Il contesto territoriale
Dal punto di vista geografico il vercellese è una regione ben definita. |
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La formazione dei terreni vercellesi risale
all’era quaternaria (pleistocene e olocene) in conseguenza della
deposizione dei detriti trasportati prima dai ghiacciai ed in seguito dai
corsi d’acqua che si originarono successivamente al loro ritirarsi. Le
diverse dimensioni dei detriti che da nord verso sud sono sempre più fini
determinano la maggiore permeabilità dei terreni dell’alta pianura rispetto
a quelli della bassa pianura. |
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L’acqua che proviene dai torrenti montani o
dalle precipitazioni atmosferiche a livello dell’alta pianura si infiltra
nel terreno e ritorna in superficie nella bassa pianura quando incontra
terreni impermeabili di natura prevalentemente argillosa. Si forma così una fascia di
fontanili da cui sgorga acqua alla temperatura costante di 10-12
gradi: Crescentino, Livorno Ferraris, Santhià, Carisio, S.Germano, Salussola, Formigliana, Oldenico. |
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L’abbondanza di acqua favorì lo stabilirsi di varie popolazioni che in modo più o meno marcato cominciarono modificare il territorio originale.
o
I Celti (inizialmente come
guerrieri invasori e successivamente come agricoltori e pastori) Maggiori modificazioni del territorio padano e quindi della regione vercellese si verificarono in seguito all’avvento delle comunità monastiche e dei liberi comuni. Infatti, la vasta superficie della pianura, nell’alto medioevo ancora largamente coperta di foreste e paludi, venne trasformata in primo luogo dagli ordini monastici, in particolare dai Benedettini e tra questi dai Cistercensi. Nonostante ciò, un viaggiatore che nel 1500 si fosse avventurato nel nostro territorio avrebbe visto foreste, brughiere inframmezzate da paludi e acquitrini, corsi d’acqua sulle cui rive cresceva un’abbondante e varia vegetazione, gerbidi nei quali grufolavano i maiali e solo poche terre irrigate. La più marcata trasformazione del territorio è conseguenza di questi elementi determinanti:
o
la ricchezza d’acqua e la
presenza di numerosi canali Benché attualmente non si possano individuare aree che non abbiano risentito in alcun modo dell’intervento umano, tuttavia permangono alcuni luoghi sottoposti a tutela che mantengono in gran parte le condizioni originarie del territorio e nei quali sono in atto interventi di recupero ambientale proprio allo scopo di ricondurli ad una condizione il più possibile vicina a quella originale. Si tratta delle aree soggette a tutela, esse sono:
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Riserva naturale orientata
delle Baragge Un viaggiatore che attualmente visiti questo territorio potrà osservare un paesaggio che si modifica nel corso dell’anno seguendo i ritmi delle colture risicole.
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In primavera esso si presenta
come una immensa laguna costituita da appezzamenti ben delimitati (il |
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Quindi, quanto oggi possiamo osservare è il risultato dell’integrazione tra il territorio naturale e l’attività della nostra specie e delle complesse relazioni che al loro interno si sono instaurate. Dal punto di vista naturalistico l’ambiente che si è venuto a costituire in conseguenza della coltivazione risicola ha dato origine ad una ricca e complessa rete alimentare. Si tratta di uno dei principali ecosistemi del Piemonte conseguente all’integrazione tra l’intervento dell’uomo e la vita naturale.
L’ecosistema risaia è infatti frutto delle
esigenze agronomiche umane e del conseguente costituirsi di un nuovo
equilibrio ecologico.
Al taglio del riso, richiamati dai chicchi di
riso rimasti sul terreno, si osserveranno fringuelli, peppole, verdoni,
migliarini di palude. Non mancano i rapaci come le poiane, i nibbi, le
albanelle e i gheppi. |
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- Nonostante l’abbondanza di acque correnti e la favorevole giacitura
dei terreni l’evoluzione storica ed economica del Piemonte non consentì
il sorgere di una irrigazione collettiva fino agli albori dell’800 |