L'istituzione
del Mercato Comune Europeo
e le
politiche agricole comunitarie
La nascita della Comunità europea |
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La politica agricola comune degli anni '50 e '60
Le norme sulla libera circolazione delle merci
si applicano anche ai prodotti agricoli. Tuttavia l'agricoltura occupa
una posizione particolare all'interno del mercato comune, dal momento che a
tali disposizioni si sovrappongono le norme specifiche della Politica
agricola comune (Pac): la libera circolazione delle merci viene
integrata da
azioni d'intervento che garantiscono
l'applicazione dei
prezzi minimi per i prodotti più importanti e/o la concessione di
aiuti finalizzati
al sostegno dei prezzi, e assicurano una protezione esterna nei
confronti dei paesi terzi. Questa politica di tipo interventista è
comprensibile se si tiene conto della diversità delle strutture e delle produzioni agricole
dei singoli Stati prima dell'adesione al trattato. Ciascun paese aveva
organizzato il proprio mercato basandolo su dazi protettivi, garanzie di
prezzi minimi, sovvenzioni dirette per proteggersi dalla concorrenza
internazionale. Diversamente dall'ambito industriale, la liberalizzazione
dei mercati agricoli si presentava complessa e gravida di contraccolpi
negativi. Pesava il ricordo delle carenze alimentari degli anni
successivi al secondo conflitto mondiale, ricordo reso ancora più vivo dai
timori causati dalle tensioni politiche della guerra fredda. All'imperativo
di garantire l'auto-approvvigionamento alimentare - la capacità
della Comunità di produrre un livello sufficiente di generi alimentari per
soddisfare autonomamente i suoi consumi interni - si aggiungeva
la necessità di salvaguardare i
redditi della popolazione agricola, che nel 1957 era costituita da
quindici milioni di persone, pari a circa il 20% della popolazione attiva
comunitaria. Era quindi necessario mettere in atto una
politica agricola comunitaria,
che tutelasse questi obiettivi e non mettesse a repentaglio l'auto-approvvigionamento
alimentare della Comunità.
Tenendo conto di questi tre assi, sono state
istituite, a partire dal 1962, le
organizzazioni
comuni di mercato per le diverse categorie di prodotti agricoli.
Pur con caratteristiche specifiche derivanti dalle particolarità di ciascun
prodotto agricolo, le organizzazioni di mercato si basano su alcuni
meccanismi comuni:
La circolazione dei prodotti agricoli ha
richiesto un'organizzazione più
complessa rispetto a quella dei prodotti industriali anche dal
punto di vista monetario. In assenza di una moneta unica si è reso
indispensabile istituire
complicati
meccanismi di compensazione per evitare che il sistema dei prezzi
comuni fosse esposto alle oscillazioni delle valute e per riequilibrare i
vantaggi concorrenziali dei prodotti derivanti dalla svalutazione delle
monete nazionali. Nel corso degli anni,
l'aumento della
produzione ha ampiamente superato la domanda di mercato con conseguente
crescita delle eccedenze agricole e delle spese di intervento e di
stoccaggio a carico del bilancio comunitario. Poiché il livello di
tali spese ha raggiunto livelli patologici, a partire dagli
anni ottanta la
politica agricola comune è stata oggetto di successivi ritocchi per mettere
sotto controllo la produzione.
La riforma della Politica Agraria Comunitaria
attuata nel 1992 ha puntato a reintrodurre i normali meccanismi di mercato
nel settore agricolo. |
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Il ruolo della
risicoltura |
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