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 I caratteri visibili delle trasformazioni edilizie
e delle forme di vita contadina

Il caso dell'Azienda agraria del castello di Sali


La tenuta di Castel Merlino, presso Leri. Un esempio di risistemazione di un  importante fabbricato rurale dell'Ottocento (Foto M. Borgia).
 

L'aspetto dei fabbricati rurali e le forme stesse della vita contadina sono profondamente mutati nell'arco del tempo. Uno sguardo ai dati demografici dei comuni della pianura vercellese conferma il consistente calo demografico, l'invecchiamento della popolazione residente ed il semi-spopolamento di molti comuni agricoli, che un tempo aggregavano nei cosiddetti nuclei ( grosse cascine, borgate, frazioni ) una consistente percentuale di popolazione attiva nel settore primario. La meccanizzazione e la trasformazione indotta nelle pratiche agricole hanno reso superflua molta manodopera e, soprattutto, la struttura delle grosse cascine a corte si è modificata con la dismissione di molti locali, un tempo popolati dalla manodopera fissa o avventizia, protagonista delle numerose attività integrate nella vita dell'azienda risicola.
 



L'ingresso della tenuta Darola nell'elegante struttura a timpano che vede affiancato l'anno della costruzione ( Foto M. Borgia ).


Le grandi cascine risicole assunsero spesso la denominazione di "tenuta" per marcare il carattere latifondistico, la proprietà nobiliare e per enfatizzare le grandi dimensioni dei fabbricati e degli appezzamenti di pertinenza.  Più generalmente il proprietario di queste tenute darà un'impronta di forte decoro architettonico al complesso. In alcune sue parti ( come la corte chiusa ) esso richiama i legami di una comunità quasi autogestita ( chiesa, scuola, sedi di attività artigiane ), dall'altro mette in evidenza la scala gerarchia di controllo e di comando, che caratterizza  tutta la vita dell'azienda. Un edificio che spicca  - decisamente estraneo alla funzionalità del contesto economico - è il castello - integrato con la tenuta, come nel caso di Sali.



Veduta del complesso della tenuta di Sali, ristrutturata nel primo '900. Si nota il castello sullo sfondo


"A differenza delle altre cascine padane, quella dell'azienda risicola ha smesso subito di basarsi sull'autarchia. Il complesso è quasi sempre funzionale alla sola produzione risicola. Un tempo esistevano le stalle per le mucche e per i buoi e i letamai per la concimazione delle risaie e dei prati, ma con la fine dell'avvicendamento delle colture, la cascina risicola si è specializzata e viene utilizzata per il riso, i suoi addetti e i macchinar! da risaia. I complessi che oggi osserviamo sono a pianta quadrata o rettangolare chiusa. Si accede da un grande portone d'ingresso. I lati interni sono a porticato. Si possono ancora vedere le scritte dei locali produttivi e di servizio, come "macelleria", "magazzini", oppure dei dormitori delle mondine: "dormitorio donne"; e dei braccianti reclutati nel periodo della mietitura: "dormitorio uomini". Le mondariso e i braccianti dormirono nei fienili fino ai primi del Novecento. Fuori dalla cascina si può ancora osservare un'ala coperta, in molti casi adibita al ricovero dei macchinari agricoli da traino: Lì c'erano le docce per gli operai e per le mondine. E' facile immaginare il gran vociare delle ragazze al ritorno dal lavoro, le feste in cascina intorno al fuoco e la festa di addio della stagione dopo aver ricevuto la paga. Così come è facile immaginare l'andirivieni dei carri e poi dei camion pieni di riso uscito dalla riseria. Nel mese di giugno e nel mese di settembre, la cascina diventava piena di gente dai dialetti diversi di tutta la padania: piemontesi, lombardi, emiliani e veneti. Adesso, l'unico vero rumore si può sentire in settembre e in ottobre è quello dell'impianto di pulizia e di essiccazione dei chicchi.
   
La cascina risicola odierna ha i silos per il riso stoccato e i garages per i mezzi meccanici come trattrici e mietitrebbiatrici. In alcuni casi anche le officine per le riparazioni. Alle cascine si accede per la stradina privata costeggiata da canali d'irrigazione o fossi colatori e, ogni tanto, anche da filari di alberi. Dai canali si prendeva la forza motrice necessaria per i mulini e le piste da riso ( queste ultime, in alcuni casi  ancora visibili, magari rimaneggiate con i vari aggiornamenti tecnologici, prima di essere definitivamente abbandonate)". ( 1 )

Anche la piccola abitazione di proprietari particellari - dislocati nell'area periferica - ha assunto connotati sempre più urbani con un adeguamento di molti locali ed una ristrutturazione profonda di esterni ed interni. In molti comuni ( soprattutto dell'area occidentale a coltura mista a contatto con le vie di comunicazione che guardano verso Crescentino, Chivasso e l'area torinese ) il tradizionale aspetto rurale dei comuni si va quasi perdendo, nella dislocazione ormai significativa di grandi svincoli viari, di capannoni artigianali, di piccole villette unifamiliari a schiera se non di vere e proprie aree residenziali.

Scorrendo il breve repertorio fotografico che viene proposto - con fotografie che risalgono al primo '900, agli anni '20 e '50, fino alla immagine di una moderna azienda risicola della Baraggia, che ha un suo sito in internet - non è certo possibile percepire il senso di tutti i mutamenti intervenuti, ma almeno una caratteristica appare chiara. La famiglia contadina, che faceva del fabbricato rurale il suo ambiente di vita e di lavoro - povero ma sostanzialmente coeso ed integrato -, ha assunto nel corso del Novecento stili di esistenza sempre più omogenei con quelli della città. La funzione esclusivamente economica, di mercato,  dell'azienda risicola, che cessa  di essere  sede di allargate relazioni, porta - come si è detto - al lento ma irrevocabile abbandono di importanti strutture edilizie dei vecchi fabbricati ( alloggi per manodopera stagionale, vecchie stalle, magazzini...). I nuovi locali ( silos, rimesse per le macchine, abitazioni dei residenti ) assumono un aspetto più essenziale, rigorosamente contrassegnato dalla cura edilizia per la funzionalità e l'estetica del complesso.
 

Immagini di fabbricati rurali e di scene di vita contadina in fasi diverse del Novecento



Vita all'interno di un cascinale - 1905 - ( Collezione Tarchetti )




La meccanizzazione degli anni '50 -  E. Villa ( a cura di ) Federazione Provinciale Coltivatori diretti -2001 e dintorni- Agro-alimentare, territorio, credito verso la svolta del nuovo millennio



Una piccola cascina in territorio baraggivo degli anni '30
( Borasio, Il Vercellese, 1929 )
 


Rovasenda - La Cascina Marchiazza di nuova costruzione
( http://www.risocorbetta.com/azienda.htm )


Formigliana: la casa dei giornalieri - ( G. De Matteis - La casa rurale nella pianura vercellese e biellese - Torino 1965 )



La ristrutturazione di un fabbricato rurale - ( Foto di Michele Trecate )
http://www.vercellink.com/fotografie/cascine.php

 

Dalle aziende risicole alle riserie: un esempio ( 2 )

Per concludere opportunamente la panoramica dei mutamenti strutturali dell'azienda risicola non si può tacere quella di alcuni complessi produttivi divenuti riserie, cioè  complessi agro-industriali delegati alla lavorazione, trasformazione e commercializzazione del prodotto. Il riso greggio maturo ( risone ) deve essere mietuto a giusta maturazione: infatti, se viene raccolto in anticipo, si conserva male, se invece è raccolto troppo tardi i chicchi maturi cadono per terra e vengono perduti. La prima operazione è la sbramatura che consiste nell'asportazione delle grumelle o lolla ( rivestimento del chicco ) mediante lo sbramino, macchinario composto da due rulli gommati che ruotano a velocità variabile. Si ottiene così il riso sbramato o semigreggio  ( integrale).Successivamente il riso semigreggio viene raffinato per mezzo delle sbiancatrici dotate di superfici abrasive rotanti. La fase successiva consiste nella separazione dei chicchi interi da quelli rotti durante le varie fasi produttive tramite i separatori. Il riso ottenuto, detto riso raffinato, verrà definitivamente selezionato tramite una macchina a fibre ottiche che scarta tutti i chicchi scuri, irregolari e le piccole impurità. Ora il riso è pronto per il confezionamento e per la commercializzazione.
 


Sbramino

 


Sbiancatrice

Riportiamo dal sito internet  http://www.pigino.com/Azienda.htm  della Riseria Pigino di Palazzolo il testo che richiama la storia dell'azienda e illustra la sua attuale attività economica. Emerge chiaramente il nuovo ruolo dell'azienda risiera ( e non più genericamente risicola ) che deve sempre più essere integrata con i settori agro-industriali della lavorazione, trasformazione  e commercializzazione del prodotto.
 


La Riseria Pigino nel comune di Palazzolo Vercellese - http://www.pigino.com/Azienda.htm
 


"Fondata nel lontano 1896 come piccola unità produttiva a carattere artigianale, la RISERIA PIGINO assume il volto di un'azienda di medie dimensioni a partire dal 1972 e successivamente, nel 1989, viene acquisita dal Gruppo Euricom, trasformandosi così in breve tempo in una  realtà industriale. La riseria si occupa della trasformazione del riso e della sua commercializzazione nei paesi dell'Unione Europea. Con sede a Palazzolo Vercellese, l'azienda fa parte di uno dei maggiori gruppi risieri di tutta Europa: il Gruppo Euricom, appunto. Avvalendosi di tecnologie che rappresentano lo stato dell'arte raggiunto nella lavorazione, scelta e confezionamento del riso, si è imposta all'attenzione delle maggiori catene di distribuzione in Francia, Germania, Belgio, Inghilterra, Spagna, Austria, Grecia e Svezia. La gamma dei risi lavorati spazia dalle varietà tradizionalmente diffuse in Italia (come risi comuni, fini e superfini) a quelle aromatiche come il Basmati ed il Thai Fragrant, fino ad arrivare ai risi particolari d'importazione quali il Surinam o le tipologie americane.
Il rispetto di standard qualitativi definiti e dimostrabili,  resi necessari dalla forte competitività a livello europeo, ha comportato l'adozione di criteri organizzativi caratterizzati da una efficiente elasticità operativa e gestionale, definita da rapporti interpersonali improntati alla collaborazione anziché risolti intorno alla gerarchia. Ogni attività è rivolta al conseguimento della soddisfazione del "cliente", intendendo come tale sia il cliente interno ( nella successione delle attività di ricevimento, processo di riseria, confezionamento, stoccaggio e spedizione), che quello esterno all'azienda.

Dal giugno 1988 essa opera in conformità dello standard UNI EN ISO 2002, anche se nella pratica tutti i processi, i controlli e le procedure sono state gestite in modo sia formale che ufficiale fin dall'inizio degli anni '90. Nell'ultimo biennio una politica aziendale molto elastica, reattiva ed attenta al mercato, ha programmato ed ottenuto la certificazione per la trasformazione del prodotto Biologico, fattore di competizione e sfruttamento per allargare i confini dei mercati sui quali affacciarsi. Ecco così delinearsi il nuovo obiettivo che si pone per il futuro: ottenere un miglioramento delle condizioni generali di lavoro, sia dal punto di vista organizzativo e logistico che sotto l'aspetto puramente umano. Il tutto inteso come coronamento di un processo di sviluppo che ha visto crescere i volumi di vendita e la qualità percepita del prodotto finito posto in commercio." ( 2 )
 


Fonti bibliografiche:
- ( 1 ) M. Borgia ( a cura di ) Le risaie del Vercellese, Guida al paesaggio, alla storia, alla natura delle terre d'acqua - Regione Piemonte, pag.114
- ( 2 ) La Riseria Pigino .- sito web:
http://www.pigino.com/Azienda.htm
-
G. De Matteis - La casa rurale nella pianura vercellese e biellese - Torino 1965
- E. Villa ( a cura di ) Federazione Provinciale Coltivatori diretti -2001 e dintorni- Agroalimentare, territorio, credito verso la svolta del nuovo millennio
- E. Saviolo, Il dono del mio lavoro, Milano 1937
 

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