La storica costruzione della rete di
canali.
Il
reticolo idrografico - Falde e risorgive- Il Canale Cavour -
L'Associazione di Irrigazione Ovest Sesia
Questa
pagina esamina la formazione storica del reticolo idrografico del
Vercellese. Ecco la rappresentazione cartografica del territorio vercellese, che
evidenzia il suo attuale assetto idrografico. |
|
|
Nascita e
sviluppo della rete irrigua |
|
|
|
Il
Vercellese è compreso fra fiumi e torrenti, come Dora Baltea, Po, Sesia e
torrente Elvo. Nel corso dei secoli venne a formarsi un fitto reticolo di
derivazioni che ne hanno fatto un territorio singolare.
In alcuni documenti si trova traccia di una derivazione
d’acqua del torrente Elvo nei pressi di Salussola, detta
Vercellina perché arrivava a
fornire acqua alla città di Vercelli, fatta costruire dal vescovo Emiliano
per ordine del re Teodorico. Gli statuti di Vercelli del 1241 riportano dei
riferimenti alla roggia del Comune di Gattinara, derivata dalla destra del
fiume Sesia in territorio di Romagnano, e irrigava i territori di Gattinara,
Lenta e Ghislarengo.
Risale
al XIV secolo la roggia marchionale
di Gattinara, derivata dal fiume Sesia in territorio di Gattinara.
Nel
XIV furono costruiti canali di piccola portata dai Comuni; questi canali
formano la rete più antica della zona e quella che diede i maggiori benefici
all’agricoltura. Nel
1448 il Duca Ludovico di Savoia
concesse a due suoi sudditi di derivare, a sinistra del torrente Cervo in
territorio di Buronzo, una
roggia
detta Molinara di Balocco, per l’irrigazione delle terre di Balocco e
Villarboit. Le grandi opere furono approntate fra il XV e il XVI secolo, nel
periodo della diffusione del riso.
Ancor
prima del canale del Rotto, il secolo XV vede sorgere un canale importante
per il Vercellese, che nei secoli sarà oggetto di alterne vicende: il
Naviglio di Ivrea. Fra il 1554 e il 1584 venne costruito il Roggione di Vercelli, derivato dal torrente Elvo alla confluenza con il torrente Cervo nei territori di Quinto, mentre più tardi venne derivata dal torrente Cervo la roggia Marchesa. Vittorio Amedeo III nel 1782 aveva disposto che il denaro, proveniente dalle vendite del patrimonio dei Gesuiti, fosse impiegato per derivare delle acque da impiegare nei terreni del Vercellese e del Biellese. Ci furono numerosi progetti che furono esaminati da una speciale commissione costituita nel 1782 ma tutti vennero scartati. Le opere del XVIII e XIX secolo
Si fa
strada un nuovo progetto:
un canale
dalla Dora Baltea all’Elvo. Nel 1783 venne ordinata la costruzione di
un canale che partendo dalla Dora nei pressi di Mazzè, e scendendo a sud nei
pressi di Cigliano, deviava ad oriente verso Bianzè, Santhià e Carisio, per
poi finire nell’Elvo. Alla fine dell'Ottocento Ricevendo maggiori quantità d'acqua, più razionalmente distribuite, nel secondo Ottocento, il vercellese poté trasformarsi anche in esportatore di questa risorsa verso i territori contigui. Sul terminare del secolo, infatti, la sua ricchezza in questo settore contrastava in modo stridente con le condizioni in cui languiva l'area situata tra Dora Baltea e Naviglio d'Ivrea, povera e arida. Concluso il canale Cavour, nell'arco di pochi anni si provvide anche a far risalire parte delle acque d'origine vercellese sino ad irrigare 1.500 ettari nelle campagne di Cigliano e Borgo d'Ale, Dal 1883 un'ardita opera ingegneristica permise di sollevare di 21 metri, 700 litri d'acqua al minuto - tratti dal naviglio d'Ivrea - grazie alla forza motrice fornita dal canale Depretis. Seguirono elevatori analoghi, come il Valentino e quello di San Germano, che prendeva acqua dal canale Lanza, a beneficio di 400 ettari in territorio di Casale.(1)
Canali, rogge, cavi e scaricatori
nel Novecento
L'Associazione Ovest-Sesia finì per avere al suo
attivo, dalla data di costituzione al 1884, ben 23 nuovi canali, pari
a circa 80.000 metri di sviluppo. Nel 1867 erano state incamerate le acque
di Ronsecco e Caresana, precedentemente di proprietà ecclesiastica. Nel 1873
vennero costruiti il raccoglitore di Crescentino, il nuovo cavo di Ronsecco,
il nuovo raccoglitore di Rive, il cavo di Verga e
l'impianto di elevazione delle acque, quest'ultimo. in collaborazione
con un gruppo di agricoltori. Negli
anni Dieci del XX
secolo la mano pubblica riprese l'iniziativa
nei confronti dei canali vercellesi. Tra il 1909 ed il 1910 promosse
l'ingrandimento del Naviglio d'Ivrea, dal canale Depretis al Cavour,
per portare ad esso le acque della Dora,
come già era avvenuto per il canale Farini.
Sino alla metà del secolo non si cessò di agire, realizzando una
serie di interventi, volti soprattutto
a dare organicità all'uso e alla gestione delle risorse idriche,
nonché a completare la rete d'adduzione d'acqua ove ancora carente o dove si
verificavano nuove necessità.
|
|
|
|
Il Consorzio di bonifica della
Baraggia vercellese |
|
|
|
|
|
|
|
Baraggio : sistema a paratoie posto trasversalmente al canale al fine di elevarne il livello a monte; sistema di derivazione d'acqua da un canale ad un altro.
Paratoia:
saracinesca in legno, metallo o cemento che serve a regolare il
deflusso dell'acqua attraverso canali o corsi d'acqua naturali |
|