dell'interiorità,
dove la natura sembra proteggere
l'utopia
di un mondo intatto e
irraggiungibile nella
sua separatezza. Dal topos dell' isola felice, del buon selvaggio,
del paradiso perduto....germinerà anche il motivo
dell'esotismo
( come idealizzazione di forme
di civiltà intatte che incarnano una purezza estranea alla civiltà
occidentale).
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Gaugin, Donne di Thaiti
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Il mito di Ulisse,
reinterpretato da un po' tutte le età, viene ripreso nel Novecento,
proprio per gli elementi di apertura ed ambiguità che racchiude. Sono le
motivazioni al viaggio
di ricerca esistenziale
che rendono vitale questo
mito. La ricerca avviene essenzialmente nella dimensione interiore ed
inconscia
.
Rimbaud
nel suo Battello ebbro ripropone un'evanescente
metafora del viaggio come frattura, totale
allontanamento da ciò che è noto... ma soprattutto come
perdita di sensibilità,
pieno abbandono alla tenue oscillazione delle
acque, all'ondeggiamento, alla fluttuazione...
che richiama una tutta originale forma di purificazione quasi infantile.
Pascoli
ripropone invece nell'Ultimo viaggio un
Ulisse esule, sconfitto, alla vana ricerca di
una verità
superiore, che incontra la morte nell'isola
di Calipso dopo una vana interrogazione sul senso della vita.
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Bocklin, L'isola dei
morti
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Infine l'Ulisse di Joyce
ripropone ancora il topos dell'eroe
viaggiatore, ambientando questa volta la
vicenda nella moderna città di Dublino, sede della
vana ricerca di senso
della vita da
parte dell'uomo moderno, proteso a dare significato alla banalità del
quotidiano, in un flusso inesausto di
pensieri.
Il viaggio dunque racchiude
una sostanziale
polarità tra la
fedeltà alle radici
della terra natale, della patria, dei valori della società in cui si vive
e la scommessa della
ricerca, della
conoscenza piena dell'altro.
E' rischio di perdita ma anche promessa di conquista, è speranza di
ritorno ma anche abbandono angoscioso all'ignoto.
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Altri autori legati al tema del viaggio:
Stendhal, Goëthe, Madame de Staël, Melville, Thomas Mann, Roth, Canetti, Blixen, Celine,
Saint Exupery, Tournier, Hemimgway, Moravia, Stainbeck |